Autore Redazione
domenica
23 Agosto 2015
22:00
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Cronaca - Italia

Tasse locali sempre più alte ma è il governo a chiederne di più

Tasse locali sempre più alte ma è il governo a chiederne di più

ITALIA – Agosto non è ancora finito ma con settembre arriverà il consueto stillicidio di conti tra libri, tasse, incombenze e rincari. Intanto però la Cgia di mestre ha già fatto i conti scoprendo che le tasse nazionali sono tre volte superiori a quelle locali. Secondo l’ufficio studi nel 2014 all’erario sono arrivati ben 379,7 miliardi. Alle Regioni e ai Comuni sono andati 106,1 miliardi di euro. Sul totale delle entrate tributarie incassate dalle Amministrazioni centrali, il 60% circa è riconducibile all’ Irpef (161,4 miliardi), all’Iva (97,1 miliardi) e all’Ires (31 miliardi).

Secondo l’ufficio studi della Cgil di Mestre l’impressione dei cittadini è che governatori e sindaci abbiano calcato la mano in maniera decisamente più forte rispetto al Governo. Negli ultimi 15 anni però le tasse locali sono aumentate del 48,4% mentre quelle centrali del 36,1%. Quindi un calo ma non così forte rispetto alla contribuzione locale.

Regioni ed enti hanno pesato sulle tasche dei cittadini per 34,6 miliardi di euro, mentre il fisco nazionale è aumentato di ben 100,7 miliardi. Il risultato è che indubbiamente dal 2000 le imposte locali si sono impennate, ma quelle erariali hanno registrato, in termini assoluti, un’espansione molto più vigorosa. Il bilancio finale è che tutti abbiamo dovuto pagare sempre di più.

Per i cittadini le tasse locale più odiose perché piàù care sono l’Irap (30,4 miliardi di gettito), l’Imu/Tasi (21,1 miliardi), l’addizionale regionale Irpef (10,9 miliardi) e l’addizionale comunale Irpef (4,4 miliardi). Bisogna poi tenere presente che su 485,8 miliardi di entrate tributarie percepite l’anno scorso dal fisco, il 78% circa è stato acquisito dallo Stato centrale e solo il 22% circa agli enti locali.

La Cgia ha comunque sottolineato che “enti locali e Regioni hanno aumentato i tributi in misura superiore ai tagli praticati dal centro. Un confronto diretto tra la dinamica dei tributi locali e l’andamento dei trasferimenti risulta non del tutto agevole, anche in ragione dell’ampiezza dell’arco temporale considerato ovvero dal 2000 ad oggi”.

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