17 Novembre 2023
05:13
Giornata Vittime della Strada: domenica il presidio di Fiab Amici delle Bici vicino al Ponte Meier
ALESSANDRIA – Questa domenica 19 novembre, in occasione della Giornata Mondiale in ricordo delle vittime della strada, l’associazione Fiab Amici delle Bici di Alessandria ha promosso la manifestazione “Viva la Strada” vicino al Ponte Meier dalle 16.30 alle 18, in collaborazione con Fiab Tortona-Sezione Malabrocca, Associazione Sine Limes e Ciclofficina Ri-cyclo. In parallelo altre manifestazioni si terranno a Roma, Milano, Napoli, Trento, Cagliari, Lecce e Modena. “Ci troveremo per un’installazione e un presidio a ricordo delle vittime della strada della nostra provincia” hanno sottolineato gli organizzatori.
Diverse le richieste degli attivisti e delle attiviste e delle associazioni che promuovono la manifestazione “Viva la strada“:
– Sul nuovo Codice della Strada in discussione: stralciare le norme che limitano lo spazio per la mobilità attiva e riducono l’autonomia dei Comuni nella determinazione delle politiche di mobilità urbana;
– consentire e incentivare l’installazione di autovelox in ambito urbano per il controllo dei limiti di velocità;
– Promuovere la legge nazionale per l’istituzione della Città 30 in tutte le città italiane, come è stato fatto dalla Spagna nel 2021;
– Prevedere strade scolastiche pedonali davanti ad ogni scuola italiana;
– Ripristinare le risorse economiche per progettazione di infrastrutture ciclabili urbane, tagliate mesi fa dal Governo Meloni, per rendere tutte le strade sicure per gli utenti in bicicletta.
– Introdurre l’obbligo di installazione del dispositivo ISA (intelligent speed assistance), che limita la velocità dell’automobile per tutti i veicoli dal 7 luglio 2024, estendendone l’installazione su tutti i veicoli circolanti, non solo sulle nuove immatricolazioni, e vietando la possibilità di disattivare l’ISA da parte del guidatore.
“In Italia c’è un grande problema di sicurezza stradale: ogni giorno 9 persone vengono uccise dalla violenza stradale. Nel 2022 si sono verificati 165.889 scontri stradali (454 al giorno) che hanno comportato 223.475 feriti (612 al giorno) e 3.159 vittime (9 al giorno). Le principali cause di scontro stradale sono la distrazione (15%), il mancato rispetto della precedenza (13,7%) e l’eccesso di velocità (9,3%). Circa il 73% degli scontri stradali avviene su strade urbane dove vi è la presenza di diversi utenti della strada. Risulta, dunque, evidente la necessità di attuare delle misure efficaci per garantire la compresenza pacifica dei vari utenti, con particolare attenzione di quelli più vulnerabili.
L’Unione Europea si è posta l’obiettivo di dimezzare le vittime e i feriti gravi entro il 2030 e di azzerarli entro il 2050. Per raggiungere questo obiettivo ci sono metodi e strategie che sono già stati applicati con successo da altri Paesi:
– la “Vision Zero”, sperimentata per la prima volta dalla Svezia a partire dal 1997, prevede una migliore progettazione di strade, incroci, attraversamenti, in modo tale da diminuire la percentuale di incidenti dovuti all’errore umano e limitare i danni a persone o oggetti in caso di scontro;
– la “Città 30”, già applicata in molte città europee, che sta portando a una riduzione importante del numero di scontri e conseguentemente feriti e vittime. La “Città 30” è un provvedimento efficace perché agisce sul fattore che rappresenta la prima causa di morte in caso di scontro stradale: la velocità.
A Bruxelles l’applicazione della Città 30 ha portato a una riduzione degli scontri stradali del 28% e una riduzione del 50% di feriti gravi e vittime. Il provvedimento non ha inciso sui tempi di percorrenza in città, in quanto già oggi la velocità media in ambito urbano è ben inferiore ai 30 km/h.
In Italia le Città 30 deliberate dalla Giunta Comunale sono: Olbia, Bologna e Lodi. Sono molte le città 30 in Europa.
Il nuovo Codice della Strada, a firma del Ministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Matteo Salvini, in discussione alla Camera dei Deputati, punta molto sulla repressione e poco sulla prevenzione e, soprattutto, limita la possibilità da parte delle amministrazioni locali di ridisegnare la strada garantendo spazio e sicurezza agli utenti più vulnerabili. Viene posta molta attenzione sul tema della guida in stato di ebbrezza e/o sotto l’effetto di stupefacenti che rappresenta solo il 10% degli incidenti, mentre viene limitata la possibilità di controllo della velocità mediante autovelox che rappresenta la prima causa di morte in caso di scontro stradale. Con il nuovo codice della strada i Sindaci avranno una netta riduzione dei poteri in materia di applicazione e controllo della ZTL (Zona a Traffico Limitato), politiche di regolamentazione della sosta, la progettazione e costruzione di infrastrutture ciclabili, corsie ciclabili e case avanzate (spazi dedicati alle bici ai semafori) e il controllo della velocità. I Comuni non potranno definire le regole e la tariffazione della sosta che sono un’efficace leva di gestione della mobilità urbana e dello spazio pubblico. L’esperienza di altri Paesi stranieri, caratterizzati da tassi di incidentalità ben inferiori a quelli italiani, dimostra che per garantire la sicurezza degli utenti vulnerabili (pedoni e ciclisti) è necessario ridurre la velocità dei veicoli motorizzati e non obbligare i mezzi più leggeri a dotarsi di dispositivi di identificazione (targa) e di protezione passiva (casco). Nell’ambito della sicurezza delle persone in bicicletta, il nuovo Codice introduce a livello teorico un provvedimento positivo sull’obbligo di mantenere almeno 1.5 m di distanza laterale in fase di sorpasso di un ciclista, ma che viene di fatto vanificato dalla precisazione “ove le condizioni della strada lo consentano”.