Autore Redazione
venerdì
12 Maggio 2023
16:06
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Cronaca - Alessandria

Impianti aperti: sabato visite guidate all’impianto Ri-Habitat

Impianti aperti: sabato visite guidate all’impianto Ri-Habitat

ALESSANDRIA – Sabato 13 maggio, si apriranno i cancelli di RiHabitat, l’impianto di Riccoboni Spa tra Sezzadio e Predosa per lo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi e non recuperabili, unito al recupero ambientale di una cava esaurita.

L’Amministratore Delegato Angelo Riccoboni e i responsabili del sito accoglieranno gli ospiti e guideranno la visita dell’impianto all’avanguardia, sicuro, a tutela della legalità, che rappresenta un presidio ambientale a vantaggio della collettività.

Siamo lieti di poter consentire alla cittadinanza e ai rappresentanti delle Istituzioni – dichiara Angelo Riccoboni Amministratore Delegato Riccoboni Holding – di venire a scoprire un impianto che è già un modello per le sue caratteristiche di costruzione e gestione, in grado anche di produrre valore per il territorio. RiHabitat è un presidio ambientale a vantaggio della collettività. Impianti Aperti consentirà ai visitatori di scoprire un progetto all’avanguardia per il recupero ambientale di una cava esaurita, un impianto sicuro e di moderna concezione per lo smaltimento di rifiuti speciali non pericolosi non recuperabili. La produzione di rifiuti speciali riguarda tutti noi e la realizzazione di impianti come questo garantisce un presidio di legalità nella loro gestione”.

L’impianto di RiHabitat ripartito in 8 settori è in funzione dal luglio 2022. Attualmente il primo è in coltivazione, il quinto e il sesto sono in costruzione.

La capacità complessiva di  RiHabitat è di 1.213.475 m3 (volume rifiuti e volume copertura finale) che si sviluppa su un’area di 122.500 mq. La volumetria disponibile per la posa (abbancamento) dei rifiuti è pari a 965.975 m3.

Il sito ha il compito di accogliere cinque tipologie di rifiuti speciali non pericolosi (terre e rocce di scavo, rifiuti solidi da bonifica terreni, rifiuti solidificati da impianti di trattamento, rifiuti da attività da demolizione e costruzione, rifiuti stabilizzati da impianti di trattamento), ossia rifiuti di origine industriale, materiali da demolizioni e terre da bonifica. Queste tipologie di materiali non essendo putrescibili, non generano odori e non generano percolati  propri.

“Impianti Aperti” che può anche essere definita come una giornata di conoscenza e di turismo ecologico avrà i seguenti orari di visita da prenotare: dalle 9.00 alle 9.45, dalle 10.00 alle 10.45, dalle 11.00 alle 11.45 per vedere da vicino lo stato attuale dell’impianto in coltivazione, scoprire le caratteristiche costruttive e  immaginare la configurazione finale che, a fine coltivazione, riproporrà l’assetto morfologico precedente le attività di estrazione, recuperando l’integrità paesaggistica e ambientale dell’area rispetto al territorio circostante mediante un piano di ripristino comprendente interventi completi di rinaturalizzazione. Il progetto prevede la realizzazione di un manto erboso e la piantumazione su una superficie di circa 10 ettari di circa 1800 piante per ettaro di specie autoctone.

Impianti Aperti apre un nuova fase di incontro e di dialogo con le comunità locali -puntualizza Angelo Riccoboni – con l’intento di creare un percorso di conoscenza e di consapevolezza sul tema dell’economia circolare e della salvaguardia dell’ambiente mediante la tutela della legalità”.

COME E’ STATO COSTRUITO L’IMPIANTO

La protezione dell’invaso sul piano di fondo scavo è affidata a una stratificazione di materiali naturali e artificiali, scelti per le loro proprietà di impermeabilità e stabilità nel tempo. Il presidio più profondo è affidato ad uno strato di argilla compattata. La normativa italiana richiede uno spessore di almeno un metro ma nel progetto autorizzato a Cascina Borio è stato aumentato lo spessore del 50 per cento, portandolo a 1,5 metri. L’azienda ha inoltre scelto di usare come materiale isolante un’argilla non autoctona ma importata, in possesso di un minore grado di permeabilità rispetto a quella prevista dalla normativa: inferiore a 1*10-8 cm/s, quindi almeno 10 volte migliorativo rispetto al valore richiesto. Questa miglioria consente di disporre di una barriera equivalente a quella che si otterrebbe usando più di 15 metri di argilla con conducibilità entro la prescrizione contenuta nell’Autorizzazione Integrata Ambientale.

