28 Luglio 2021
09:50
Problema sicurezza ad Alessandria, Barrera contro il sindaco: “Le 61 telecamere? 34 sono rilevatori semaforici”
ALESSANDRIA – “Non sempre i numeri sono puri fatti, non sempre rappresentano la verità. In merito alla dichiarazione del sindaco sulle presunte 61 telecamere mi corre l’obbligo di fare alcune opportune precisazioni“. Marica Barrera, consigliere comunale di Alessandria ed assessore alla Polizia Municipale della scorsa giunta, replica alle parole di Gianfranco Cuttica di Revigliasco che, nei giorni scorsi, aveva fatto il punto sulla sicurezza in città parlando dell’introduzione di nuove telecamere per un totale di 61 complessive.
“Non si possono, infatti, ingannare i cittadini spacciando per sicurezza ciò che non lo è. Anzi proprio Cuttica impostò la campagna elettorale sulla promessa di maggiore sicurezza e il suo capitano (Salvini, ndr) nelle ripetute sfilate in terra mandrogna se ne fece vanto. Forse occorrerà informarlo, se già non lo fosse, che la sicurezza da allora è una chimera e che la città è sempre più in balia di una situazione fuori controllo. Ma veniamo ai numeri e ai provvedimenti“, attacca Barrera.
Secondo quanto sostiene la consigliere comunale, “delle vantate 61 telecamere, 34 di queste 61, sono rilevatori semaforici, cioè telecamere che rilevano il passaggio con il rosso, dunque servono a sanzionare le infrazioni del codice della strada. Alcune sono poste in luoghi a scarsa incidentalità e svolgono piuttosto la funzione di “cassa” per le finanze comunali, risultando più una vessazione per il cittadino che uno strumento di sicurezza stradale e certo non servono per la sicurezza in senso lato“. Si arriva così a 28 telecamere rimanenti che “purtroppo avendo altre incombenze non possono essere controllate capillarmente, da un unico addetto che svolge, ad oggi e in assenza di personale, soprattutto funzioni di piantone, cioè gestisce le chiamate dei cittadini e le urgenze per rilevamento incidenti, oltre a fare da tramite con le pattuglie in strada“.
Barrera ritiene quindi che “è del tutto evidente che le 27 telecamere sono poco controllate se non si implementa e non si organizza diversamente il personale e quindi non possono essere garanzia di sicurezza. Ciò che è necessario è implementare e organizzare diversamente il personale. Il sindaco, inoltre, non ha mai ottemperato alle richieste della Questura di condivisione e messa in rete della control room del Comune per poter meglio lavorare in sinergia“. L’esponente d’opposizione sottolinea inoltre come la sicurezza di una città come Alessandria la si debba costruire “con una più puntuale e utile organizzazione del lavoro e con un maggior numero di agenti che operino sul territorio”. Da qui la richiesta di sapere dove sono le “100 unità di personale, annunciato ad ogni presentazione di DUP“. A oggi ad Alessandria circa 20 agenti sono andati in pensione, ricorda Barrera, “ma il sindaco e la giunta hanno proceduto alla pubblicazione di un solo bando e all’assunzione di sole 4 unità, quindi il saldo non solo è negativo ma ad oggi non si è programmato alcun tourn over. Inoltre per i turni serali e notturni ci vorrebbero le figure degli ispettori che sono solo 7 dei 15 necessari come numero minimo. Tuttavia le risorse per dirigenti e progressioni si sono trovati. Sono scelte che ci dicono che la sicurezza non è la vera priorità di questo sindaco“.
Marica Barrera chiude parlando di scelte incomprensibili da parte dell’attuale amministrazione: “Si sono spesi soldi pubblici per aprire un distretto ai giardini con la presenza dell’unità cinofila, sfrattando l’associazione dei ciclisti che fungeva da presidio, ma subito dopo le passerelle di rito per la sua inaugurazione ad oggi è chiuso e abbandonato, di conseguenza i giardini sono terra di nessuno. Ricordo che gli abbattimenti dei due locali, teatro delle arringhe del capitano, sono stati abbattuti grazie alle delibere e alle procedure avviate e concluse dalla precedente amministrazione di cui ero assessore. Quello che non trova spiegazione è la decisione della Lega, paladina, a parole, della sicurezza, di eliminare i turni notturni della Polizia Municipale, ore delicate che non a caso sono le fasce in cui in queste settimane si sono verificate le spaccate, le risse e i furti“.
La stoccata finale è diretta proprio a Gianfranco Cuttica di Revigliasco: “Caro signor sindaco le vorrei ricordare che prima del suo insediamento il lavoro al tavolo tecnico della Prefettura aveva prodotto un modello di presidio del territorio in cui tutte le forze dell’ordine collaboravano organizzando turni comuni e condivisione costanti. Ora i Comitati per l’Ordine e Sicurezza si fanno ma ognuno cura, in autonomia, un piccolo pezzo e, come è noto, l’Unione è più della somma delle parti. Dunque quel 61 appare un numero più sterile delle decine che lo compongono e i fatti, spaccate, insicurezza e disordine sono lì, inesorabilmente, a dimostrarlo“.