Autore Redazione
domenica
6 Marzo 2016
23:34
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Cronaca

A Piovera un telo manda in ferie gli agricoltori durante l’estate: non c’è più bisogno di irrigare

A Piovera un telo manda in ferie gli agricoltori durante l’estate: non c’è più bisogno di irrigare

PIOVERA – A Piovera un agricoltore ha risolto il problema della scarsità di precipitazioni. Il fenomeno ha segnato l’alessandrino nell’ultimo periodo e rischia di diventare un grosso problema per le campagne e l’ambiente. La soluzione adottata da Nicola Negri, dell’omonima azienda agricola, coltivatore lungimirante, sta tutta in un telo capace, estremizzando il concetto di far riposare per tutta l’estate gli agricoltori. L’innovazione è un telo, chiamato pacciamante, “fotodegradabile che permette la condensa dell’umidità che altrimenti si andrebbe a perdere nell’atmosfera – ha spiegato Nicola Negri”. Il coltivatore ha 130 ettari a Piovera e da tre anni ha risolto il problema dell’irrigazione: “per il mais, nella zona vicino al Tanaro, noi ora non irrighiamo assolutamente mai. Tutta l’acqua normalmente utilizzata per queste colture noi non la impieghiamo più. Una volta seminato e collocato il telo, estremizzando il concetto potremmo andare al mare“.

Il vantaggio però non si ferma solo al risparmio idrico perché “adessodurante la fase di gestione della coltivazione non dobbiamo lavorare, per contro c’è da prestare maggiore attenzione al momento della semina perché occorre spendere del tempo per la posa del telo. Comunque è un risparmio da qualunque parte si voglia guardare questa novità.”

Nicola è il primo in provincia ad adottare questa tecnica: “noi ci troviamo molto bene per diverse ragioni. Innanzitutto per il rispetto dell’ambiente, cosa che noi vogliamo mettere in cima ai nostri pensieri. In secondo luogo abbiamo dei vantaggi economici anche dal punto di vista della produzione. Il mais per esempio viene praticamente sempre irrigato e quindi la resa è ottimale, indipendentemente dalle condizioni esterne. Se l’estate è piovosa il mais ha produzioni simili alla semina normale. La differenza diviene abissale, in termini positivi, nel caso invece di stagioni siccitose.”

Il sistema quindi funziona molto bene e risulta difficile capire perché Nicola non sia stato imitato. Lo stesso agricoltore spiega gli ostacoli che non fanno l’adozione di questa tecnica in provincia: “una causa è sicuramente il costo della macchina per l’installazione del telo, molto elevato. Poi c’è da dire che noi agricoltori siamo spesso restii all’innovazione. Però dobbiamo aprirci e migliorare continuamente”.

La macchina costa circa 60 mila euro, contro una seminatrice tradizionale che costa 6-12 mila euro, ma può essere utilizzata per una moltitudine di coltivazioni. Inoltre Nicola sta lavorando molto in tutta Italia proprio per consentire l’utilizzo della sua macchina in altre coltivazioni sparse nel Nord Ovest.

Fabrizio Laddago

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