Autore Redazione
mercoledì
8 Maggio 2024
05:11
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Cronaca - Alessandria

La protesta: dalla città alla campagna per cercare il silenzio, trova botti ogni 10 minuti

La protesta: dalla città alla campagna per cercare il silenzio, trova botti ogni 10 minuti

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Andare via dalla città per allontanarsi dal chiasso e finire in campagna in mezzo a rumori ancora più insopportabili. Un lettore di Radio Gold ha raccontato esasperato una situazione che è tornata a turbare prepotentemente la tranquillità che pensava di aver guadagnato. Con la primavera infatti i terreni agricoli di Castellazzo, Frascaro, Castelspina e Sezzadio sono stati seminati e diversi agricoltori hanno programmato i cannoni per allontanare animali e uccelli e proteggere in questo modo i germogli e le piante.

Il risultato però, spiega il nostro lettore, è che “ogni coltivatore protegge il proprio campo e questo moltiplica i botti: vanno avanti ininterrottamente dalle 6 di mattina alle 22, e a volte anche per tutta la notte“. Le norme consentono l’impiego di questi strumenti ma “il problema è che ognuno agisce per conto proprio e quindi contemporaneamente si alternano 7-8 cannoni che, senza soluzione di continuità, ogni 5 minuti, fanno esplodere i loro colpi, e così sembra di essere in mezzo a una guerra“. “L’anno scorso, come hanno accertato i Carabinieri nel loro verbale, sono stati registrati 13 botti alle 5 di mattina“, continua esasperato il lettore convinto di trovare in campagna una situazione serena e invece ora costretto a vivere “circondato da continue esplosioni“. Eppure, prosegue, la soluzione ci sarebbe anche, perché “un agricoltore di Castellazzo ha installato delle reti elettrificate attorno al proprio campo e da quando l’ha fatto gli animali non sono più entrati nel suo campo. Diversamente i botti sebbene spaventino i caprioli non incidono sui comportamenti dei cinghiali che, a eccezione del primo colpo, poi si abituano e si muovono impassibili sotto il frastuono ossessivo dei cannoni”.

Il lettore quindi invita ad adottare soluzioni del genere per ritornare a una situazione di civiltà e anche per tutelare gli investimenti in campo turistico di chi ha aperto strutture in quelle zone. “Difficile pensare che possa essere serena la permanenza di quanti arrivano e si sentono bombardati da questi colpi che fanno tremare i vetri – conclude”.

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