12 Settembre 2020
05:25
I consigli utili per cercare e riconoscere i funghi commestibili nei boschi
ALESSANDRIA – Mangiare un piatto di funghi freschi e di stagione è il sogno culinario di ogni cultore del buon cibo. Farlo dopo averli raccolti personalmente – dopo una bella scampagnata in collina o in un bosco – e cucinati con le proprie mani lo è ancora di più. Cosa più facile da dirsi che da farsi. Perché tante sono le incognite che un buon cercatore di funghi deve affrontare. Prima di tutto la stagione, se troppo secca si troverà a fare semplicemente una bella passeggiata in mezzo alla natura e nulla più, poi il luogo e infine la commestibilità del fungo raccolto. Ma servono anche le strumentazioni giuste oltre ad avere un buon occhio. Andiamo però con ordine.
Partiamo dalla strumentazione necessaria che non può mancare a un provetto cercatore di funghi. Per evitare di fare danni al sottobosco è necessario ricordare che il fungo non deve essere sradicato dal terreno ma semplicemente tagliato alla sua base lasciandone una parte nel terreno. In questo senso può essere utile un coltello dalla lama arrotondata che accompagni la raccolta di quanto avete trovato. Utile anche una spazzola per funghi dalle setole non troppo rigide e che permette di pulire l’alimento dalla terra e dalle piccole impurità senza danneggiarlo. Molti vanno in giro con un semplice sacchetto di plastica per riporre i miceti, ma per tenerli freschi ed evitare che si ammacchino è sempre utile avere dietro un cestino con gerla in vimini. Ultimi tre consigli: se andate nei boschi o su sentieri impervi utilizzate scarpe adatte e portatevi un bastone da passeggio o da trekking adatto, inoltre se non conoscete la zona evitate di addentrarvi troppo nel fitto del bosco per non perdervi. In quest’ultimo caso un Gps potrebbe tornarvi utili per evitare brutte avventure.
Non basta però avere solo la strumentazione, ma conoscere anche dove trovare i funghi. Ad esempio è importante sapere che nella maggior parte dei casi questi miceti crescono ad altitudini piuttosto elevate: ad esempio i porcini crescono in altura sulle Dolomiti così come sulle montagne della Sila. Va inoltre detto che i funghi beneficiano dell’imbibizione del suolo e hanno bisogno di acqua e umidità per crescere: evitate quindi zone troppo scoscese perché sicuramente lì non ne troverete. Un altro fattore da tenere a mente è l’esposizione del sole che senza dubbio aiuta la crescita di questo alimento ma se l’esposizione è tale da rendere secco l’ambiente quello non sarà mai l’habitat ideale per i funghi che prediligono ambienti umidi e boschivi. La crescita di questi miceti, infine, è influenzata dal tipo di alberi, cespugli, arbusti, erbe, muschi presenti in un habitat e dalle caratteristiche delle componenti del suolo. Troverete funghi maggiormente in boschi con alberi dall’alto fusto e con un sottobosco piuttosto sgombro che in grovigli intricati di rovi. Da tenere conto anche la piovosità: andate a cercare funghi un paio di giorni dopo l’ultimo acquazzone perché ne troverete sicuramente. Vere e proprie zone non esistono, ma seguendo questi consigli sicuramente avrete successo.
Bisogna ricordare anche che non tutti i funghi sono commestibili. Per evitare spiacevoli avventure il consiglio è quello di portarli a qualche esperto piuttosto che portarli alla Asl che offre sempre un servizio importante grazie al micologo a disposizione. Intanto potete farvi una cultura sui libri. Tra i più gettonati c’è sicuramente Tutto funghi. Cercarli, riconoscerli, raccoglierli edito da Demetra e che offre una guida completa sul mondo dei funghi. Utile anche avere nella propria libreria Funghi in Italia un manuale estremamente dettagliato sulle tipologie di miceti presenti sul nostro territorio nazionale. Ricordiamo infine che chiunque voglia effettuare la raccolta dei funghi epigei sul territorio della Regione Piemonte deve munirsi del titolo per la raccolta. La raccolta è consentita in tutti i giorni della settimana.
Photo by Tina Kuper on Unsplash