3 Novembre 2023
07:04
Smantellati due gruppi che gestivano traffico e spaccio di droga: rifornivano tutto il Nord
PIEMONTE-LOMBARDIA – I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, con la collaborazione di unità operative di altri Reparti del Corpo e con il coordinamento della Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia torinese, hanno dato esecuzione in Piemonte, Veneto e Puglia a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale del capoluogo piemontese nei confronti di 12 persone, ritenute parte di due distinte associazioni per delinquere finalizzate al traffico e alla commercializzazione di ingenti quantitativi di sostanze stupefacenti (principalmente hashish).
Nel corso delle pertinenti investigazioni – curate dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Torino e caratterizzate dal ricorso a complessi e articolati accertamenti di polizia giudiziaria, compiuti anche attraverso intercettazioni telefoniche e ambientali ed estese attività di osservazione e pedinamento – sono stati raccolti significativi elementi indiziari circa l’esistenza di due presunti sodalizi criminali, tutti composti da soggetti originari del Marocco, che, in ipotesi d’accusa, avrebbero commesso plurimi reati connessi all’importazione e al traffico di stupefacenti.
In particolare, il primo gruppo aveva acquisito un’organizzazione stabile e ben delineata, dotata di notevoli risorse strumentali ed economiche e capeggiata da un quarantaquattrenne di nazionalità marocchina. L’uomo aveva la propria principale base logistica e il centro degli interessi in Torino e provincia, dove sono stati individuati i più importanti depositi utilizzati per i traffici illeciti, a Torino e Piossasco, con qualificati contatti anche in territorio friulano, dove sono state realizzate cessioni di sostanze stupefacenti ed era stato allestito un ulteriore deposito a Pordenone. Il sodalizio vantava ramificazioni anche nel Veneto, in particolare nelle province di Venezia e Treviso.
La significativa forza economica di tale gruppo criminale è emersa, nel corso delle indagini, dalla possibilità di impiegare numerosi autoveicoli, di proprietà o noleggiati, per l’organizzazione delle attività delittuose e per il ritiro e il trasporto dello stupefacente e del denaro, provento dei traffici illeciti, oltre alla capacità dimostrata nel riuscire a finanziare nuove importazioni di narcotico e a sopportare le ingenti spese per il suo occultamento e trasporto, nonostante gli ingenti sequestri di stupefacenti realizzati dagli inquirenti.
Anche il secondo gruppo interessato dalle indagini – composto da un quarantottenne marocchino, con ruolo apicale, e altre due persone – è risultato radicato a Torino e in provincia, con collegamenti in Lombardia, nelle province di Milano e Varese, e in Toscana, in provincia di Pisa. Secondo le ipotesi investigative, si tratterebbe di un’articolazione territoriale, dotata di una sua autonomia operativa e assai strutturata, come emerso dal notevole giro d’affari prodotto, parte di una ben più ampia organizzazione transnazionale, attiva in Spagna e destinataria dei proventi delle attività di spaccio, come rilevato, tra l’altro, mediante la ricostruzione di alcuni illeciti trasferimenti di denaro in Spagna, avvalendosi dell’intermediazione di soggetti di nazionalità cinese.
Dalle indagini è emersa per entrambi i gruppi la grande disponibilità economica per i vari traffici illeciti che avevano come luogo di approvvigionamento dello stupefacente il Nord Africa. La droga veniva poi importata in Italia attraverso la Spagna e spacciata nel Nord Italia, in particolare in Piemonte, Lombardia, Toscana, Veneto e Friuli Venezia–Giulia.
Nel corso delle investigazioni, nel solo arco temporale da gennaio ad aprile 2022, in provincia di Torino sono stati intercettati e sottoposti a sequestro, in più occasioni e anche con la collaborazione della Polizia di Stato, circa 460 kg di hashish, oltre a circa 500 grammi di cocaina e a 1 kg di marijuana.
Lo spessore delle consorterie criminali oggetto di indagine e la perdurante attualità delle condotte poste in essere sono risultate ulteriormente confermate in sede di esecuzione dell’ordinanza di custodia cautelare e delle pertinenti perquisizioni, nel cui ambito i Finanzieri del locale Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno individuato altri due depositi di stoccaggio della droga, all’interno di box situati nell’ambito di complessi residenziali. In particolare a Leinì (TO) erano stati stoccati 223 kg di hashish, già confezionati e pronti per l’immissione sul mercato illecito.
Grazie al “cane antidroga” Jakora, nella disponibilità di un altro soggetto marocchino, estraneo alle vicende oggetto dell’indagine, sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro 163 kg di hashish.
Queste sostanze, una volta sul mercato, “al dettaglio”, avrebbero potuto generare introiti illeciti per oltre 11 milioni di euro.