14 Maggio 2020
08:11
Ecco le linee guida inviate dal Governo alle Regioni per il 18 maggio: cosa accadrà in Piemonte
ROMA – Le linee guida del Governo per la fase 2 sono pronte e sono state inviate ufficialmente alle Regioni nella serata di ieri. Il Governo traccia così ufficialmente la strada da seguire a partire dal 18 maggio. Seguendo le regole degli esperti del Comitato tecnico scientifico le Regioni potranno far ripartire le attività valutando autonomamente quali riaprire subito e quali invece devono ancora attendere. “Si tratta di indicazioni che il governo dà per una tutela rigorosa ed esclusiva sul lavoro“, ha spiegato il ministro delle Autonomie Francesco Boccia in Parlamento sottolineando come a oggi l’Italia sia “un malato in condizioni migliori di prima. Ma è pur sempre un malato, che non può permettersi ricadute“.
Lunedì ci sarà quindi il primo banco di prova per il secondo step della fase 2. Le difficoltà non mancheranno dato che i documenti redatti dai tecnici riguardanti negozi, bar, ristoranti, spiagge, estetisti e parrucchieri fissano paletti molto stringenti. Un giro di vite che ha portato a diverse perplessità da parte dei titolari degli esercizi commerciali. Molti hanno già detto, attraverso le categorie sindacali rappresentanti, che a queste condizioni non potranno riaprire. Soprattutto chi ha locali piccoli e quindi non potrà permettere il distanziamento sociale adeguato oppure vedendo ridurre i posti a sedere anche al di sopra dell’80%.
Sulle palestre il ministro Vincenzo Spadafora aveva garantito che queste verranno riaperte “al massimo entro il 25 maggio, se possibile anche prima. Deve partire tutto lo sport di base, devono riaprire tutti quei centri che sono una grande risorsa nelle città italiane“, potrebbero avere problemi ad attuare il protocollo di sicurezza. Anche in questo caso si tratta di indicazioni molto complesse tanto che l’Unione italiana sport (Uisp) ribadisce che proprio sul tema della sicurezza “continuano a mancare la chiarezza necessaria per subordinare i relativi comportamenti dei vari soggetti sportivi alla riapertura“.
Da lunedì, invece si dirà addio quasi sicuramente all’autocertificazione, poiché con le riaperture di buona parte delle attività non sarà più necessario giustificare gli spostamenti. Il modello resterà invece per i movimenti da una regione all’altra, che saranno possibili solo per motivi di necessità, lavoro e salute. Prima di giugno, hanno ribadito anche oggi sia Boccia sia il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri, non ci sarà mobilità tra le regioni: “La valutazione sarà fatta a partire dal 18 maggio ed entro fine maggio ci consentirà di fare delle valutazioni definitive“. Quello che è già chiaro è che “sarà più facile garantire una relazione tra regioni a basso rischio” mentre “sarà molto più complicato consentire il passaggio di cittadini da una regione a basso rischio ad una ad alto rischio“.
La palla adesso passa al Governatore del Piemonte Alberto Cirio che studierà le carte e come previsto potrà, in base all’andamento anche della curva dei contagi, stabilire le modalità di apertura delle singole attività mantenendo comunque fede al documento inviato dal Governo e che regola il distanziamento sociale e le regole da seguire per evitare un ritorno di fiamma del Covid-19. In particolare il presidente della Regione sembra intenzionato a non sbilanciarsi attendendo venerdì quando verranno forniti i dati sulla curva pandemica delle prime settimane della fase 2.