Autore Redazione
martedì
14 Novembre 2023
12:02
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Cronaca - Novi Ligure

“Non ci sono i soldi neanche per le bollette del gas”. Da Novi il grido di allarme per non far spegnere l’ex Ilva

“Non ci sono i soldi neanche per le bollette del gas”. Da Novi il grido di allarme per non far spegnere l’ex Ilva

NOVI LIGURE – “Non ci sono i soldi nemmeno per pagare le bollette del gas”. È questa la realtà in Acciaierie d’Italia, una situazione “drammatica”, che si trascina da tempo e che senza un intervento deciso dello Stato rischia di far spegnere lentamente l’azienda siderurgica italiana. Una prospettiva che spaventa Novi Ligure e che Novi Ligure vuole con tutte le forze scongiurare. Le conseguenze sarebbero “pesantissime” e “quasi impossibili da reggere” ha sottolineato con forte preoccupazione il sindaco di Novi Ligure, Rocchino Muliere, all’indomani del Consiglio Comunale aperto che lunedì sera ha radunato al Museo dei Campionissimi politici, sindacati, lavoratori e cittadini.

Lo stabilimento novese oggi conta 590 lavoratori, ha ricordato Maurizio Cantello, segretario provinciale della Fiom Cgil ma fino a qualche anno fa i lavoratori erano circa 700. Più di 100 persone si sono licenziate perché non hanno più visto un futuro in una azienda che da tempo “tira avanti” con la cassa integrazione e che da anni ha smesso di investire. All’ex Ilva “non si fanno manutenzioni, né ordinarie né straordinarie” hanno denunciato il sindaco di Novi Muliere e il segretario provinciale Fiom.

Il Tar della Lombardia è intervenuto per bloccare la sospensione della fornitura del gas fino al prossimo 10 gennaio ma oltre alla “grana” delle bollette Acciaierie d’Italia sconta la ancora più grave chiusura delle linee di credito con le banche: “L’unico denaro di cui dispone l’azienda è quello che incassa” ha spiegato Muliere ma la produzione di Acciaierie d’Italia, che prima arrivava a 10 milioni di tonnellate, oggi si ferma a un terzo.

Novi Ligure, al termine del Consiglio Comunale aperto, ha deciso di coinvolgere la Regione Piemonte per rafforzare la voce del territorio. “La strategia portata avanti fino ad ora non è quella vincente – ha  evidenziato Maurizio Cantello della Fiom Cgil – Continuiamo a fare cassa integrazione, perdiamo volumi di produzione e anche personale, che sceglie di dimettersi. Chiediamo chiarezza e un intervento del Governo per rilanciare il settore siderurgico o, diversamente, di cambiare la governance. Come Fiom, Fim e Uilm, unitariamente, dichiareremo uno sciopero entro il 23, data in cui dovrebbe riunirsi il cda, con cui chiediamo di sederci attorno a un tavolo per trovare una soluzione”.

Il 23 di novembre – ha ricordato il sindaco di Novi – ci sarà l’assemblea degli azionisti e in previsione di quella data il Governo deve convocare i sindacati e Arcelor Mittal e mettere mano al piano industriale dell’azienda e a quello ambientale per Taranto”.  Il sindaco Muliere esorta l’Italia “a scegliere” e a scegliere “bene” per il futuro dell’Italia e di Novi: “Il Governo deve decidere se continuare a produrre acciaio, scelta per me strategica per il futuro del Paese e per il futuro di Novi perché diversamente l’impatto economico e sociale sarebbe pesantissimo. Come Comune, insieme ai sindacati, ci batteremo fino all’ultimo perché l’ex Ilva non si spenga”.

Di seguito le foto inviate dal Comune di Novi della seduta del Consiglio Comunale aperto.

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