24 Giugno 2020
20:58
Tragedia di Quargnento: in carcere anche la moglie di Vincenti
ALESSANDRIA – Antonella Patrucco è stata arrestata nel tardo pomeriggio di oggi dai Carabinieri di Alessandria. Un provvedimento arrivato al termine dell’udienza della Suprema Corte di Cassazione che ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa della donna contro l’ordinanza dello scorso 25 febbraio del Tribunale Ordinario di Torino circa l’accoglimento dell’appello proposto dal PM avverso all’ordinanza emessa il 13 gennaio dal GIP del Tribunale di Alessandria che non aveva accolto la richiesta di misura cautelare in carcere avanzata dalla Procura nei suoi confronti.
Patrucco era già stata rinviata a giudizio dal Gup del Tribunale di Alessandria lo scorso 28 maggio con le imputazioni, in concorso con il marito, dei reati, tutti aggravati, di crollo di costruzioni o altri disastri dolosi; omicidio aggravato; lesioni personali aggravate; fraudolento danneggiamento dei beni assicurati e mutilazione fraudolenta della propria persona e calunnia. Secondo la Cassazione sono stati molteplici, univoci e concordanti gli elementi di responsabilità raccolti dai Carabinieri di Alessandria a carico tanto di Giovanni Vincenti quanto della moglie, che gli inquirenti ritengono abbia fattivamente partecipato a tutte le fasi di quel tragico evento della notte del 5 novembre 2019.
Nel crollo della loro cascina di Quargnento erano rimasti uccisi i Vigili del Fuoco Antonino Candido, Matteo Gastaldo e Marco Triches. All’atto doloso si devono anche il ferimento del Carabiniere Roberto Borlengo e dei Vigili del Fuoco Giuliano Dodero e Luca Trombetta, intervenuti sul posto a seguito della prima esplosione seguita da un principio d’incendio.
Le indagini avviate dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo e della Compagnia Carabinieri di Alessandria, coordinati dalla locale Procura della Repubblica, avevano consentito agli inquirenti di rinvenire una serie di elementi a carico dell’uomo, culminati l’8 novembre 2019 nel rinvenimento presso l’abitazione dei Vincenti del foglio contenente le istruzioni del dispositivo timer della stessa marca e dello stesso modello di quello rinvenuto all’interno dell’edificio dove si era verificata la prima esplosione e utilizzato per azionare l’innesco. Nel corso delle indagini sono stati trovati anche altri indizi (tra cui il rinvenimento di un flessibile utilizzato per tagliare le inferriate delle due finestre dei due capannoni allo scopo di simulare un’effrazione e rendere quindi più credibile un atto di ritorsione nei suoi confronti), avevano portato alla piena confessione dell’uomo nel corso di un lungo interrogatorio, al termine del quale, nel corso della notte del 9 novembre, era stato sottoposto a fermo di indiziato di delitto.