13 Novembre 2020
12:17
Il consigliere regionale della Lega che invoca il lockdown: “Sono stato 45 giorni in coma, non si scherza con il Covid”
ALESSANDRIA – Giovanni Poggio è uno che il Covid-19 l’ha guardato dritto negli occhi. Anzi con lui, o meglio, contro di lui ha portato avanti una lunga e sofferta battaglia che l’ha visto vincitore dopo 45 giorni trascorsi in coma. Anche per questo Poggio, nato a Capriata d’Orba il 9 ottobre del 1955 e leghista di lungo corso, ha un’idea ben precisa su come frenare l’avanzata della pandemia: “Da medico credo che la chiusura totale per almeno un mese sia l’unica strada per uscire dall’emergenza e cercare di ridare respiro agli ospedali“.
Il consigliere regionale confessa che “personalmente avrei istituito le zone rosse molto prima. Certo, chiudere comporta danni economici, che lo Stato deve necessariamente coprire con interventi a favore di attività e piccoli commercianti, ma se vogliamo bloccare il diffondersi dell’infezione non esiste altra via se non quella di restare a casa il più possibile e ridurre al minimo i contatti”. Insomma, Poggio invoca un lockdown. Forse anche memore dell’esperienza vissuta in prima persona.
Poggio era risultata positivo al virus a inizio marzo “quando ancora si sapeva poco o nulla a riguardo del virus“. Aveva accusato una “leggera febbriciattola e senso di spossatezza mi hanno portato ad effettuare una prima visita di controllo all’ospedale di Novi Ligure. Qualche giorno dopo, a casa, utilizzando un saturimetro, strumento che misura la quantità di ossigeno nel sangue, mi sono accorto che la situazione stava peggiorando“. Nel giro di poco si è ritrovato in terapia intensiva intubato. Di quei 45 giorni non ricorda nulla, mentre dei successivi 15 solo di averli passati nel reparto di pneumologia, “continuando le terapie e assumendo l’eparina contro i coaguli che non permettevano il passaggio dell’ossigeno dai polmoni al sangue”. In quel periodo ha perso 25 chili e l’ultima tac evidenzia ancora cicactrici sui polmoni. “Ma posso dire di esserne uscito“.