Autore Redazione
giovedì
16 Febbraio 2017
09:29
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Cronaca - Food - Alessandria

Meno sale nel pane: anche in provincia si lavora per mangiare sano

In Italia il consumo medio di sale giornaliero è di 8-11 grammi contro i 5 consigliati dall'Organizzazione Mondiale della Sanità.
Meno sale nel pane: anche in provincia si lavora per mangiare sano

PROVINCIA ALESSANDRIA – L’Assessorato regionale alla Sanità e l’Associazione Regionale Panificatori del Piemonte hanno siglato un’intesa per ridurre gradualmente il sale nel pane e per vendere, almeno un giorno la settimana, una linea senza sale o con contenuto dimezzato. Come certificato dall’organizzazione mondiale della sanità infatti molte malattie derivano anche dal consumo eccessivo del sale. L’Asl di Alessandria ha affiancato l’intesa con un corso di formazione per i panificatori della provincia interessati al progetto. Ventitre gli artigiani che hanno aderito.

L’intesa “Con meno sale la salute sale”, è stato siglato per modificare un’abitudine a tavola tutt’altro che salutare. Il consumo abituale di sale è associato all’ipertensione arteriosa; secondo l’OMS, il 62% dei casi di ictus cerebrale e il 49% dei casi di cardiopatia ischemica sono attribuibili all’ipertensione arteriosa. Le malattie cardiovascolari, di cui l’ipertensione è fra i principali fattori di rischio, rappresentano la prima causa di morte per le persone sopra i 60 anni e la seconda per quelle tra i 15 e i 59 anni. Il consumo di sale è associato anche ad altre patologie cronico degenerative come i tumori dello stomaco, le malattie renali e sembra favorire la calcolosi renale e lo sviluppo di osteoporosi.

In Piemonte l’ipertensione viene riferita da circa 1 soggetto su 5, aumenta con l’età ed è particolarmente diffusa tra i soggetti in eccesso ponderale (34%) e con diabete (56%). Il ricorso al trattamento farmacologico è diffuso (77% delle donne e 71% degli uomini), ma l’ipertensione si può prevenire anche con comportanti salutari (corretta alimentazione e attività fisica) e con un ridotto consumo di sale.

L’intesa con i Panificatori punta quindi a diffondere la cultura dell’alimentazione quotidiana come pratica di salute, sensibilizzando le persone al problema, e al contempo ad offrire un’alternativa di scelta aumentando la disponibilità di alimenti a basso contenuto di sale.

Il crescente uso del sale nella produzione alimentare ha portato ad un progressivo aumento dei consumi e allo sviluppo dell’attuale preferenza per i cibi salati, tanto che il consumo medio di sale giornaliero nella popolazione italiana si attesta intorno agli 8-11 grammi, valori ben superiori ai 5 grammi al giorno raccomandati dall’OMS. Tuttavia di questi 8-11 grammi, solo il 5% è naturalmente presente negli alimenti, il 15% viene aggiunto dalle persone a tavola o nella preparazione degli alimenti mentre il mentre il restante 80% è presente negli alimenti pronti.

Si è scelto di intervenire sul pane perché, sebbene non sia oggi la maggior fonte di sale della nostra alimentazione, è un alimento consumato quotidianamente da tutti ed un punto di partenza per migliorare l’alimentazione. Altri paesi che hanno avviato progetti simili riportano buoni risultati in pochi anni: nel Regno Unito, ad esempio, l’assunzione media di sale si è ridotta del 15% dal 2001, con un guadagno stimato di 9.000 vite l’anno e un conseguente risparmio di costi annuali di circa 1,5 miliardi di sterline; sempre nel Regno Unito l’iniziativa si è poi allargata ad altri prodotti di uso quotidiano in cui il contenuto medio di sale è stato ridotto in maniera consistente: ad esempio meno del 50% nei cereali per la prima colazione, meno del 40% nei biscotti e i prodotti di pasticceria e meno 25% nelle torte e nei sughi per la pasta. Ciò dimostra che riduzioni di sale producono effetti importanti sulle singole persone e grandi benefici in termini di salute per la collettività con risparmi dei costi di cura.

 

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