Infrastrutture e logistica. Nel Nord Ovest più cantieri aperti ma 39 opere restano “sulla carta”
ALESSANDRIA – Tre lavori conclusi, tra cui la riattivazione della Casale-Mortara, e cinque cantieri aperti in più. Aumentano le opere in linea con il cronoprogramma e si riducono quelle in ritardo. Undici delle opere ritenute strategiche dalle imprese piemontesi restano però solo proposte progettuali. Il Rapporto dell’Osservatorio territoriale infrastrutture del Piemonte (Oti) presentato ad Alessandria a Palazzo del Monferrato alla presenza anche del viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi fa registrare qualche passo avanti ma ancora “non si corre” sul fronte della logistica. E il rischio è di veder sfumate le opportunità legate ai fondi del Pnrr o di realizzare opere già vecchie alla nascita.
Delle 69 opere monitorate dall’Osservatorio e ritenute urgenti dalle imprese 27 sono già cantierare, 5 in più rispetto alla precedente edizione del rapporto. A queste si aggiungono 39 opere ancora solo sulla carta: 27 sono in fase progettuale, dodici sono invece semplici proposte progettuali. Le tre opere ultimate nell’ultimo anno sono il collegamento ferroviario Torino-Aeroporto di Caselle, la riattivazione del servizio ferroviario Casale Monferrato-Mortara e il nuovo ponte sul Ticino tra Vigevano e Abbiategrasso.
Tra quelle già in cantiere e quelle ancora su carta, le opere in linea con il cronoprogramma salgono da 23 a 30, di cui 18 con lavori in corso. Calano invece da 20 a 16 quelle che hanno subito un ritardo negli ultimi 12 mesi, tra cui sette già cantierate. Restano invariate a 9 quelle con un ritardo grave, tra queste due sono già cantierate. Per arrivare a quota 69 vanno aggiunte le undici opere in stand-by e le tre concluse.
Tra le opere monitorate da Oti Piemonte, ce ne sono dieci finanziate anche con fondi Pnrr, e che quindi andrebbero concluse entro il 2026. Di queste ben otto hanno registrato degli avanzamenti nell’ultimo anno. Nel dossier il “semaforo è verde” per il quadruplicamento della linea Tortona- Voghera. “Semaforo giallo”, invece, per il Terzo Valico. L’avanzamento della linea nell’ultimo anno ha subito un rallentamento, dovuto a “condizioni geologiche sfavorevoli” evidenzia il rapporto,ma il viceministro delle Infrastrutture e dei trasporti Edoardo Rixi assicura comunque l’apertura nel 2026. Complessivamente il Pnrr ha finanziato venti opere coprendo con 4 miliardi circa il 40% del costo complessivo.
Per una più facile comprensione del rapporto, le 69 infrastrutture monitorate sono anche state divise in otto grandi sistemi infrastrutturali: Corridoio Mediterraneo (2 opere), Corridoio Reno-Alpi (7 opere), Sistema Aeroportuale (5 opere), Sistema dei centri intermodali (10 opere), Sistema dei Valichi Alpini (11 opere), Sistema delle connessioni immateriali (1 opera), Sistema Pedemontano (10 opere) e Viabilità dei nodi urbani (22 opere). Tutti questi sistemi, tranne il corridoio Mediterraneo e le connessioni immateriali, registra una o più opere in grave ritardo, che ne mettono a rischio il completamento.
“Le imprese piemontesi ritengono importanti per garantire sviluppo e crescita al tessuto economico regionale le 69 opere monitorate da Oti Piemonte, ma purtroppo quasi due terzi di queste sono ancora in fase progettuale. Registriamo qualche segnale positivo, tra cui tre cantieri conclusi, ma sulle opere strategiche principali come Terzo Valico e Torino-Lione sono ancora molte le incognite. Se alziamo lo sguardo all’intero sistema di attraversamento delle Alpi, nell’ultimo anno ci siamo trovati nel mezzo di una tempesta perfetta che va dal Traforo del Monte Bianco alla frana nella valle della Maurienne, dal Gran San Bernardo al raddoppio del tunnel sotto al Colle di Tenda. Questa è una emergenza da risolvere nel minor tempo possibile perché sono a rischio una parte dei 110 miliardi di interscambio tra Italia e Francia, e più in generale la nostra porta d’ingresso principale verso l’Europa” ha commenta il presidente di Confindustria Piemonte, Marco Gay, nel suo intervento alla presentazione del rapporto.
“Occorre poi avere una nuova idea di territorio, non più come una dimensione statica, ma come un luogo di flussi e connessioni – sottolinea Gian Paolo Coscia, presidente di Unioncamere Piemonte -. Turisti, studenti, investitori, imprese e famiglie sono gli attori che innescano questi flussi e contribuiscono allo sviluppo locale. Le infrastrutture, sia fisiche che virtuali, sono un elemento fondamentale per la competitività ma, in un contesto geopolitico incerto come quello attuale, assumono anche un ruolo ancora più importante per la tenuta dell’economia nazionale. Le Camere di commercio svolgono, ciascuna sul proprio territorio, un fondamentale ruolo di aggregatori e catalizzatori a livello locale per l’elaborazione e la realizzazione di progetti territoriali di sviluppo e per favorire il raccordo tra diversi soggetti istituzionali, privati e associativi. Oltre al monitoraggio delle priorità infrastrutturali condotto da OtiPiemonte, Unioncamere Piemonte è impegnata su altre due linee di lavoro: la prima, di ricerca e analisi, legata alla situazione logistica piemontese, in collaborazione con Fondazione Slala; la seconda, di promozione, legata alla creazione di una filiera di imprese, in collaborazione con Ceipiemonte”.
“UniCredit vuole sostenere lo sviluppo, le eccellenze e gli investimenti in campo infrastrutturale del Nord Ovest in quanto siamo convinti che rappresentino un elemento fondamentale per lo sviluppo sia del sistema regionale che di quello italiano, come emerso rapporto Oti, predisposto da partner d’eccellenza quali Confindustria Piemonte e Unioncamere Piemonte – dichiara Paola Garibotti, Regional Manager Nord Ovest di UniCredit – come UniCredit, forniamo costantemente il nostro supporto alle imprese italiane con l’obiettivo di innescare virtuosi processi di crescita sui territori e siamo subito scesi in campo costituendo una Task Force a supporto del Piano nazionale di ripresa e resilienza del Governo che sostiene le 6 mission del PNRR”.