11 Giugno 2021
09:25
Intervento innovativo all’ospedale di Alessandria ed Eva, 81 anni, ha ora davanti una nuova vita
ALESSANDRIA – Eva (nome inventato), una donna di 81 anni, piena di vitalità, alle prese con una insufficienza mitralica severa e con un trascorso complicato per essere stata sottoposta a chemio e radioterapia, grazie all’ospedale di Alessandria, è tornata a sorridere e a guardare con ottimismo il futuro. La situazione della donna era estremamente complessa quando si è presentata davanti ai medici alessandrini e per questo era impossibile un approccio chirurgico tradizionale ma il ‘Santi Antonio e Biagio e Cesare Arrigo’ è l’unica realtà del Nord-Ovest in grado di usare tecniche innovative oggi praticate solo in altri sei centri specializzati in Italia. Una situazione che ha permesso di consegnare un futuro a Eva, operata con successo in questi giorni.
«Mi sono trovato di fronte a una persona che dimostra dieci anni in meno – ha spiegato il dottor Andrea Audo, Direttore responsabile del Reparto di Cardiochirurgia – una donna con un potenziale di vita però gravemente compromessa dalla patologia cardiaca. Dopo una serie di esami, abbiamo deciso di tentare una nuova strada, grazie a una valvola innovativa» racconta Audo. L’operazione, compiuta dallo stesso Audo con i cardiochirurghi Corrado Cavozza e Riccardo Gherli, Giulia Maj, cardio-anestesista, Joel Gabrio Secco, emodinamista, insieme a infermieri e assistenti, è durato tre ore ed è andato bene, la donna ha trascorso senza problemi le quarantotto ore successive e dopo qualche giorno era già pronta per le dimissioni. Un intervento realizzato a cuore pulsante dalla Cardiochirurgia dell’azienda ospedaliera di Alessandria che ha incrociato tecnologia, innovazione dei materiali, ricerca e certificato dall’azienda produttrice. «Questa tecnica – aggiunge il direttore della struttura – consente di intervenire su pazienti anziani, fragili, inoperabili».
Imponente l’attività preparatoria, cominciata oltre tre mesi prima con ripetute prove attraverso modelli in 3D e la sincronizzazione di ogni movimento perché per il corretto inserimento nella valvola nativa deve necessariamente avvenire con precise manovre eseguite da tre cardiochirurghi. La protesi utilizzata è una valvola bioprotesica con una struttura in nitinolo e un cuscinetto apicale che si apre come un fiore e si fissa all’interno della valvola nativa del paziente. È stata inserita attraverso una incisione di circa quattro centimetri e il margine di azione superiore e inferiore per il corretto posizionamento nel cuore non era superiore al millimetro e mezzo. La valvola permette di intervenire su pazienti estremamente critici e soprattutto, non operabili in modo tradizionale. La Cardiochirurgia di Alessandria adesso è un centro riconosciuto anche per questa applicazione è può gestire ogni genere di casistica. Non a caso è già in programma un secondo intervento su un paziente, anch’esso proveniente da fuori provincia, e per il quale è previsto un periodo di preparazione di un paio di settimane. «Siamo soddisfatti perché – dicono Audo, Cavozza e Gherli – Alessandria ha ottenuto un altro riconoscimento e l’ospedale si posiziona a livello nazionale come centro di riferimento per questa specialità».
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