Autore Redazione
venerdì
3 Marzo 2023
09:40
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Cronaca - Alessandria

Perdersi nei serial. Ha debuttato al Teatro Alessandrino “Fiction” della Coltelleria Einstein

Ironia e binge watching ieri nello spettacolo di Giorgio Boccassi e Donata Boggio Sola, secondo appuntamento del Segmento Off della Stagione di Prosa del Comune di Alessandria e di PdV
Perdersi nei serial. Ha debuttato al Teatro Alessandrino “Fiction” della Coltelleria Einstein

ALESSANDRIA – Lieve come un balletto scherzoso e immersivo come il mondo delle serie tv. “Fiction – Perdutamente serial” della Coltelleria Einstein tratta proprio il tema della voracità dei guardatori seriali e lo fa esplorandone le derive. Lo spettacolo ha debuttato ieri 2 marzo al Teatro Alessandrino ed è stato il secondo dei tre appuntamenti del Segmento OFF della stagione di prosa organizzata dal Comune di Alessandria e da Piemonte dal Vivo. La prossima data della sezione dedicata alle compagnie del territorio sarà sabato 1° aprile. Sarà in scena L.E.A.R della Compagnia Stregatti con Giusy Barone, Luca Bertolotti, Stefania Cartasegna, Assunta Floris, Simona Gandini, David Turri, Claudio Vescovo con adattamento e regia di Gianluca Ghnò.    Il 19 marzo la Stagione di Prosa continua con Milena Vukotic, Pino Micol, Gianluca Ferrato in  “Così è (se vi pare)” di Pirandello con la regia di Geppy Gleijeses.

Un tema come quello della dipendenza da fiction può essere trattato in modo smaccatamente comico oppure didattico, persino tragico nelle sue aberrazioni. Giorgio Boccassi (anche regista insieme a Valerio Bongiorno) e Donata Boggio Sola inizialmente lo sorvolano, poi vi si buttano tra il serio e il faceto e infine ne vengono travolti. L’assunto iniziale è che in rete si trovano mondi di ogni tipo, da quelli eroici a quelli distopici, mitici, regali … e possono essere talmente convincenti da prevalere sulla realtà. Su una scena (di Mirella Salvischiani) dove pochi elementi stilizzati ricreano un ambiente domestico che si intuisce dominato da una TV, i due protagonisti interagiscono faticosamente, divisi da una dimensione di irrealtà che prevale sulla loro vita. Sono Betta e Mario, ma combattono anche contro gli zombie, si ritrovano poliziotti, diventano sovrani alla corte d’Inghilterra. Tra un mondo immaginario e l’altro, sprazzi di presente e, come una sigla di stacco, balletti (decisamente gustosi) sulle note di una canzoncina di un film di Stanlio e Ollio. Si sorride e un po’ ci si ritrova nell’uso delle piattaforme di streaming; ci si riconosce persino nel binge watching, ovvero nell’abuso della visione di serie TV, la cui deriva estrema può portare al distacco dalla realtà. Fiction crea la sensazione del passaggio continuo tra realtà differenti e per lo più immaginarie, sino allo smarrimento di sé (la degenerazione ultima è il disturbo da dissociazione dell’identità). Lo fa in maniera leggera, come una danza e come un gioco, ma in una direzione sempre più precipitosa. Boccassi e Boggio Sola delineano dei protagonisti non totalmente inconsapevoli dell’assuefazione al metaverso, persino dotati di lampi di lucidità, eppure inerti nel lasciarsi scivolare in vite artefatte. Perché “esistono più dimensioni e non sono parallele, ma comunicano l’una con l’altra”, prendono vita e si impongono. Siamo a teatro e qui tutti, attori e spettatori, siamo coinvolti in un gioco che è anche esercizio della mente e immaginazione. Facciamo un patto lucido e ludico, durante il quale ci lasciamo andare ma continuiamo a pensare. E Fiction fa pensare, con ironia e leggerezza come nello stile della Coltelleria Einstein, alla facilità con la quale si può abdicare al pensiero.

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