Sopra questa prima difesa sono stati posizionati un geocomposito bentonitico, materiale da costruzione usato tipicamente per l’impermeabilizzazione di discariche, e una geomembrana in HDPE, un particolare tipo di polietilene resistente alle sostanze chimiche usato per le sue proprietà isolanti. Anche in questo caso, l’azienda ha scelto di prevedere spessori maggiori di quelli previsti dalla normativa al momento del rilascio dell’autorizzazione. Ancora oltre, si è costruita una membrana drenante e protettiva, combinando l’azione di teli di “tessuto non tessuto” e di un inserto di ghiaia naturale.

La sicurezza passiva all’interno dell’invaso prevede sistemi per l’estrazione del percolato in ciascuno dei settori di coltivazione in cui verrà suddiviso. I fluidi, che sono originati esclusivamente dalle acque di pioggia entrate in contatto con i rifiuti, vengono convogliati, raccolti, estratti e immagazzinati in apposite vasche per essere poi inviati ad impianti specializzati nel trattamento delle acque esterni al sito.

L’impianto è dotato di un sistema di monitoraggio delle acque attraverso una rete di piezometri di controllo, ubicati lungo il perimetro dell’impianto e prevede verifiche mensili della soggiacenza e trimestrali sulla qualità delle acque.

In controllo della coltivazione di RiHabitat è anche monitorato da frequenti analisi di laboratori accreditati specializzati sui rifiuti.

Nell’area di servizio del piazzale d’ingresso sono presenti: la pesa per la verifica dei carichi in ingresso e in uscita, baie di stoccaggio e un impianto di lavaggio ruote automatico per i veicoli in uscita.

QUAL E’ IL PERCORSO DEI RIFIUTI QUANDO ARRIVANO IN RIHABITAT?

Il ciclo dei rifiuti destinati alla discarica parte dalla loro caratterizzazione di base, che consiste nella determinazione delle caratteristiche del rifiuto, realizzata con la raccolta di tutte le informazioni necessarie per uno smaltimento finale in condizioni di sicurezza, l’effettuazione di analisi chimiche di classificazione ed ammissibilità in discarica, eseguita sotto la sua responsabilità. Stabilita la sua destinazione finale, il produttore tramite la rete commerciale Riccoboni e previe verifiche di compatibilità, contrattualizza lo smaltimento. In seguito, viene eseguito campionamento e analisi di omologa preventiva da parte di laboratorio accreditato presso il luogo di produzione del rifiuto. il Direttore Tecnico omologa il rifiuto dopo il giudizio di classificazione e di ammissibilità in discarica.

Il conferimento dei rifiuti omologati avviene senza interessare la viabilità del Comune di Sezzadio. Tutti i trasportatori vengo informati e a fine trasporto vengono consegnati e archiviati i dati GPS (Mappa) a disposizione degli enti di controllo.

L’ATTIVITA’ DI COLTIVAZIONE

All’arrivo del rifiuto nell’area di scarico (piazzale alto) l’operatore Ri-Habitat indirizza il mezzo nell’area preparata al ricevimento, in base alla tipologia e alle condizioni meteo. Successivamente il rifiuto viene steso, previa approvazione da parte del responsabile operativo dell’impianto. In base alla matrice del materiale, e avvalendosi di prove tecniche e visive, il responsabile definisce il posizionamento dei rifiuti in arrivo in modo da garantire la sicurezza del personale e dei mezzi che vi transitano (segnalando e delimitando eventuali aree non idonee).

La stesura avviene in linea di principio a strati, ogni strato deve essere steso sulla massima superficie possibile. Ogni strato deve essere steso in modo uniforme affinché risulti, dopo la compattazione, uno spessore non superiore a 25 cm.

La compattazione avviene impiegando rulli o lame cingolate per penetrare completamente il livello di rifiuto non compattato. Nei periodi di siccità al fine di evitare polveri sia sul rifiuto che nella viabilità interna, viene predisposto un impianto di umidificazione.

Lo strato superficiale deve essere mantenuto in condizioni ottimali con pendenze adeguate, evitando fessurazioni dovute alle condizioni climatiche o altro tipo di danneggiamento fino alla copertura con gli ulteriori strati di rifiuti. Dovranno poi essere effettuati canali di scorrimento delle acque piovane al fine di evitare allagamenti e fessurazioni dovute all’erosione dell’acqua.

Le attività di mantenimento (livellamento, bagnatura temporanea, canali di scorrimento acque etc.) sono sempre concordate con il Responsabile d’impianto.

Semestralmente viene eseguito un rilievo topografico di controllo della superficie (per definire il comportamento d’assestamento) e del computo del volume di rifiuto entrato.

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