16 Luglio 2022
05:30
Recupero liste d’attesa Piemonte, Cirio: “Problema decennale ma entro 2022 torneremo ai livelli pre-covid”
PIEMONTE – “Abbiamo ereditato un sistema che non ci piace e con molte criticità, ma pur nella complessità del periodo lo stiamo migliorando e potenziando“. Il presidente del Piemonte Alberto Cirio e l’assessore regionale alla Sanità Luigi Icardi hanno commentato così il piano di recupero delle liste di attesa, ora che il primo obiettivo fissato tre mesi fa per la fine di giugno è stato raggiunto e superato. “Ora il prossimo passo sarà tornare ai livelli pre pandemia entro il 2022″.
Da quando è stato avviato il Piano, a marzo 2022, è stato recuperato il 45 per cento dei ricoveri e il 44 per cento delle visite e prestazioni ambulatoriali arretrate (l’obiettivo in entrambi i casi era il 30 per cento), rispetto allo scostamento tra quelle erogate nel 2021 e quelle erogate nel 2019. Nei primi sei mesi del 2022 positivo anche il dato degli screening oncologici: ne sono stati fatti quasi 212.500, ovvero il 98% di quelli eseguiti nell’anno pre-pandemia. Nello specifico, gli screening al seno sono stati più di 86 mila (ovvero il 94% dei quasi 92 mila del 2019), quelli all’utero oltre 77 mila (il 92 per cento dei quasi 84 mila pre pandemia) e quelli al colon retto più di 49 mila (il 119 per cento dei circa 41 mila del 2019).
In particolare, nel periodo marzo-maggio di quest’anno (corrispondente ai mesi di avvio del piano di recupero), sono stati 14.200 i ricoveri in più rispetto al 2021, a fronte di 31.800 ricoveri in meno nei primi cinque mesi dell’anno scorso rispetto al 2019. Quanto alle visite e alle prestazioni ambulatoriali, nel periodo marzo-giugno di quest’anno (corrispondente sempre ai mesi di avvio del piano di recupero) sono 92 mila quelle in più rispetto al 2021, a fronte delle 200 mila in meno nei primi sei mesi dell’anno scorso rispetto al 2019.
Riguardo ai tempi di attesa per le 42 prestazioni di riferimento del Piano nazionale fornite dalle Aziende sanitarie locali (tra le quali ad esempio colonscopia, ecografia addome, elettrocardiogramma da sforzo, fondo oculare, mammografia, spirometria, visita cardiologica, visita chirurgia vascolare, visita oculistica, visita pneumologica) i dati dei primi sei mesi 2022 registrano una media di 38 giorni, uguale a quella del 2018.
In particolare, già su 20 prestazioni il tempo media d’attesa nel 2022 è inferiore a quello del 2018 mediamente di 7 giorni. Sulle restanti, è in corso un recupero che porta a uno scostamento in media inferiore ai 10 giorni.
Il presidente Cirio e l’assessore Icardi hanno illustrato le azioni (rimodulazione dei piani aziendali, riparto dei fondi alle Asl per l’incremento contestuale delle attività, maggiore integrazione tra le agende pubbliche e private, ottimizzazione del Centro unico prenotazioni e incremento operatori call center, ottimizzazioni della presa in carico delle prescrizioni, efficientamento delle attività delle sale operatorie) e il metodo (supporto settimanale alle Asl per il raggiungimento degli obiettivi e la risoluzione di eventuali criticità, interazione e dialogo costante con tutti gli stakeholder interessati e monitoraggio settimanale degli obiettivi, con cruscotto per ciascuna Azienda sanitaria regionale) che hanno condotto fin qui al pieno raggiungimento del primo obiettivo (recupero del 30 per cento delle liste d’attesa sulle prestazioni ambulatoriali di primo accesso).
Il Piano di recupero delle liste d’attesa è stato approvato dalla Giunta il 29 gennaio scorso e vede un budget supplementare di 50 milioni di euro. Il presidente Cirio e l’assessore Icardi hanno poi presentato la rivoluzione del sistema di presa in carico attiva delle prescrizioni di primo accesso, sul modello della procedura dei vaccini covid: entro settembre, infatti, per due prestazioni pilota, la mammografia e la visita cardiologica, una volta contattato il Cup non sarà più necessario richiamare più volte, perché sarà il sistema stesso ad avvisare il paziente comunicandogli non appena disponibile (tramite sms o altro strumento) la data, il luogo e l’ora dell’appuntamento, come già avviene per i vaccini. L’attuale CUP è stato creato con una delibera della Giunta Chiamparino nel 2014. È stato poi avviato nel 2018 con uno stanziamento di 15 milioni di euro e una capacità annua di 2,5 milioni di chiamate processabili.
