Autore Redazione
venerdì
13 Maggio 2022
07:00
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Cronaca - Alessandria

Il teatro qui da noi e il suo futuro. Ieri a Visioni 47

Paolo Pasquale, Massimo Bagliani e Ombretta Zaglio sono stati gli ospiti dell’ultimo appuntamento della rassegna Ri_immagina_un palcoscenico al circolo culturale di via trotti 47
Il teatro qui da noi e il suo futuro. Ieri a Visioni 47

ALESSANDRIA – Su uno schermo scorrono le immagini del film “Vogliamo vivere” del ‘42 di Ernst Lubitsch, una storia di resistenza al nazismo attraverso il teatro e proprio di resistenza del teatro, in generale e soprattutto nella nostra città, si è parlato ieri, giovedì 12 maggio, al circolo culturale Visioni 47. L’occasione è stata l’ultimo degli incontri della rassegna “Ri_immagina_un palcoscenico”, legata alla stagione di prosa organizzata dal Comune e da Piemonte dal Vivo al Teatro Alessandrino, che ha dato voce alle realtà teatrali del territorio. Ri_immagina_un palcoscenico ha prospettato nuove visioni (come evocato dal nome stesso del circolo culturale) della città e del teatro, e lo ha fatto colloquiando con il pubblico, nella consapevolezza che il teatro è vita e comunità. Ospiti dell’ultimo appuntamento “visionario” sono stati Paolo Pasquale, proprietario e direttore del Teatro Alessandrino e del Cinema Kristalli, Massimo Bagliani, suo direttore artistico, e Ombretta Zaglio, autrice, attrice e regista del Teatro del Rimbalzo.  Qual è la visione del futuro ad Alessandria?” Alla domanda di Roberto Lasagna, direttore del Festival Adelio Ferrero di Cinema e Critica, sono state date tante risposte e ognuna ha messo in luce una prospettiva diversa.

Ombretta Zaglio, che negli ultimi due anni ha fatto teatro on line, ha parlato di “teatro come rimbalzo di palla tra attori e pubblico”. La sua visione consiste nel “rapporto tra passato-presente-futuro”, necessario al fine di recuperare la flessibilità del teatro sperimentale. Come un tempo “il teatro si faceva dove si poteva fare”, oggi è stato possibile usare la tecnologia, grazie allo schermo che crea un “rapporto a tu per tu in cui si sente vicino la gente”.   Una prospettiva ragionevolmente ottimistica è stata quella di Paolo Pasquale. Alla luce degli ottimi risultati della stagione “E’ di scena” dell’Alessandrino con la direzione di Bagliani (meno seguita la rassegna di prosa organizzata da Piemonte dal Vivo e dal Comune), i progetti per il prossimo anno ci sono e stanno già prendendo forma. Molti spettacoli, come quelli di Ale e Franz, dei Kataklò o il concerto di Fabio Concato hanno fatto il tutto esaurito e ha avuto uno straordinario successo l’opera “Il barbiere di Siviglia”. Vinta la scommessa della lirica, l’opera ritornerà nel 2023 con il “Rigoletto” di Verdi, nell’anno della celebrazione dei 210 anni dalla nascita del compositore. L’Alessandrino sarà anche per dieci giorni in novembre (ed è una notizia importante anche per la ricaduta sulla città) cantiere di preparazione e luogo della data zero, ovvero dell’anteprima nazionale, del nuovo spettacolo di Alessandro Cattelan.

Ed è l’immagine ben resa da  Massimo Bagliani, attraverso aneddoti di vita vissuta, del teatro come fatica e come conquista sera dopo sera del pubblico, che rimane impressa. Una passione, certo, ma anche un lavoro dall’esito mai scontato, raccontato in modo brillante da un protagonista che ha attraversato tutti i generi teatrali. Non si smetterebbe mai di sentirlo parlare Bagliani; gli episodi che narra appartengono alle sue esperienze teatrali con Vittorio Gassman, con Gigi Proietti, con Bramieri. Raggelanti e insieme esilaranti le massime sul mestiere dell’attore da lui ascoltate da personaggi famosissimi. La più eloquente tra tutte quella di Gabriele Lavia: “Fatica tanta, soddisfazione nessuna, paga bassissima”.  E, nonostante ciò, il teatro resiste, grazie anche a Visioni 47, un luogo dove ricucire relazioni e tessuto culturale cittadino, nelle intenzioni di Salvatore Coluccio, già organizzatore di importanti concerti in città e ideatore della mostra mercato Vinile Alessandria, e di Roberto Lasagna.

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