Autore Redazione
venerdì
18 Dicembre 2020
05:01
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Cronaca - Casale Monferrato

Il Lanza di Casale ha bisogno di ristrutturazione e scrive una lettera… al Recovery Fund

Il Lanza di Casale ha bisogno di ristrutturazione e scrive una lettera… al Recovery Fund

CASALE MONFERRATO – Una lettera per chiedere che il Recovery Fund venga speso bene e soprattutto nel ripristino delle strutture scolastiche che hanno bisogno di interventi. Questo il contenuto della missiva scritta nientemeno che da Giovanni Lanza, l’ex presidente del Consiglio dei Ministri dal 1869 al 1873. Si tratta di una trovata – riuscita – dell’Istituto Balbo di Casale Monferrato che chiede interventi da parte del Governo per mettere a nuovo la struttura. Di seguito la lettera.

Caro Recovery Fund, auguri di buone feste.

Mi chiamo Giovanni Lanza e sono stato Presidente del Consiglio dei Ministri dal 1869 al 1873. Nacqui in famiglia umile, mi laureai in medicina, modernizzai l’agricoltura del Monferrato. Pochi sanno che fui anche Ministro della Pubblica Istruzione del Governo Sabaudo. Mi ricordano, soprattutto, per le politiche di rigore sulla spesa pubblica: a Roma andavo di tasca mia e mia moglie rifiutò la pensione.

Ti scrivo, visto che tu sei un po’ il Babbo Natale dell’Europa e che tutti nutrono grandi speranze in te per lamentare che l’edificio del plesso scolastico che a Casale ancora mi ricorda, quel “Lanza” che prima del Covid era pieno di bella gente fin dal primo mattino, specie nei serramenti e nella facciata esterna è messo davvero un po’ male. Da anni, con la falsa abolizione delle provincie che nella mia visione di decentramento amministrativo erano invece il perno della programmazione di uno stato moderno, le scuole superiori sono affidate ad un organismo amministrativo che è senza le risorse necessarie per la manutenzione ordinaria.

Non me la sto prendendo, spero che tu abbia capito, con chi, senza adeguati finanziamenti, può fare solo l’indispensabile, ma penso che su questo territorio valga la pena che gli amministratori chiedano con forza allo Stato un grande progetto per il rilancio della scuola pubblica a partire almeno dall’intervento sul risparmio energetico con il cambio di serramenti molto obsoleti e la tinteggiatura di una facciata che deve comunicare gioia e voglia di cambiamento. In questo paese non devono essere belli solo i centri commerciali o le case private! Anche gli edifici pubblici possono dare l’idea che l’Italia vuole un futuro.

Certo sarebbe bello immaginare le nostre scuole, assai modernizzate in questi anni nelle primarie e secondarie di primo grado gestite dagli amministratori del comune, in una prospettiva davvero europea!

La mia sorella di austerità Merkel ha dato all’Italia soldi (se crolliamo noi crolla anche Lei): quella bella caserma dismessa dedicata all’amico-nemico Nino Bixio, luogotenente garibaldino un po’ strano per un piemontese monarchico ed anti mazziniano come me, potrebbe diventare un grande complesso scolastico con palestre, campi di gioco all’aperto, teatri, spazi per la musica e per le nuove tecnologie!

Tutte cose che in Europa, mi dicono, sono ormai una realtà e che dovremmo progettare anche noi insieme ad una nuova sanità. E sì perché pensate cosa sarebbe successo se avessimo soppresso ancora altri posti letto di quel magnifico Santo Spirito con il pretesto di risparmiare senza portare a casa granché! Almeno con i miei tagli i risparmi si fecero davvero e si arrivò al pareggio del bilancio.

Approfitto dell’occasione per formulare i miei auguri a tutti gli studenti del “Lanza” e del “Balbo” (altro mio conoscente con cui ho fatto il Risorgimento!) e del ma anche a quelli di tutte le scuole della mia città e del mio paese, l’Italia che fanno la Dad da circa sette mesi. So che adesso andate in vacanza senza essere quasi mai stati a scuola e che vi chiedono molta prudenza per salvare quell’Italia che ci è costata così tanta fatica. Non siate superficiali e, date retta ad uno che di medicina se ne intende: distanziamento, mascherine…..diventino sempre la vostra scelta di lavorare per il bene comune.

E non pensate che fare l’Italia sia stato più semplice! Perché per disfarla è un momento!

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