Autore Redazione
giovedì
10 Marzo 2022
20:00
Condividi
Cronaca - Ovada

Peste suina: l’obiettivo è “eradicarla con interventi tempestivi”

Peste suina: l’obiettivo è “eradicarla con interventi tempestivi”

PIEMONTE – “Eradicare la peste suina africana con interventi tempestivi”. È questo l’obiettivo del neocommissario straordinario interregionale, Angelo Ferrari, intervenuto in Regione, durante la Commissione congiunta Agricoltura e Sanità, presieduta da Claudio Leone.

Per certificare l’eradicazione della malattia deve passare un anno dal ritrovamento dell’ultima carcassa infetta. Nella “migliore delle ipotesi“, ha spiegato Ferrari, questo non potrà quindi avvenire prima dell’autunno del 2023. Ad oggi sono 60 le positività riscontrate su carcasse di cinghiale recuperate all’interno dell’area infetta tra Piemonte e Liguria “a fronte di un numero ingente di controlli effettuati”. Per creare il vuoto sanitario nella zona critica, ed evitare il passaggio della peste suina dai cinghiali ai maiali, finora scongiurato, si sta procedendo alla macellazione e all’abbattimento dei capi degli allevamenti nella zona contaminata. Come spiegato dal commissario regionale per l’emergenza, Giorgio Sapino, “dei 103 allevamenti interessati a oggi ne restano ancora una decina, mentre tutti gli altri sono stati vuotati completamente tramite macellazione. Sarà necessario abbattere e distruggere i circa 6.000 suini ancora presenti nella zona infetta”.

La strategia per contenere ed eradicare la peste suina prevede inoltre la creazione di una “barriera” per circondare la zona infetta. “La proposta di una rete che dovrebbe circondare la zona infetta – ha sottolineato il commissario straordinario – va affrontata con attenzione e celerità, coinvolgendo il territorio, per contenere il più possibile le fughe a est e a ovest. È necessario affrontare la situazione con la massima trasparenza ma mantenendo un basso profilo per prevenire allarmismi e, soprattutto, fake news“.

Durante la seduta sono intervenuti anche i rappresentanti delle associazioni venatorie piemontesi: Giorgio Rondano di Federcaccia, Remo Calcagno di Arcicaccia, Alfredo Monaco di Italcaccia e Alessio Abbinante di Anuu. Tutti, hanno spiegato dalla Regione, “si sono espressi chiedendo interventi tempestivi ed esprimendo dubbi sulla recinzione, per i costi e l’efficacia in un territorio orograficamente difficile da delimitare. Da tutti è venuta la massima disponibilità per concorrere a debellare la peste suina africana. Giorgio Rondano ha chiesto che i divieti sanciti nella zona infetta vengano fatti rispettare a tutti, compresi gli escursionisti e i ciclisti.
Remo Calcagno ha sottolineato la perdita di associati che colpirà le associazioni venatorie e ha chiesto interventi a tutela del personale che rischia il lavoro nei diversi settori colpiti dalla peste suina africana.
Abbinante ha proposto la diversificazione delle tecniche di caccia secondo le zone dell’Alessandrino e chiesto che a questo concorrano, oltre ai cacciatori, altre figure definite dalla legge.
Alfredo Monaco ha dato la disponibilità dei cacciatori a intervenire anche all’interno dell’area critica, ora negata all’attività venatoria.
Domande sono state poste dai consiglieri Domenico Ravetti, Monica Canalis (Pd), Leone e Alessandro Stecco (Lega)”.

 

Condividi