Autore Redazione
domenica
26 Settembre 2021
11:12
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Cronaca

Passeggiando sul Sacro Monte di Crea tra teatro, arte e storia

La nuova passeggiata teatrale, proposta domenica 25 settembre dall’ Associazione Ricreare Crea e realizzata dall’ Archivio della teatralità popolare/casa degli alfieri. Si replica sabato 9 ottobre
Passeggiando sul Sacro Monte di Crea tra teatro, arte e storia

SERRALUNGA DI CREA – “E’ una legge universale: quello che c’era prima rimane”. La storia di un territorio è il substrato del presente, lo caratterizza e ne fornisce la chiave di lettura e di progresso verso il futuro. Leggere il passato e dargli voce è da anni il lavoro della casa degli alfieri/Archivio della teatralità popolare, ed è a loro e ai narratori del Teatro degli Acerbi che l’Associazione Ricreare Crea si è rivolta per proporre una passeggiata teatrale al Sacro Monte. L’iniziativa rientra nelle attività dell’associazione, che si occupa delle opere di restauro delle cappelle e di quelle culturali volte alla valorizzazione del santuario, grazie al sostegno della fondazione Compagnia di San Paolo attraverso il bando “I luoghi della cultura”.

Sabato 25 settembre si è svolta, con una grande partecipazione di pubblico, diviso in due gruppi su due orari diversi, “Su quel Monte, tra terra e Cielo…”, la nuovissima passeggiata teatrale con i narratori Patrizia Camatel (anche autrice dei testi e regista), Fabio Fassio ed Elena Romano. Sarà replicata il 9 ottobre, in una stagione in cui si può godere, oltre che delle bellezze artistiche e della bravura di chi racconta e interpreta, anche dei colori dell’autunno nel parco.

foto di Max Biglia

Camminare dove si respira spiritualità induce di per sé all’ascolto, uno stato d’animo nutrito dalle narrazioni e dalle storie dei personaggi che si incontrano man mano tra le cappelle. Già dall’inizio si viene immersi in un excursus attraverso i secoli. L’atmosfera appare sacra in senso ancestrale, perché il Sacro Monte, prima di essere tale, era già un monte sacro, luogo di venerazione delle antiche madri, poi trasformato, o meglio sincretizzato, in luogo di culto mariano. E’ un passato oscuro e pagano a riemergere, seguito da secoli sanguinosi, durante i quali le opere sono state divelte e offese dalle soldataglie di passaggio nel Monferrato. Ma riemergono anche gli artisti che hanno lavorato e vissuto per le loro opere, come Jean de Wespin, che con il fratello Nicolas (detti i Tabacchetti) fu il principale scultore seicentesco delle cappelle. Tabacchetti/Fabio Fassio, con spiccato accento francese, in un momento di pausa dal lavoro mentre pecca di gola mangiando una torta, parla con disinvoltura dell’inizio del progetto del Sacro Monte, dei suoi artefici, del suo ideatore Padre Massino e delle speranze legate alla grandiosità dell’opera. E’ teatro, è storia ed è la grande storia dell’arte: semplicemente accade ed è reale davanti agli occhi, come i gruppi scultorei per l’occasione illuminati e visibili a porte aperte. Il piano passato si intreccia al presente, con il personaggio di una restauratrice (Camatel) che svela la delicatezza dell’opera di recupero. Grazie ad un registro leggero e confidenziale, rende accessibili nozioni documentate sulle sovrapposizioni artistiche, sugli scempi bellici, sulla diversa concezione di restauro del secolo scorso, fornendo un quadro preciso e dagli aneddoti gustosi di quanto stratificato sia il trascorso del luogo.

Il percorso continua, le cappelle mostrano la loro bellezza e sempre si è accompagnati da una narrazione che si fa guida, racconto, voce di un genius loci che pare tutto collegare. E il cerchio si chiude alla cappella del Paradiso, appena restaurata e splendida nella grandiosità del gruppo scultoreo sospeso dell’incoronazione della Vergine. Lì il culto cattolico e l’antica spiritualità pagana si incontrano nel personaggio di fantasia di

Cappella del Paradiso-foto di Max Biglia

Benvenuta/Elena Romano, una contadina che riassume in sé la tradizione dei culti popolari. La ritualità del mondo contadino appartiene a “ciò che c’era prima” e continua ad esistere, accanto alla religiosità ufficiale, nel presente e nelle radici di quello che sarà futuro.

Non solo un luogo da vedere o rivedere, una bella passeggiata e una narrazione delucidante, ma una drammaturgia ben orchestrata e coerente, un approfondimento storico non scontato e una sintesi che lascia affascinati. Come sempre, per casa degli alfieri/Archivio della teatralità popolare, lo sguardo è sul futuro e la conclusione della passeggiata è un riconoscimento della tradizione in vista di un progresso intelligente e possibile.

Il 9 ottobre si replica ed è da non perdere. Da lunedì 27 settembre prenotazioni su www.appuntamentoweb.it oppure ricrearecrea@gmail.com

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