28 Ottobre 2022
12:09
Nuovo pasticcio Tari: arriva l’ingiunzione per quella del 2013 ma in molti avevano già pagato
ALESSANDRIA – Già nel 2017 l’invio massiccio di avvisi di mancato pagamento, tra l’altro proprio della Tari 2013, aveva mandato in fibrillazione più di un alessandrino e riversato negli uffici una “folla” di cittadini decisi a fornire prova dell’avvenuto pagamento. A distanza di 5 anni, la tariffa rifiuti del 2013 del Comune di Alessandria fa di nuovo sobbalzare, e arrabbiare, i cittadini.
A casa dei genitori di Elisa, una cittadina residente a Cascinagrossa, la “famigerata busta verde” è arrivata la scorsa settimana. Quando la mamma e il papà dell’alessandrina hanno aperto la lettera con l’ingiunzione di pagamento hanno strabuzzato gli occhi. Ica, la società che si occupa della riscossione tributi per conto del Comune di Alessandria, contesta alla famiglia il mancato pagamento della Tari 2013 e anche l’aver ignorato una precedente ingiunzione notificata a fine 2018.
Quando Elisa e i suoi genitori hanno letto il contenuto della lettera hanno subito pensato a “un errore”. La madre di Elisa è precisa nei pagamenti e anche nel catalogare bollette e bollettini. Alla donna, infatti, è bastato frugare tra le carte per ritrovare la ricevuta del pagamento effettuato ormai 9 anni fa. Quel bollettino, però, non è bastato a chiudere rapidamente la faccenda.
La madre di Elisa, con tanto di ricevuta di pagamento in mano, ha raggiunto Alessandria per avere risposte “sul da farsi”. La cittadina di Cascinagrossa, ha raccontato la figlia, è stata però “rimbalzata” da un ufficio all’altro. “Il funzionario di Ica a cui ha mostrato il bollettino della Tari 2013 ha detto che il numero del protocollo non corrisponde e che a loro quel pagamento non risulta corretto. In più, le ha detto che le arriverà a casa un’altra cartella riferita agli anni dal 2014 al 2017. Quindi, oltre a chiederci 388 euro per la Tari del 2013, che abbiamo già pagato, ci chiederanno altri mille euro”.
Non è andata meglio all’ufficio Tributi del Comune di Alessandria, in piazza Giovanni XXIII. “Mia mamma non è stata neppure ricevuta in un ufficio. Da una finestra una funzionaria ha raccolto i documenti, quelli di madre e di altri cittadini che erano lì lamentando lo stesso problema, e ha liquidato tutti con un: “Vi faremo sapere”.
PERCHE’ STANNO ARRIVANDO LE INGIUNZIONI DI PAGAMENTO DEL 2013
La questione sollevata da Elisa è però quella di tanti cittadini che, con grande stupore, hanno ricevuto la richiesta di pagamento della Tari 2013 in maniera del tutto inaspettata. Una situazione che riguarderebbe circa il 30-35% dell’utenza, spiegano da Ica, la società che, per conto del Comune di Alessandria, si occupa della riscossione di questo tipo di tributo. Tutto però nasce, spiega Ica da un problema di “dematerializzazione da parte di Poste dei bollettini“. In pratica al momento del pagamento avvenuto, a suo tempo, agli sportelli delle Poste, il pagamento non sarebbe stato associato all’utenza. Questo avrebbe comportato la mancata registrazione del saldo avvenuto determinando il pasticcio che è poi deflagrato in questi giorni con le raccomandate che angosciano ora molti cittadini, costretti a cercare nelle loro cartelle l’ormai ingiallito cedolino. “Il Comune ha incaricato Ica di procedere con la riscossione sulla base degli avvisi di accertamento inviati nel 2018 e riferiti al 2013 e per questo sono arrivate le buste verdi“, spiegano ancora da Ica, che ora sta gestendo i singoli casi con una verifica delle situazioni. “I cittadini stanno portando le ricevute dei pagamenti e noi stiamo procedendo con la correzione delle varie posizioni“, continua la società di riscossione che deve far fronte a una mole di lavoro anomala che si protrarrà anche nei prossimi giorni. Il problema per chi ha già pagato però è che dovrà dimostrare di averlo fatto a suo tempo portando la ricevuta dei pagamenti compiuti. “La decadenza dopo i 10 o 5 anni infatti si configura solo a partire dall’ultimo atto emesso che, in questo caso, si riferisce al 2018, quindi i cittadini che non abbiano conservato le ricevute dovranno pagare una seconda volta“. Uno scenario che potrebbe ripetersi anche per i pagamenti degli anni seguenti compiuti sempre alle Poste perché “con l’inserimento negli F24 questa anomalia dovrebbe essere decaduta“.
LA RABBIA DI ELISA PER UNA STORIA CHE PENALIZZA LE FASCE DEBOLI
Spiegazioni o meno però, tornando alla cittadina che ha sollevato minuziosamente il problema, la vicenda richiede uno sforzo che non dovrebbe essere richiesto a chi ha rispettato le regole. “Mia mamma ha 76 anni e, per fortuna, è ancora in grado di gestire tutto da sola ma mi chiedo come potrebbe fare un anziano che non è come lei. Non stiamo parlando di pochi euro. Quello che è capitato ai miei genitori, e alle altre famiglie che hanno ricevuto la cartella esattoriale, non è corretto“.
Elisa sta pensando di rivolgersi a un avvocato per capire come gestire la “famigerata busta verde” e quelle che, a quanto pare, potrebbero arrivare a casa dei genitori. “La mia famiglia ha tutte le ricevute dei bollettini pagati ma, in ogni caso, ora voglio anche che mi dimostrino di aver inviato una ingiunzione a fine 2018 che la mia famiglia ha ricevuto e poi ignorato”.
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