Autore Redazione
lunedì
10 Ottobre 2022
10:31
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Cronaca - Alessandria

“Stop Solvay” torna in piazza: “Biomonitoraggio subito e no aziende chimiche in centri abitati”

“Stop Solvay” torna in piazza: “Biomonitoraggio subito e no aziende chimiche in centri abitati”

ALESSANDRIA – Il Comitato “Stop Solvay” è pronto a farsi sentire ancora una volta. Sabato, 15 ottobre 2022, l’associazione tornerà in piazza per chiedere di tutelare gli spinettesi e pretendere azioni concrete alle istituzioni anche e soprattutto dopo che “mesi fa alcune persone hanno deciso di mettersi a disposizione della comunità, di mettere da parte le proprie paure, e partecipare all’inchiesta “Solvay: la pollution invisible”. Una situazione dai “risultati chiari: nel sangue del 55% degli spinettesi che hanno aderito all’inchiesta il PFOA supera la soglia di allarme fissata dalla Germania”. 

Tutto questo ha indotto il comitato a “pretendere che lo screening sanitario di tutte le persone potenzialmente colpite dall’inquinamento di Solvay venga effettuato al più presto, e destinando le giuste risorse“, come già chiesto anche dal segretario provinciale della Cgil, Franco Armosino. Per questo “Stop Solvay” ora chiede “che Solvay chiuda e che bonifichi il sito inquinato”. Uno scenario questo non irrealizzabile, puntualizza il movimento, e che ha già un esempio in provincia come “insegnano battaglie come quella portata avanti a Casale Monferrato, prima della quale sembrava impossibile che un’azienda come Eternit potesse chiudere“.

Sabato verranno ribadite le richieste a tutela della salute come “lo screening affinché i timori per la nostra salute possano trasformarsi in una capillare opera di prevenzione collettiva” oltre “al biomonitoraggio al più presto“. Un percorso però realizzabile, aggiunge l’associazione “solo quando le istituzioni avranno il coraggio di dire che nel 2022, non è più ammissibile che un polo chimico sia situato all’interno di un centro abitato e, ancora meno, non è ammissibile essere costantemente ricattati da una multinazionale che cerca di barattare la salute ambientale e dei cittadini, con posti di lavoro che fanno ammalare anche gli stessi lavoratori“.

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