Autore Redazione
martedì
30 Giugno 2020
01:08
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Cronaca - Alessandria

Coldiretti: “Nelle nostre campagne presto più fauna selvatica che lavoratori”

Coldiretti: “Nelle nostre campagne presto più fauna selvatica che lavoratori”

ALESSANDRIA – “Non è più solo un problema degli agricoltori e di colture devastate. L’ennesimo incidente di ieri notte a causa della fauna selvatica sul territorio provinciale non fa che amplificare quello che continuiamo a denunciare da anni: la proliferazione senza freni di cinghiali e caprioli sta mettendo a rischio la sicurezza delle singole persone. Servono misure straordinarie, i piani di contenimento messi in atto non sono sufficienti“. Così il presidente Coldiretti Alessandria, Mauro Bianco, in merito all’incidente verificatosi questa notte sulla A21 in direzione Piacenza, e che ha coinvolto tre mezzi per l’improvviso attraversamento di un cinghiale.

Ormai la fauna selvatica ha superato di gran lunga chi tenta di mantenere e custodire il territorio. Nelle nostre campagne, a breve, ci saranno più animali selvatici che lavoratori, mentre per le strade e nelle città non è una novità, già da tempo, imbattersi in questo genere di animali“, aggiunge il direttore Coldiretti Alessandria Roberto Rampazzo sottolineando che “quotidianamente si registrano incursioni segnalate dalle imprese agricole, dove continuano a venir danneggiate le fasce e i classici muretti a secco, mentre viene fatta razzia nei raccolti di frutta e verdura, per non parlare dei danni nelle vigne e della minaccia che rappresentano per gli animali della fattoria”. Per tali aziende perdere il frutto del lavoro di questi mesi, rappresenta un ennesimo danno che si va a sommare a quelli causati dall’emergenza sanitaria Covid-19, in un momento in cui è quanto mai necessaria e auspicabile, invece, un’effettiva ripresa dei mercati“, osservano ancora Bianco e Rampazzo che concludono: “più in generale, le frequenti incursioni della fauna selvatica, non stanno solo mettendo a  rischio la sopravvivenza delle imprese agricole locali, ma anche la salvaguardia del territorio, l’incolumità delle persone, la sicurezza ambientale e degli stessi animali, dato che un così alto numero di esemplari può facilitare l’insorgere di epizoozie“.

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