29 Marzo 2024
13:45
Polo logistico a San Germano. Il Capogruppo del Pd Gioanola: “Boutade elettorale”
CASALE MONFERRATO – “Una superficiale e strumentale propaganda elettorale” e nulla di più che una “boutade elettorale”. Il capogruppo del Pd in Consiglio Comunale a Casale Monferrato Luca Gioanola sgonfia l’annunciata realizzazione del polo logistico in Regione Bassotti che, secondo le stime dell’amministrazione comunale, dovrebbe creare mille posti di lavoro.
“L’intervento – sottolinea in una noto il Capogruppo del Pd – prevede l’occupazione di 40 ettari di suolo (57 campi da calcio regolamentari), in un’area sensibile presso il Cantone Bassotti, tra i corsi d’acqua Gattola e Rotaldo. Si tratterebbe di realizzare un grande capannone in un territorio privo delle necessarie infrastrutture per gestire l’imponente viabilità di mezzi pesanti (camion con container), che sarebbero tutte da valutare, realizzare, mitigare e da mantenere in uso e in sicurezza. Un progetto non pensato e proposto dall’Amministrazione, ma che nasce dall’interesse di un privato per un altro potenziale privato, non ancora noto”.
Per Gioanola la presentazione da parte dell’Amministrazione in Consiglio Comunale ha evidenziato “aspetti bizzarri“: “Come la strategica vicinanza con l’aeroporto insieme ad annunci propagandistici, come la creazione di 1000 posti di lavoro e il rilancio industriale di Casale Monferrato”
“L’aeroporto Cappa di Casale Monferrato – scrive ancora il Capogruppo del Pd in Consiglio Comunale a Casale – nulla ha da spartire con il trasporto aereo necessario e funzionale alla logistica. Anzi, a dirla tutta, immagino che i paracadutisti e i piloti degli aeromobili leggeri, che ora devono già prestare attenzione alla provinciale, dovranno prestarne ancora di più rispetto al nuovo grande capannone e alla relativa viabilità di mezzi pesanti, che saranno aderenti all’aeroporto.
Sentire annunciare dall’Amministrazione, come detto in consiglio comunale, che con questa opera si creeranno 1000 di posti di lavoro (poi corretto in tanti posti di lavoro), senza conoscere il proprietario e senza avere delle garanzie precise è non solo propagandistico, ma anche irresponsabile. Infatti, qualora l’iter, già non chiaro e complesso, di realizzazione del grande capannone e delle opere relative venisse approvato e portato a termine occupando i 40 ettari a ridosso del Cantone Bassotti, gli studi di settore riportano una potenziale situazione occupazionale ben diversa e da attenzionare responsabilmente da parte delle istituzioni pubbliche, nel rispetto dei cittadini e dei lavoratori stessi.
Riporto, per esempio, lo studio condotto da Ebicom (Centro Studi sul terziario, promosso da Confcommercio Unione provinciale di Treviso, Filcams CGIL Treviso, Fisascat CISL e UILTUcS di Belluno-Treviso), che ha verificato i numeri dell’area logistica di Castel San Giovanni. Delle circa mille assunzioni, in tre anni circa il 70% sono cessate definitivamente, del 30% rimasto, il 18% (80 su 1000) sono contratti definiti buoni, di tipo indeterminato o indeterminato, i restanti sono contratti a termine gestiti da agenzie di somministrazione, flessibili e variabili, con retribuzioni nette mensili a partire da 800 euro. Questo per Castel San Giovanni, un sito in Lombardia e in uno snodo, quello di Piacenza, ritenuto a grande strategia logistica nazionale, per intenderci un sito ben più strategico logisticamente di quello che potrebbe essere Casale Monferrato, che infatti non risulterebbe neppure tra i punti individuati e più vocati in Piemonte e in Provincia di Alessandria per questa finalità. A questo si aggiungono le proiezioni sull’evoluzione dell’automazione di processi e di veicoli, dell’adozione delle IOT e dell’intelligenza artificiale nel settore della logistica che prevedono la robotizzazione della quasi totalità di tutta le operazioni di stoccaggio, prelievo, imballaggio, instradamento e a tendere addirittura anche della consegna. Per cui di cosa stiamo parlando? Forse di un’opera mastodontica che se e quando sarà realizzata potrà offrire dieci posti lavoro, non specializzati e mal pagati e da monitorare? Non lo sappiamo con certezza. Certamente è bizzarro, se non irresponsabile per una amministrazione pubblica, parlare con superficialità di migliaia di posti di lavoro con questi studi, con queste proiezioni e sapendo poco se non nulla del privato che si insedierà e del suo piano occupazionale.
Che poi il rilancio industriale di Casale e del nostro territorio riparta con un grande capannone per la logistica a San Germano non si capisce su quali basi si possa affermare.
Intanto parlare di logistica assimilandola all’industria non è propriamente corretto, come già evidenziato da alcune sentenze. Inoltre, il rilancio industriale e occupazionale è ben altra cosa. Non a caso, anche l’Amministrazione ne era consapevole sia in campagna elettorale sia durante i primi anni di consiliatura, quando continuava a fare grandi annunci rispetto a una strategia condotta con l’agenzia Aleramo di attrazione di industrie, di creazione di poli strategici, di promozione degli spin-off. La realtà ha restituito che la linea, la visione se così si possa chiamare, dell’Amministrazione si è frantumata sull’inconsistenza di Aleramo, annunciata, creata e transitata senza dare segni di vita concreta (costando pure). Nel contempo, la Cerutti ha chiuso definitivamente, i grandi investimenti per diventare polo nazionale e internazionale per il trasporto dei vaccini, come annunciato ai TG nazionali, nemmeno partiti: tutti nati e finiti nel tempo del TG nazionale della sera.
Ora, l’Amministrazione, cerca di ribaltare la dura realtà di assente visione di sviluppo di Casale e del territorio, puntando ogni speranza di crescita industriale e occupazionale su questo ipotetico capannone, con un progetto colorato sulla carta, tutto da verificare, partito da privati dove forse l’unico che ci guadagnerà sarà un privato non del territorio e non ancora noto. Un progetto che l’Amministrazione con superficialità ha approvato cercando di farlo suo per cavalcare la propaganda elettorale delle elezioni comunali e regionali
La realtà è che i grandi annunci sul rilancio industriale fatti dall’Amministrazione sono tutti falliti schiantandosi su una ipotesi (tutta da verificare) di un grande capannone con grandi impatti strutturali e ambientali in un’area sensibile tra la Gattola e il Rotaldo.
La realtà è che in questo progetto si evince: l’assenza di programmazione dell’Amministrazione; la superficialità nel cavalcare una proposta che nasce da privati per un privato non definito; l’evidenza di un iter lungo, incerto, complesso e non chiaro; l’annuncio di posti di lavoro del tutto buttati a caso per propaganda elettorale locale e regionale; un grande impatto strutturale e ambientale in un’area delicata; il consumo di 40 ettari per avere l’ennesimo capannone grigio (magari colorato) che si aggiungerà, ma con molto più impatto, a tutti gli altri che sarebbero da recuperare a Oltreponte. Il tutto condito da nuove grandi infrastrutture stradali da mantenere, in una situazione in cui non si riescono nemmeno a gestire come si dovrebbe le infrastrutture già esistenti, e la situazione delle strade e dei torrenti di San Germano ne sono un esempio lampante. Insomma, tutto da verificare con estrema cautela, al netto di una superficiale e strumentale propaganda elettorale” conclude Luca Gioanola.