Autore Redazione
giovedì
13 Gennaio 2022
05:43
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Cronaca - Alessandria

Confcommercio e ripresa: “Per i consumi prevista nel 2023, sempre in crisi alberghi e ristorazione”

Confcommercio e ripresa: “Per i consumi prevista nel 2023, sempre in crisi alberghi e ristorazione”

ITALIA – Il 2021 si chiuderà con una crescita del Pil del 6,2% e un incremento dei consumi del 5,1%, mnumeri incoraggianti ma su cui Confcommercio invita a riflettere. Si tratta “in larga parte di rimbalzi statistici“, spiega, sebbene questi dati testimonino comunque una grande vitalità del tessuto produttivo del Paese, ma non riguardano tutti i settori. La filiera turistica e dell’area della cultura e del tempo libero sono ancora molto distanti dai livelli del 2019.

A livello nazionale “ristorazione e alberghi registrano una perdita di consumi, rispettivamente, del 27,3% e di quasi il 35%, i servizi culturali e ricreativi del 21,5%; e ci sono anche altri comparti con cali a doppia cifra, come i trasporti (-16%) e l’abbigliamento e le calzature (-10,5%). “È evidente – ha sottolineato il direttore dell’Ufficio Studi, Mariano Bellache il recupero prosegue più lentamente del previsto e per i consumi, in calo del 7,3% rispetto al 2019, il completo ritorno ai livelli pre-pandemici non avverrà prima del 2023“. “Per una ripresa più robusta – ha osservato Bella -bisognerà attendere condizioni macroeconomiche più favorevoli, anche perché la nuova ondata pandemica, con le conseguenti restrizioni e, soprattutto, l’accelerazione inflazionistica innescata dai prezzi delle materie prime, rischiano di bloccare l’ampio potenziale di consumo delle famiglie italiane”. “L’eccesso di risparmio forzoso e precauzionale – ha detto Bella – accumulato negli ultimi due anni difficilmente troverà sbocchi favorevoli in condizioni di nuova incertezza pandemica e inflazionistica. In questo contesto è indispensabile sostenere in particolare le componenti della filiera turistica e le sue estensioni alla convivialità e alla cultura adottando misure sugli ammortizzatori sociali, senza aggravi di costo per le imprese, e sull’accesso al credito, ma anche interventi fiscali e contributi a fondo perduto parametrati alle perdite subite“.

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