Autore Redazione
giovedì
23 Febbraio 2023
14:47
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Cronaca - Alessandria

Altra aggressione in carcere ad Alessandria: detenuto colpisce agente con bomboletta gas

Altra aggressione in carcere ad Alessandria: detenuto colpisce agente con bomboletta gas

ALESSANDRIA – Altra aggressione martedì 21 febbraio 2023 nel carcere Don Soria di Alessandria. Lo denuncia il Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, che ha svelato la brutta esperienza vissuta da un agente, colpito da una bomboletta del gas di solito utilizzata dai detenuti nelle celle. In seguito alla reazione il poliziotto ha riportato ferite giudicate guaribili in dieci giorni, come certificato dal Pronto soccorso dove è stato trasferito in seguito alla vicenda.

Un episodio che, denuncia il sindacato, si aggiunge ai già molti casi di aggressione che ancora si protraggono nelle carceri di tutta Italia. Come spiega il segretario regionale del Sappe Piemonte,  Vicente Santilli, la speranza è che ora “finisca presto questo massacro nei confronti della Polizia penitenziaria, anche con strumenti idonei per garantire l’incolumità degli Agenti”. Secondo il sindacato servono “urgenti provvedimenti per fronteggiare ed impedire aggressioni fisiche e selvagge, strumenti come quelli in uso a Polizia di Stato e Carabinieri, ossia pistola “taser” e spray al peperoncino“.

Non passa giorno senza che si verificano aggressioni nei confronti della Polizia Penitenziaria che presta servizio in Piemonte: e siamo sconcertati dall’assenza di provvedimenti in merito contro chi si rende responsabile di queste inaccettabili violenze, determinando quasi un effetto emulazione per gli altri ristretti violenti. Aggressioni, colluttazioni, ferimenti contro il personale, così come le risse ed i tentati suicidi, sono purtroppo all’ordine del giorno“, conclude Santilli.

Donato Capece, Segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe, ha espresso la solidarietà del primo Sindacato del Corpo all’Agente di Polizia rimasto ferito al Don Soria e denuncia: “Servono interventi urgenti e strutturali che restituiscano la giusta legalità al circuito penitenziario intervenendo in primis sul regime custodiale aperto. La via più netta e radicale per eliminare tutti questi disagi sarebbe quella di un ripensamento complessivo della funzione della pena e, al suo interno, del ruolo del carcere: certo non indulti o amnistie. Espellere gli stranieri detenuti in Italia, per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di origine, potrebbe già essere una soluzione, come anche prevedere la riapertura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari dove mettere i detenuti con problemi psichiatrici, sempre più numerosi, oggi presenti nel circuito detentivo ordinario. La Polizia Penitenziaria è veramente stanca di subire quotidianamente gratuite violenze per l’incapacità di una Amministrazione che non riesce ad intercedere ai livelli politici competenti, anch’essi sicuramente non esenti da gravi responsabilità“.

Tutti i giorni i poliziotti penitenziari devono fare i conti con le criticità e le problematiche che rendono sempre più difficoltoso lavorare nella prima linea delle sezioni delle detentive delle carceri, per adulti e minori. Mi riferisco alla necessità di nuove assunzioni nel Corpo di polizia penitenziaria, corsi di formazione e aggiornamento professionale, nuovi strumenti di operatività come il taser, kit anti-aggressioni, guanti antitaglio, telecamere portatili, promessi da mesi dai vertici ministeriali ma di cui non c’è traccia alcuna in periferia“.

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