5 Giugno 2020
15:51
Doccia fredda per i lavoratori della Cerutti: chiude stabilimento di Vercelli e 163 esuberi
CASALE MONFERRATO – Un futuro con tante incognite e 163 esuberi. È questo lo scenario che si trovano davanti i lavoratori della Cerutti. Ieri sera è arrivata infatti la comunicazione della chiusura dello stabilimento di Vercelli accompagnato dall’annuncio della costituzione di una Newco a Casale che avrà bisogno di 125 persone, di cui 65 impiegati e tecnici, e altri 60 presi dalle Officine meccaniche Giovanni Cerutti di Casale e Vercelli. A tutto questo, ha spiegato Maurizio Cantello di Fiom Cgil, si aggiunge la beffa di un incentivo all’uscita di solo seimila euro lordi. Tutta questa situazione si sarebbe creata per l’impossibilità di portare a termine le operazioni di ingresso dei nuovi soci insieme.
“Ora – ha continuato Maurizio Cantello – occorre capire se il progetto è credibile e di lunga gittata per valutare cosa succederà dopo i 10 mesi garantiti dal lavoro in essere. Bisognerà inoltre verificare se esiste un piano industriale“. Il sindacato comunque ha già comunicato che il numero degli esuberi non può essere accettato e chiederà di valutare e condividere i criteri di scelta delle persone dell Omgc senza contare “gli incentivi di uscita, assolutamente non accoglibili“. Lunedì e martedì i lavoratori hanno già indetto uno sciopero di 8 ore in entrambi gli stabilimenti e sempre lunedì si terrà un incontro con il Prefetto di Vercelli.
Cgil, Cisl e Uil hanno già annunciato l’intenzione di mettere in piedi “tutte le iniziative necessarie per fare in modo che l’azienda faccia uno sforzo per garantire tutti gli strumenti di tutela possibili per evitare questa tragedia“. Le parti sociali hanno inoltre invitato “tutte le istituzioni ad aprire un tavolo dove poter individuare dei percorsi di tutela. Il timore è che la situazione della Cerutti non sia un caso isolato, infatti nei territori stiamo riscontrando che in molte aziende ci siano già forti segnali di difficoltà dovuti alla mancanza di liquidità e al forte calo di ordinativi”.