Autore Redazione
sabato
16 Marzo 2024
14:10
Condividi
Cronaca - Piemonte

Migliora la qualità dell’aria in Piemonte ma non bisogna abbassare la guardia

Migliora la qualità dell’aria in Piemonte ma non bisogna abbassare la guardia

PIEMONTE – Migliora la qualità dell’aria in Italia e in Piemonte. In base del “Rapporto Qualità dell’aria in Italia 2023” del Sistema nazionale per la protezione dell’ambiente Snpa – costituito dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) e dalle Agenzie ambientali di Regioni e Province autonome, lo scorso anno nel nostro Paese sono stati rispettati i valori limite annuali del particolato atmosferico PM10 in tutti i punti di misura della rete italiana, come anche quelli del PM2,5 (311 su 312), con una riduzione media per quest’ultimo di circa il 13% rispetto alla media del decennio 2013-2022. Nell’89% delle stazioni di monitoraggio sparse lungo lo Stivale si è rimasti nei limiti giornalieri anche per quanto riguarda il PM10, con eccezioni concentrate soprattutto nell’area Nord est del bacino padano (47 superamenti su 63), in porzione della conca a nord del Vesuvio e in provincia di Frosinone.

Nei limiti in quasi tutte le stazioni di monitoraggio italiane (98%) il valore annuale del biossido di azoto, che nel 2023 segna una riduzione del 19% rispetto al decennio 2013-2022. I superamenti si verificano in stazioni influenzate da alti flussi di traffico stradale: Torino, Milano, Brescia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Catania e Palermo.

Come spiegato durante la presentazione dello studio nella sede di Arpa Piemonte a Torino, “il 2023 è stato l’anno migliore da quando sono disponibili dati di PM10 e PM2,5 (metà degli anni ’90, dal 2007 con la rete completa), sia in termini di superamenti della soglia giornaliera del PM10 sia nei valori medi annuali. L’andamento dei valori del particolato è fortemente legato alle condizioni meteorologiche, che hanno influenzato in positivo i risultati del 2023, mentre la riduzione delle emissioni incide soprattutto nel medio e lungo periodo. Preoccupa l’aumento dei periodi di stagnazione atmosferica invernale (inversione termica a bassa quota, alta pressione livellata, assenza di precipitazioni, vento molto debole o assente) in alcune delle aree del paese solitamente più critiche, situazione che si è verificata con particolare rilevanza nei primi mesi del 2024. In prospettiva, i monitoraggi dovranno tener conto anche degli effetti delle estremizzazioni atmosferiche causate dal cambiamento climatico”.

Osservato speciale è invece l’ozono, inquinante presente specialmente in estate. Nel 2023 l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana è stato rispettato solo in 49 stazioni su 344, pari al 14%. Caldo estremo e assenza di precipitazioni favoriscono i superamenti della soglia.

I dati del Piemonte

Come si legge sul sito di Arpa Piemonte, le concentrazioni registrate nel corso del 2023 dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale della qualità dell’ariasono state in media le più basse di tutta la serie storica di misura”, sia per il particolato PM10 e PM2.5, sia per il biossido di azoto e tra le più basse per l’ozono. Il quadro meteorologico osservato nel 2023 ha contribuito a tale riduzione delle concentrazioni degli inquinanti atmosferici: in particolare i frequenti episodi di fohen (92 giorni, il numero più alto dall’anno 2000) e la ventilazione superiore alla media, il ridotto numero dei giorni con marcata inversione termica hanno creato condizioni sfavorevoli all’accumulo degli inquinanti in atmosfera, nonostante nel 2023 si sia avuta un’anomalia pluviometrica nel complesso negativa.

Per il PM10 e per il PM2.5 il valore limite per la media annua è stato rispettato in tutte le stazioni, e le criticità determinate dalla situazione orografica del Piemonte hanno inciso in misura minore rispetto agli anni precedenti. Per quanto riguarda l’indicatore sul breve periodo del particolato PM10, i superamenti del valore limite per la concentrazione media giornaliera si sono verificati in stazioni urbane, prevalentemente di traffico, nella Città Metropolitana di Torino e nelle stazioni urbane di traffico di Alessandria ed Asti.

