Autore Redazione
venerdì
1 Ottobre 2021
05:39
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Cronaca - Alessandria

“Il lupo si sposta in pianura seguendo le prede. Pericoloso? Per l’uomo no”. Cosa sappiamo sui lupi alessandrini

“Il lupo si sposta in pianura seguendo le prede. Pericoloso? Per l’uomo no”. Cosa sappiamo sui lupi alessandrini

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – “Il lupo non è buono da vivo e neppure da morto“. Questo proverbio racchiude in poche parole tutta la cattiva fama che questo animale maestoso ha sempre avuto in Italia. Storie e leggende dipingono il lupo come spietato mangiatore di bambini e flagello dei greggi. Niente di più lontano dal vero. Ma queste (cattive) credenze popolari possono metterne nuovamente a repentaglio l’esistenza. Soprattutto ora che il numero dei lupi sta crescendo e si sposta dall’appennino sino alla pianura lungo quei corridoi verdi caratterizzati dai boschi e dai corsi dei fiumi. Per fare un po’ di chiarezza ne abbiamo parlato con la dottoressa Laura Gola del Parco del Po, da anni studiosa di questo grande carnivoro.

DOMANDA: Da quanto tempo il lupo è presente nell’Alessandrino?
RISPOSTA:
L’arrivo del lupo in provincia di Alessandria è stata del tutto spontanea. Si stima che questo grande mammifero carnivoro abbia varcato i confini della nostra provincia alla fine degli Anni ’80 spostandosi dall’appennino del Centro Italia.
D: Una migrazione dovuta a cosa?
R: Premettiamo che il lupo italiano, animale che ha una grandissima capacità di adattamento alle situazioni ambientali che gli si presentano, non si è mai estinto. È sopravvissuto nelle zone appenniniche dell’Italia centrale e grazie alle leggi a sua tutela approvate negli Anni ’70 ha iniziato a crescere di numero. Questo aumento l’ha spinto a trovare nuovi territori. È iniziata così una lenta ma continua migrazione verso le zone del Nord Italia.

D: Quindi non è una novità per la provincia di Alessandria.
R: Assolutamente no. Sul nostro territorio lo stiamo seguendo da tempo. Ne abbiamo studiato le abitudini e gli spostamenti. Lo abbiamo visto stanziarsi sulle zone appenniniche in un primo momento e poi, come rivelano recenti studi e avvistamenti, si è spinto verso alcune zone collinari e anche la pianura. Il tutto seguendo sempre quei corridoi naturali che sono costituiti da fiumi o aree boschive.
D: A quando i primi avvistamenti in pianura?
R: Tra il 2014 e il 2016 si è tenuto uno studio monitorando diversi esemplari lungo l’Orba. Ma non è escluso che già da prima facesse incursioni nelle zone pianeggianti.

D: Come mai questo cambiamento di territorio?
R: 
Iniziamo dicendo che il lupo ha un raggio d’azione territoriale piuttosto vasto, circa 200 km. L’espansione degli ungulati, che sono le sue prede principali, ha modificato il suo terreno di caccia. Il lupo si sposta semplicemente per cacciare e seguire gli spostamenti di cinghiali e caprioli. Va comunque detto che la presenza del lupo in pianura è decisamente marginale rispetto a quella che si può riscontrare in collina o soprattutto nella zona appenninica.
D: Ma esistono dei branchi stanziati in pianura?
R: 
Al momento quello che sappiamo è legato alla presenza di maschi in dispersione o di branchi in transito verso zone più tranquille. La pianura, con il traffico e l’urbanizzazione, non è la zona preferita dei lupi.

D: Ma la loro presenza così vicina alle zone abitate è un pericolo per l’uomo?
R:
No, per niente. Il lupo ha timore dell’uomo e scappa quando lo incontra. Lo considera infatti una minaccia. Ogni carnivoro ha prede ideali e naturali. Per il lupo sono caprioli e cinghiali. Poi può saltuariamente attaccare bestiame, ma si è visto che con poche accortezze, come ad esempio un buon cane da pastore, gli attacchi agli animali da fattoria vengono praticamente azzerati.
D: Cosa bisogna fare quando se ne incontra uno?
R: 
Semplicemente osservarlo ricordandoci che è un animale selvatico. Quindi non bisogna provare ad avvicinarlo e tantomeno a dargli da mangiare. Bisogna capire che questo mammifero non è un animale da compagnia e la sua bellezza sta proprio in questo: nel suo essere selvaggio, indipendente e libero di muoversi senza vincoli.

D: E chi sostiene che il lupo attacca l’uomo…
R: Dice un’inesattezza. Da anni non si verificano attacchi di questo tipo. Lo ribadisco, il lupo ha paura dell’uomo e tende a fuggire. Anche chi dice che il lupo è portatore di rabbia dice una cos inesatta, questo perché nella nostra provincia questo virus che colpisce i canidi oltre che l’uomo non è presente.
D: Quanti lupi ci sono in provincia di Alessandria?
R: 
Secondo l’ultimo monitoraggio standardizzato del lupo (2018-2020) in provincia di Alessandria si trovano circa una decina di branchi.

D: Di quanti esemplari si compone un branco?
R: Circa cinque o sei esemplari. In autunno può essere leggermente più numeroso dato la presenza ancora dei cuccioli nati intorno a maggio e che resteranno con gli adulti sino a quando non si allontaneranno dal branco per formarne uno tutto loro o unirsi a un altro.
D: Qual è l’importanza del ritorno del lupo nel nostro territorio?
R: Il lupo è un indicatore di come va il mondo naturale. La loro presenza indica lo stato di salute dei boschi, la presenza di erbivori che sono le sue prede naturali, l’espansione delle zone boschive fondamentali anche per la nostra sopravvivenza e la pulizia dell’aria dalla Co2. Ma serve anche a tenere sotto controllo l’espansione di cinghiali e caprioli. Immaginatevi i danni all’agricoltura e in generale all’ecosistema se questi erbivori non avessero un predatore naturale.

Photo by Vincent van Zalinge on Unsplash

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