Processo Solvay, Cgil si costituirà parte civile: “Se risarciti finanzieremo progetti per il territorio”
ALESSANDRIA – “Siamo certi di rappresentare una parte consistente di persone potenzialmente esposte a inquinanti antichi e recenti“. Con queste parole il segretario provinciale della Cgil Franco Armosino ha annunciato la decisione della Camera del Lavoro di costituirsi parte civile al processo per disastro ambientale colposo che vedrà convolta la società Solvay Specialty Polimers e gli ex direttori dello stabilimento di Spinetta Stefano Bigini e Andrea Diotto.
“Non tolleriamo che si possa scambiare il lavoro con la salute” ha aggiunto il segretario Armosino “chiediamo che si accertino le eventuali responsabilità. Non vogliamo che l’attuale sito Syensqo (ex Solvay) chiuda: l’unico modo di risanare il territorio è far sì che si investa con continuità nella sua bonifica. Non vogliamo che si ripetano le conseguenze delle vicende dell’Acna di Cengio e dell’Ecolibarna. Siamo convinti che si possa fare industria in modo sicuro, senza danni alle persone e all’ambiente“.
Cgil ha anche precisato che, in caso di risarcimento, la cifra sarà interamente destinata a progetti di scienza e medicina a favore del territorio della Fraschetta e dei lavoratori di Spinetta: “Non useremo un euro per le spese della nostra organizzazione“. In caso di accertamento dei danni, inoltre, il sindacato ha anche invocato la possibilità di risarcimento per le lavoratrici e i lavoratori, oltre all’apertura di benefici previdenziali come è accaduto in passato per il tema amianto, nel Casalese.
Una volta diramati i risultati degli studi epidemiologici svolti da Arpa e Asl, inoltre, Cgil ha chiesto “che si portasse a termine lo studio di correlazione tra le sostanze e le patologie in eccesso rispetto alle previsioni statistiche e che nell’attesa si producesse un protocollo di monitoraggio per la popolazione, allo scopo di prevenire eventuali insorgenti patologie ma non abbiamo mai avuto risposta”.