Le stazioni della zona dell’agglomerato di Torino sono quelle che riportano in generale il più elevato numero di superamenti dell’intera rete, con il picco di 66 superamenti registrato nella stazione di traffico urbano di Torino – Grassi (erano 98 nel 2022). All’interno della stessa zona i valori più bassi sono stati rilevati nelle stazioni di fondo rurale di Baldissero – Parco (0 superamenti) e Druento – la Mandria (6 superamenti). Anche la stazione di fondo suburbano di Leinì (ACEA) – Grande Torino ha misurato solo 17 superamenti, in netto calo rispetto ai 33 del 2022. Ad Asti e Alessandria si confermano critiche le stazioni urbane di traffico di Asti – Baussano con 47 giorni a fronte di 79 nel 2022 ed Alessandria – D’Annunzio con 39 (erano 63 l’anno precedente), mentre tutte le altre rispettano i limiti e presentano una generale riduzione dei valori.

Nel cuneese nessuna stazione ha superato il limite e la stazione di fondo suburbano di Cavallermaggiore – Galilei, che l’anno scorso si presentava come la più critica della provincia con 40 superamenti, nel 2023 ne ha misurati solo 18. A Novara tutte le stazioni, compresa quella di traffico urbano di Novara – Roma, che nel 2022 aveva avuto 43 superamenti, hanno più che dimezzato il numero annuale di superamenti. Le stazioni della zona di collina riportano tutte risultati ben al di sotto del limite normativo di 35 superamenti per anno solare.

Per quanto riguarda il biossido d’azoto il valore è stato rispettato sempre con la sola eccezione della stazione di traffico urbana di Torino – Rebaudengo dove risulta superato il valore limite per la media annua, ma dove comunque i valori sono in diminuzione rispetto agli anni precedenti; mentre non vi sono criticità su tutto il territorio regionale per il rispetto del valore limite su base oraria.

Per l’ozono, tipico inquinante secondario la cui presenza deriva dalla trasformazione di altri composti – di origine antropica o naturale – presenti in atmosfera, sotto l’azione della radiazione solare, permane il superamento del valore obiettivo, ma si registra una riduzione delle concentrazioni misurate in tutte le stazioni di monitoraggio rispetto al 2022.

“La qualità dell’aria nella nostra regione è significatamente migliorata rispetto al passato, anche recente – ha commentato Matteo Marnati Assessore regionale all’Ambiente – È  consolidata infatti la tendenza di riduzione registrata negli anni. I dati del 2023 hanno certificato il rispetto dei limiti di legge in tutti i capoluoghi di provincia tranne 2 stazioni a Torino, un risultato mai accaduto nella storia. Alla luce di questi incoraggianti risultati siamo sempre più determinati a proseguire con ulteriori e sempre più importanti investimenti, peraltro già stanziati all’interno dei fondi a disposizione che ammontano ad oltre 500 milioni di euro. Il nuovo Piano della qualità dell’aria, che vedrà misure innovative che si basano sul trasferimento tecnologico, al quale stiamo lavorando, vede il coinvolgimento di tanti esperti per trovare le migliori soluzioni con il prezioso supporto scientifico di Arpa”.

L’applicazione diffusa delle migliori tecniche disponibili ed i relativi controlli, associate a condizioni meteorologiche meno sfavorevoli – ha aggiunto Secondo Barbero Direttore Generale di Arpa Piemonte – consentono di registrare il rispetto dei limiti per il PM10   e degli ossidi di azoto sulla maggior parte del territorio piemontese, pur rimanendo criticità nelle aree urbane maggiormente condizionate dalla situazione geo-orografica del territorio. È importante proseguire sulla strada delle misure per la riduzione degli inquinanti anche alla luce delle indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità che tengono conto non solo delle concentrazioni di polveri sottili, ma anche dalla loro composizione chimica. Per questo motivo le più recenti ricerche si stanno orientando ad identificare quali fonti e/o caratteristiche fisico-chimiche del particolato aerodisperso contribuiscano maggiormente alla tossicità e la stessa proposta di nuova Direttiva sulla qualità dell’aria, in discussione al Parlamento europeo, introduce la necessità di integrare la misura degli attuali parametri con informazioni aggiuntive quali la speciazione chimica, la frazione ultrafine, il potere ossidativo ecc. Il Sistema Nazionale di Protezione Ambientale, nel prossimo futuro, sarà chiamato a rafforzare le proprie capacità analitiche di laboratorio e di modellazione dei processi fisici per migliorare la conoscenza della natura degli inquinanti e per contribuire alle attività di ricerca volte a comprendere meglio la tossicità di differenti tipologie di particolato atmosferico”.

(in copertina foto di repertorio tratta dal sito Unsplash)

Condividi