7 Aprile 2022
05:54
Siccità e cambiamenti climatici, Mercalli: “Piemonte destinato ai 50 gradi d’estate entro il 2050”
ALESSANDRIA – “Nascondersi è inutile, il cambiamento climatico è sotto gli occhi di tutti peccato che per contrastarlo, non si faccia nulla di concreto“. Luca Mercalli, climatologo e divulgatore scientifico torinese, ne è certo. Il clima sta cambiando, “anche piuttosto velocemente“, ma il tema, “salvo tante belle parole che però quasi mai si traducono in azioni“, sembra sempre venir messo da parte per far spazio ad altre priorità che sembrano molto più pressanti. E l’ondata di siccità, durata ben 111 giorni (secondo periodo invernale più arido degli ultimi 65 anni), che ha colpito la nostra Regione ne è un chiaro esempio. “Tecnicamente e statisticamente il periodo di siccità è finito lo scorso weekend quando sono cadute le tanto attese piogge. Che poi le precipitazioni siano state insufficienti è un altro discorso“.
DOMANDA: Questo rimane comunque un campanello d’allarme piuttosto importante.
RISPOSTA: Campanelli d’allarme ce ne sono infiniti. Sono 20 anni che li suoniamo, peccato che nessuno li ascolti. Quello legato alla siccità è semplicemente uno dei tanti. Adesso che ha piovuto un po’, statisticamente verrà archiviato semplicemente come secondo periodo più secco degli ultimi tot anni e via. Ma la questione è ben più profonda.
D: Ma allora come si può contrastare il cambiamento climatico?
R: Si vada a leggere l’ultimo rapporto delle Nazioni Unite uscito proprio a inizio aprile 2022. Un faldone di quasi 3000 pagine in cui si analizza in dettaglio tutto quello che bisognerebbe fare per contrastare i crescenti fenomeni atmosferici estremi. Sono tra l’altro cose che già sappiamo tutti e che vengono ripetute e ribadite da anni. Ma torniamo al discorso di prima: si dice tanto ma non si fa nulla o comunque non abbastanza.
D: Sommariamente quali sono le azioni che bisogna adottare?
R: Consumare di meno, passare alle energie rinnovabili, sprecare di meno, fermare il consumo del suolo. Insomma, bisogna avere il coraggio di porsi dei limiti, invece qui si vuole rapacizzare ogni risorsa possibile immaginabile del pianeta. E qui includo anche il Piemonte, regione che contro il cambiamento climatico non fa gran che. Si parla tanto di Green Economy ma di fatto i processi che generano i cambiamenti climatici non vengono fermati, semmai se ne aggiungono altri.
D: In maniera particolare il consumo del suolo.
R: È una questione piuttosto emblematica di questo problema. Al consumo di suolo bisogna mettere uno stop, invece continuano a sorgere capannoni, strade, ferrovie, palazzi. C’è sempre una buona scusa per costruire e questo danneggia l’ambiente e di conseguenza anche la popolazione.
D: Quale sarebbe l’opzione più giusta?
R: Portare il consumo del suolo a zero e ristrutturare e ammodernare le strutture che ci sono già.
D: Cosa ci aspetta in futuro?
R: Senza interventi adeguati si avrà un aumento crescente della temperatura. Questo significa che in estate avremo delle ondate di caldo africano. A Torino negli ultimi anni si sono registrate temperature massime intorno ai 41 gradi, entro metà secolo si raggiungeranno i 50. Ma oltre all’aumento della temperatura cresceranno tutti gli eventi atmosferici estremi, quindi più alluvioni, più temporali intensi, più grandinate, più tempeste di vento, più periodi di siccità. Tutti eventi che già conosciamo ma che si presenteranno sempre più amplificati. A questo si aggiunge il problema, che riguarda soprattutto le zone costiere, dell’aumento del livello del mare.
D: Come mai questo aumento?
R: I nostri ghiacciai stanno fondendo, questo porta a un aumento dell’acqua nei fiumi che andando nei mari portano al loro innalzamento. Entro la fine del secolo se non si fa niente Venezia sarà interamente allagata. Stiamo parlando di un metro di mare in più, non di qualche centimetro.
D: Come infrastrutture l’Italia è pronta a questo?
R: Assolutamente no. Esiste un piano di adattamento ai cambiamenti climatici ma al momento si trova in uno dei cassetti del ministero della Transizione Ecologia ma nulla più. Si tratta di un lavoro anche piuttosto importante a cui manca però una strategia di azione.
D: In che senso?
R: È sotto gli occhi di tutto. Ci siamo spaventati per la possibile chiusura dei rubinetti del gas russo e una delle proposte avanzate è stata quella di riaprire addirittura le centrali a carbone. Questo cozza non poco con la possibilità di avere un pianeta maggiormente green, non crede?
D: Abbiamo parlato di siccità, come potremo gestire l’acqua nell’immediato futuro?
R: Bisognerà fare economia sull’uso dell’acqua ma anche lavorare per migliorare la rete degli acquedotti ormai vetusta e piena di perdite come dimostrano molti studi oltre alla creazione di laghetti d’accumulo invernali dell’acqua per poi essere utilizzati d’estate.