Autore Redazione
martedì
9 Luglio 2024
05:00
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Cronaca - Alessandria

“Una moratoria come in Sardegna”. La proposta per “congelare” l’avanzata dei pannelli nelle campagne

“Una moratoria come in Sardegna”. La proposta per “congelare” l’avanzata dei pannelli nelle campagne

ALESSANDRIA – Prosegue la battaglia del Comitato “Salviamo le cascine” per frenare l’avanzata degli impianti fotovoltaici nelle campagne alessandrine. Il comitato, ha spiegato il presidente Giancarlo Rossi, chiede alla Regione Piemonte di dichiarare come “non idoneele aree agricole “coltivate o coltivabili. Il decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale ha dato alle Regioni 6 mesi di tempo per dire dove sarà possibile, o vietato, costruire impianti per produrre energia dal sole o dal vento. Il decreto indica “una serie di criteri” ma le Regioni hanno “ampia discrezionalità” secondo il presidente del comitato e Giancarlo Rossi spera che il Piemonte sfrutti il margine d’azione per tenere nuove distese di pannelli a distanza dalle campagne e, in particolare, da quelle nell’Alessandrino dove sorgono una trentina di cascine storiche.

Il comitato chiede alla Regione di seguire anche “l’esempio della Sardegna” e “congelare” con una moratoria tutte le richieste di nuovi impianti solari ed eolici in attesa di definire “la mappa delle rinnovabili” sul territorio piemontese: “La Sardegna, prima in Italia – ha evidenziato Giancarlo Rossi – ha deciso di bloccare per diciotto mesi la realizzazione di impianti di produzione dell’energia da fonti rinnovabili al fine di arginare il “far west” delle richieste di autorizzazioni e avere tempo di definire la mappa delle aree idonee a ospitare i mega impianti”.

Il comitato “Salviamo le cascine” non è contrario alla produzione di energia da fonti rinnovabili: “Il nostro Paese certamente ne ha bisogno“, ha precisato Giancarlo Rossi, ma “consumare una risorsa non riproducibile“, ossia il “terreno delle nostre campagne” non appare una scelta “oculata”. Per il comitato “servono nuovi e più stringenti criteri” per non sprecare ulteriore suolo agricolo fertile: “Oggi si difende l’agrivoltaico dicendo che non si consuma suolo perché i pannelli sono sollevati dal terreno ma l’innalzamento aumenta l’impatto paesaggistico e non limita le conseguenze sulla fertilità del terreno perché non è uguale la distribuzione del sole né quella della pioggia“.

Diverso sarebbe invece “l’impatto” se i pannelli fossero collocati su tetti di grosse strutture industriali, nei parcheggi, in cave o in aree in cui occorrono interventi di bonifica. In attesa di sapere come sfrutterà il suo spazio di manovra la Regione Piemonte per disegnare i confini delle aree “idonee” ad ospitare “distese di pannelli solari” o pale eoliche, il comitato “Salviamo le Cascine” si sta intanto muovendo per avere un confronto con Provincia e Comune di Alessandria che avranno comunque “voce in capitolo” per disegnare la mappa regionale delle “Aree idonee”.

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