In particolare grazie a uno stanziamento di 3 milioni di euro il sistema è stato potenziato per gestire la fase pandemica, ampliare lo spazio di caricamento delle agende appuntamenti delle aziende sanitarie (entro settembre verranno caricati anche i privati accreditati), incrementare gli operatori del call center per portare il numero delle chiamate processabili a 4 milioni all’anno. Attualmente vengono gestite oltre 85.000 chiamate a settimana, quasi il doppio rispetto al sistema ereditato. Lo step finale del Piano straordinario di recupero delle liste d’attesa sarà, entro dicembre 2022, il ritorno di visite, prestazioni e interventi ai livelli pre-pandemia del 2019.
“Il nostro grazie va a tutto il sistema sanitario, pubblico e privato, e a ogni suo operatore, perché siamo consapevoli che portare avanti questa sfida nel periodo che stiamo vivendo rappresenta uno sforzo enorme e di questo siamo loro grati”, hanno concluso il presidente Cirio e l’assessore Icardi.
Rispetto al tema delle liste d’attesa ieri è anche andata in scena una protesta del Movimento 5 Stelle, con una serie di cartelli lasciati sugli scranni del consiglio regionale e nel cortile di Palazzo Lascaris, con riportati i tempi di attesa per alcuni esami nella nostra regione.
“Ieri è stato annunciato, nella solita conferenza stampa in pompa magna, l’ennesimo piano predisposto da Cirio e dall’assessore alla Sanità Icardi per ridurre le lunghissime liste d’attesa per visite, esami, interventi chirurgici e prestazioni mediche. Un film già visto, una replica mandata in onda ripetutamente da inizio mandato. Per questo motivo abbiamo scelto di ricordare al Presidente ed alla sua Giunta come stanno davvero le cose in Piemonte” hanno sottolineato gli esponenti pentastellati Sean Sacco e Sarah Disabato. “Una protesta necessaria, a fronte dell’ennesimo annuncio della premiata ditta Cirio e Icardi, che raccontano la favola di voler abbattere non solo – e già servirebbe un miracolo – i ritardi accumulati durante la pandemia, ma perfino ridurre le tempistiche rispetto alla situazione pre-Covid. Un sogno irrealizzabile, visto che la realtà è persino peggiore di come la descrivono e racconta di utenti che faticano a prenotare visite ed esami tramite il nuovo CUP e che, quando finalmente ottengono una risposta, si ritrovano a dover aspettare mesi se non anni per accedere alle prestazioni sanitarie. Ci è perfino giunta notizia, come segnalato dall’Ordine dei Medici di Torino e riportato da alcuni giornali, di visite “accelerate” al limite dell’inverosimile, fino ai 20 minuti, proprio per cercare di ridurre le liste d’attesa, con il rischio di un peggioramento delle prestazioni. Per provare a risolvere la situazione servirebbe mettere da parte la politica degli annunci che da sempre contraddistingue la Giunta Cirio e pensare a fare fatti. Al Piemonte servono investimenti importanti sulle strutture e nelle assunzioni del personale, ciò che chiediamo fin da inizio mandato per preservare la salute dei cittadini. Non ce ne facciamo nulla del solito spot a reti unificate. È necessario un ampio confronto con i professionisti, i sindacati, gli utenti e le forze politiche che siedono in consiglio regionale, dove invece di continuare a discutere di feste e festicciole vorremmo tornare a parlare dei temi fondamentali per il Piemonte”.
Rispetto a presunti episodi di “visite accelerate” il Governatore Cirio ha stigmatizzato questi eventuali scenari, sottolineato di voler, nel caso questi episodi fossero realmente avvenuti, andare a fondo per porre un immediato rimedio. Rispetto alle liste d’attesa, inoltre, il Governatore ha fatto un appello: “Occorre avere l’onestà intellettuale per ammettere che il problema delle liste di attesa esiste da almeno un decennio e ora dobbiamo affrontarlo con l’aggravante del covid. Su questi temi non si fa politica, non si strumentalizzano i numeri”.