Autore Redazione
venerdì
2 Febbraio 2024
16:55
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Cronaca - Novi Ligure

Angelo Corbo a Novi: “Messina Denaro non è stato preso, si è consegnato”

Angelo Corbo a Novi: “Messina Denaro non è stato preso, si è consegnato”

NOVI LIGURE – Un pubblico inaspettatamente numeroso ha accolto giovedì  sera a Novi Ligure Angelo Corbo, sopravvissuto della strage di Capaci, per la conferenza organizzata dal comune in collaborazione con Libera e l’Associazione Parcival, che gestisce Cascina Saetta, il primo bene confiscato alla mafia in Provincia di Alessandria.

Angelo Corbo era sull’auto dietro a quella del giudice Giovanni Falcone quel terribile 23 maggio 1992, quando mezza tonnellata di tritolo fece esplodere l’autostrada uccidendo Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo  e gli agenti di scorta Antonio Montinaro, Vito Schifani e Rocco Dicillo. Rimasto anch’egli ferito nell’agguato, fu però in grado di scendere per primo dall’auto.

Nelle parole di Corbo riemerge l’amarezza di quel giovane ragazzo, che quel giorno aveva solo 26 anni ed era il più giovane tra gli agenti di scorta. Un ragazzo che, come i suoi colleghi, venne mandato a fare la scorta dell’uomo che era il principale obbiettivo nel mirino di cosa nostra senza una formazione specifica, con una squadra ridotta al minimo.

«Veniva chiamato “il morto che cammina”, perché si sapeva da tempo che si stava preparando un attentato alla sua vita» ha detto Corbo.

Come ha raccontato anche nel suo libro “Strage di Capaci. Paradossi, omissioni e altre dimenticanze”, Corbo ha evidenziato i molti misteri sull’assassinio di Falcone, come di quello di Borsellino.

«Vi sembra possibile che uno come Giovanni Brusca, soprannominato u verru (il porco) – ha detto Corbo – sia riuscito a organizzare un attentato che nella sua preparazione ed esecuzione richiede una preparazione scientifica e militare, non la manovalanza della mafia siciliana degli anni ’90. Solo riuscire a calcolare il tempo di anticipo necessario, in base alla velocità della macchina, per premere il telecomando e far scoppiare la carica al momento del passaggio del convoglio, richiede competenze che non avevano Brusca e i suoi».

Chi  ha preso la valigia di Falcone? Chi, meno di due mesi dopo, ha prelevato l’agenda di Paolo Borsellino? Chi si è fatto consegnare il rullino del fotografo Antonio Vassallo, uno dei primi ad arrivare sul luogo della strage?

Sono tanti i misteri che restano attorno a quella stagione di sangue, e sono tante le domande che ancora attendono risposta.

«Matteo Messina Denaro non è stato preso, ma si è consegnato – ha detto Corbo – altrimenti non lo avrebbero certo arrestato in un ospedale, in mezzo a tante persone, ma lo  avrebbero preso in un contesto di maggiore sicurezza. Si è consegnato perché sapeva che gli restava poco da vivere, ma non è vero che con il suo arresto possiamo dire che è stato preso l’ultimo dei mafiosi e che la mafia è stata vinta. Chi dice che la battaglia è vinta, lo dice perché vuole togliere il regime del 41bis e l’ergastolo ostativo. Oggi la mafia è purtroppo in perfetta forma. A comandare non sono più i siciliani, ma la ‘ndrangheta calabrese, che è impenetrabile e dove non c’è mai stato nessun pentito o collaboratore di giustizia. Una ‘ndrangheta che è pienamente radicata al nord».

Venerdì mattina Angelo Corbo, insieme a Giuseppe Costanza, autista di Falcone, hanno incontrato gli studenti del Ciampini-Boccardo all’interno del progetto di “educazione alla legalità” portato avanti dall’insegnante Valentina Avvento.

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