Alessandria fa rumore per Giulia e contro il patriarcato che cresce figli che non lasciano camminare da sole le donne
ALESSANDRIA – Non silenzio ma rumore per Giulia Cecchettin e per tutte le vittime di femminicidio. L’ha chiesto Elena, la sorella di Giulia, e anche Alessandria mercoledì sera ha gridato il suo dolore e, soprattutto, la sua rabbia per tutte le donne che non hanno più una voce perché ammazzate da un uomo.
Non una di meno ha chiesto alla città di riunirsi in piazzetta della Lega e di non rimanere in silenzio: “Le donne non devono più avere paura”. Bisogna “rovesciare” una società che vuole ancora le donne “remissive, silenziose, e sottomesse“, ha esortato Non una di meno, e sradicare quel patriarcato che serpeggia sottopelle e che cresce “bravi ragazzi” che fanno commenti e apprezzamenti inopportuni camuffandoli per innocenti battute, “bravi ragazzi” che soffocano la libertà e i diritti delle donne spacciando possesso e controllo per amore e che perseguitano le ex costringendole a vivere nella paura, fino a spezzarne sogni e vita.
Nel corteo tra le vie del centro di Alessandria mercoledì sera una ragazza teneva saldamente in mano un cartello. La scritta “proteggi le tue figlie” era sbarrata. Sotto, in nero, era invece evidenziata la frase “educa i tuoi figli”. “È questo che va fatto”, hanno spiegato molti alessandrini che si sono mossi per le vie di Alessandria per Giulia Cecchettin e per tutte le vittime di violenza. La priorità non deve essere insegnare alle figlie a “comportarsi bene”, a vestirsi “in modo adeguato” e a non tornare a casa da sole la sera. Le donne devono essere libere di camminare da sole, di giorno e di notte, e non devono crescere pensando di doversi aggrappare a un uomo. Per cambiare bisogna “educare i figli” al rispetto delle donne, delle loro ambizioni e, soprattutto, crescere figli che accettino e rispettino i “no”. Per cambiare una “società patriarcale” serve “un’educazione sentimentale e sessuale” che deve certamente passare da tutti noi, dalle famiglie ma che non può esimere dai suoi doveri Stato e Scuola, hanno spiegato gli alessandrini intervistati da RadioGold.