Autore Redazione
martedì
3 Settembre 2024
11:22
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Il Bello del Monferrato - Speciali - Tempo Libero - Piemonte

L’arte della bugia. Recensione de “La mandragola” di Stivalaccio Teatro

Ieri la “ facetissima commedia dell'arte” ispirata alla commedia di Machiavelli ha chiuso in bellezza il seguitissimo festival “Paesaggi e oltre. Teatro e musica nelle terre dell’Unesco”
L’arte della bugia. Recensione de “La mandragola” di Stivalaccio Teatro

CASTEGNOLE DELLE LANZE – “La bugia dà un tocco di mistero e di magia”. Si apre con un elogio della bugia in quanto arte, “La mandragola, facetissima commedia dell’arte” di Stivalaccio Teatro, riscrittura in chiave di commedia dell’arte, zeppa di riferimenti sia popolari che alti, dell’originale di Machiavelli. Presentata ieri a Castagnole delle Lanze, ha chiuso Paesaggi e Oltre, il fortunatissimo festival promosso dalla Comunità delle Colline tra Langa e Monferrato con la direzione artistica del Teatro degli Acerbi.

La bugia veritiera del teatro ha coinvolto i circa duecento spettatori radunati nel nuovo belvedere limitrofo al Municipio, di fronte ad un palchetto di legno dai fondali sbiaditi legati a corde grezze. La magia di Stivalaccio, questa volta con gli attori della sua compagnia giovane, ha il fascino antico delle compagnie di saltimbanchi e un ritmo comico moderno che si rinnovano ogni volta, in una combinazione addirittura esplosiva.

Michele Mori si è liberamente ispirato alla commedia di Machiavelli, modificando e accorpando parte dei personaggi, riscrivendo il testo nelle forme della commedia dell’arte e mischiando dialetti, maschere e altri riferimenti teatrali e letterari.  “Tutto ha inizio in terra francese” in un prologo dove Mori fa incontrare un Ligurio dalla parlata napoletana, servo di Messer Nicia, a sua volta un pantalone veneziano trasferitosi a Firenze, con Callimaco, giovane passionale e privo di scrupoli.

Un viaggio esilarante su un aereo ante litteram costruito e imprestato a Parigi da Leonardo (proprio il Da Vinci), sullo sfondo di un enorme ventaglio-cielo, riporta la vicenda a Firenze. La storia ripercorre la trama dell’originale, con la beffa ordita da Ligurio e Callimaco ai danni del vecchio egoista Nicia, desideroso di un erede, ma incapace di generarlo. Grazie all’inganno e alla bugia sull’effetto portentoso e letale della mandragola, Callimaco diventerà l’amante della bella e virtuosa Lucrezia, moglie di Nicia, capovolgendo ogni prospettiva di onestà e correttezza, suscitando il riso e condividendo il trionfo della menzogna.

“La mandragola” è la prima produzione di Stivalaccio Teatro con la compagnia dei nuovi attori giovani e si inserisce nel filone che caratterizza uno stile diventato inconfondibile. In scena cinque protagonisti abbigliati da buffoni (i costumi sono di Licia Lucchese) cantano, ballano, duellano e fanno acrobazie da circensi, si esprimono in vernacolo, mantengono un ritmo vorticoso, divertente e fresco, sempre declinando il tema tutt’altro che banale dell’inganno che tutto permea.

Regia e testo giocano sulla sorpresa continua e su una tradizione ben conosciuta, assimilata e rinnovata. Così la parlata napoletana di Ligurio/Pierdomenico Simone ricorda quella di un Pulcinella avido e intrigante e la Fiammetta di Daniela Piccolo ricalca, con una parlata calabrese e una gestualità godibilmente spudorata, il personaggio della servetta della commedia dell’arte (qui introdotta dalla riscrittura di Mori). Messer Nicia/Elia Zanella (“grosso e fesso”) calza la maschera dal becco adunco di Pantalone e Callimaco/Francesco Lunardi incarna un innamorato totalmente privo di scrupoli. In una tessitura sorprendente si intrecciano canzoni (spicca la bella voce di Lucrezia/Elisabetta Raimondi Lucchetti), versi danteschi, che infarciscono il dialogo rocambolesco tra Ligurio e Callimaco travestito da medico, e persino una citazione dall’Otello di Shakespeare sui “desideri, passioni e debolezze” delle donne da parte di Fiammetta.

Letteralmente un vortice di teatro e comicità, questa “commedia faceta”, un gioco di incastri e una corsa che pare una danza per e con il pubblico. Si rimane stupiti di fronte alla coerenza globale di un lavoro tanto sfaccettato, alla sua irruenza contagiosa e alla grande professionalità di teatranti molto giovani e bravissimi, come sempre nei lavori di Stivalaccio Teatro. Un altro grande successo di pubblico per Paesaggi e Oltre, che anche quest’anno ha compiuto un percorso di scelte artistiche azzeccate e di organizzazione impeccabile.

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