Autore Redazione
sabato
4 Maggio 2024
14:31
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Cronaca - Alessandria

Coldiretti chiede filiera cortissima per il grano di Alessandria e etichette trasparenti

Coldiretti chiede filiera cortissima per il grano di Alessandria e etichette trasparenti

ALESSANDRIA – Prodotti da forno come pane, grissini, biscotti realizzati con grano alessandrino al 100%, garanzia di qualità e salubrità, a tutela del territorio e della sua biodiversità.

L’obiettivo deve essere quello di valorizzare al meglio le produzioni locali di grano, garantire una sempre più positiva remunerazione agli agricoltori e offrire completa tracciabilità e qualità ai consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti.

La crisi del settore cerealicolo è purtroppo un dato di fatto. Da ormai troppi mesi, complice la situazione internazionale dei mercati, stiamo vivendo con apprensione i prezzi in caduta libera e prospettive che ci fanno stare col fiato sospeso: Alessandria, uno dei granai d’Italia, culla del frumento tenero d’eccellenza, deve trovare soluzioni e nuove prospettive di crescita. Quali? Progetti di filiera, l’unica traiettoria di futuro”, ha affermato Carlo Boidi, Presidente Coldiretti Zona di Alessandria.

Per questo, dal palco della Fiera di San Giorgio, Coldiretti Alessandria ha lanciato un invito ben preciso alle agroindustrie virtuose del territorio che si occupano di trasformazione, per valorizzare il prodotto locale e ottenere prodotti da forno veramente preparati con la farina a chilometro zero, per garantire reddito alle aziende e rispondere alle esigenze dei consumatori che sono sempre più attenti alla provenienza degli ingredienti, tutelando la biodiversità del territorio alessandrino.

L’iniziativa, dal titolo Pasta a filiera cortissima, inserita nella Fiera di San Giorgio, organizzata dal Comune Città di Alessandria in Piazzetta della Lega, ha visto la partecipazione, con il Sindaco Giorgio Abonante e l’Assessore al commercio Giovanni Berrone, di numerosi cittadini: filo conduttore è stato sua maestà l’agnolotto, declinato in diverse “versioni”, piatto tipico della provincia e del Piemonte.

Alla tavola rotonda, moderata dal Vice Direttore Coldiretti Alessandria e Responsabile Area Economica Emiliano Bracco, hanno preso parte il Presidente di Zona Carlo Boidi, Franco Maranzana, imprenditore di Predosa e componente della Commissione cerealicola in Camera di Commercio, Carlo Pagella cerealicoltore di Bosco Marengo e Federico Maggi, giovane imprenditore di Castelnuovo Scrivia.

Generazioni a confronto ma un obiettivo comune, la difesa del Made in Italy, come ha sottolineato proprio Federico Maggi riferendosi alla mobilitazione organizzata da Coldiretti al Brennero dove sono stati fermati decine di tir carichi di farine, cereali e pane destinati in diverse zone d’Italia, pronti a diventare magicamente prodotti italiani al 100% dopo aver passato la frontiera.

“Una parte fondamentale, quando si parla di filiera dell’agnolotto, è rappresentata dalla pasta, quindi dalla farina con cui viene realizzata e la qualità del grano da cui tutto ha inizio. Una produzione d’eccellenza, quella cerealicola, che subisce speculazioni a causa dell’aumento delle importazioni mettendo a rischio il futuro di uno dei settori più rappresentativi. Per questo è importante continuare ad incentivare i contratti di filiera, intesi come insieme delle fasi di produzione, trasformazione, commercializzazione e distribuzione dei prodotti agricoli e agroalimentari”, ha affermato Emiliano Bracco.

“Al fine di implementare la progettualità e per essere sempre più autosufficienti, vogliamo ricordare all’agroindustria virtuosa anche la nostra disponibilità ad incrementare i quantitativi prodotti per poter anche garantire prezzi equi alle imprese, che non scendano mai sotto i costi di produzione, come prevede la nuova legge di contrasto alle pratiche sleali, tutelando sempre la biodiversità dei nostri territori. Una risposta attesa, da tempo, dalle industrie del territorio che, invece, continuano ad approvvigionarsi da altri territori e Paesi”, ha aggiunto Carlo Boidi.

Molte le ripercussioni del via libera definitivo dal Parlamento europeo alla proroga fino a giugno 2025 della sospensione dei dazi sulle importazioni agroalimentari dall’Ucraina: un’occasione persa per il grano italiano.

Se da un lato, infatti, è prioritario sostenere l’Ucraina, dall’altro la mancata estensione al grano della clausola di salvaguardia come “freno di emergenza”, rischia di creare gravi distorsioni all’interno del mercato europeo dei cereali in un contesto già destabilizzato dall’invasione di prodotto russo e turco che ha fatto crollare i prezzi pagati agli agricoltori.

Per sostenere la martoriata Ucraina, senza danneggiare i produttori italiani ed europei, la Coldiretti ha proposto l’utilizzo dei magazzini europei per stoccare i cereali ucraini, evitando che entrino nel mercato comune e destinandoli, invece, ai Paesi che non hanno cibo a sufficienza per sfamare la popolazione, come i Paesi africani.

Grazie anche alle agevolazioni, secondo l’analisi Coldiretti su dati Istat, gli arrivi in Italia di grano tenero ucraino per il pane sono quadruplicati (+283%) nel 2023 rispetto al 2021 prima dell’inizio della guerra, arrivando a quota 470 milioni di chili.

In moltissimi hanno firmato per sostenere la petizione #nofakeinitaly, finalizzata ad ottenere una legge popolare europea per garantire trasparenza sulle etichette di tutti gli alimenti in commercio nell’Unione europea.

Per l’occasione, è stato allestito uno show cooking a cura dei Cuochi Contadini di Campagna Amica per passare dalle parole ai fatti, dalla farina agli agnolotti: è stata proprio Stefania Grandinetti, Presidente regionale agriturismi Terranostra, a ribadire “quanto sia fondamentale, per la riuscita di un piatto, partire da ingredienti di qualità, meglio se a filiera corta. Un concetto che vale anche e soprattutto quando si parla di farina e prodotti lievitati”.

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