Pioppi lungo le sponde dei fiumi. Stretta dei Carabinieri Forestali contro l’uso improprio delle aree fluviali
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Sono stati più di 5 mila i controlli effettuati nell’ultimo anno dal Gruppo Carabinieri Forestale di Alessandria. La complessa attività della cinquantina di militari al comando del Colonnello Stefano Gerbaldo spazia dalle indagini sugli incendi boschivi, ai controlli per contrastare l’abusivismo in ambito forestale e il commercio illegale di legname, fino alla tutela della salute e del benessere degli animali e al contrasto del traffico illegale di cuccioli. L’attività “più impattante“, pari a più del 50%, riguarda però l’abbandono e lo sversamento illegale di rifiuti e i controlli sulla presenza di cave e discariche illecite.
Nell’ultimo anno i Carabinieri Forestali si spesso mossi anche lungo le sponde dei fiumi che scorrono nell’Alessandrino per assicurare il rispetto delle norme fissate per garantire un corretto deflusso delle acque in caso di piene. Più di 300 i controlli effettuati lo scorso anno e altrettanti, se non di più, verranno effettuati in questo 2024, trentennale dell’alluvione ad Alessandria.
Il Gruppo Carabinieri Forestale di Alessandria ha infatti già verificato l’utilizzo improprio di alcune fasce di terra a ridosso dei fiumi. Nell’Acquese i Carabinieri si sono trovati davanti anche a una distesa di pioppi, piante che possono facilmente essere sradicate in caso di piena e poi formare pericolose dighe. I titolari delle aziende agricole responsabili di quelle coltivazioni in aree che sarebbero dovute rimanere libere sono stati denunciati e dovranno anche pagare una sanzione da 1000 euro. La Regione potrà inoltre rivalersi sugli agricoltori per ottenere gli oneri relativi all’utilizzo di quella fascia di sponda, risultati del demanio regionale: “E potrà andare indietro nel tempo fino a 10 anni“, ha spiegato il Colonnello.
I controlli hanno però anche evidenziato un mancato adeguamento alle disposizioni del Pai del regolamento di un Comune nell’Acquese, che ora dovrà mettersi in pari con le più recenti disposizioni del Piano per l’assetto idrogeologico.