16 Dicembre 2024
07:44
“Qualità della vita”: Alessandria migliora di sei posti. Bene ricchezza e sicurezza, male demografia e ambiente
ALESSANDRIA – Alessandria sale di sei posizioni nella classifica sulla qualità della vita del Sole 24ore, il giornale economico nazionale. Come ogni anno infatti viene stilata una graduatoria delle province sulla base di una serie di dati raccolti durante l’anno. Il risultato aggiornato vale complessivamente il 64esimo posto.
Il dato peggiore arriva dal quoziente di mortalità (107esima), aggravato anche dall’indice di vecchiaia che peggiora rispetto al 2023 (-2.5%) e anche da cluni parametri sul clima, dal soleggiamento alla concentrazione di polveri fini, che fanno schizzare il territorio alle ultime posizioni in questo settore (nella macro area “Ambiente e servizi” l’Alessandrino è al 79esimo posto). Buono tuttavia il numero di auto circolanti (39esima) e discreto quello delle piste ciclabili (59esima). Significativo il piazzamento sulla criminalità. L’alessandrino è al 30esimo posto, risultando quindi tra le province più sicure del territorio nazionale, nonostante una certa pressione sui furti in esercizi commerciali e abitazioni. Decisamente alto anche il dato sui reati legati agli stupefacenti (13esima) ed è curiosa l’attitudine alla litigiosità visto che la provincia è 27esima per cause civili. In generale nell’ambito “Giustizia e sicurezza” la classifica è buona: (52esima con un posto guadagnato).
Preoccupa un po’ il dato sul lavoro con un numero di startup innovative che scende del 12% rispetto al 2023 ma è incoraggiante il valore aggiunto pro capite, aumentato del 6.6%. Nella classifica finale infatti l’Alessandrino si piazza al 29esimo posto per ricchezza (+24 posizioni) anche se è al 64esimo poto nella diseguaglianza del reddito. Questa forza economica si traduce anche nel 22esimo posto in acquisto di beni durevoli anche se il territorio è al 48esimo posto per protesti pro capite. Complessivamente però, nel settore ricchezza l’Alessandrino è al 29esimo posto sebbene nella macro area “Lavoro” la provincia sia 73esima.
Rimane sempre basso il piazzamento dei laureati tra i 25 e i 39 anni (88esima), piuttosto alto il numero di cessazioni di imprese (75esima) e di fallimenti (53esima) sebbene in classifica l’Alessandrino svetti al 13esimo posto per export.
In ambito sanitario è significativo l’uso di farmaci per depressione (89esima) e l’indice di solitudine (94esima). Non incoraggiante il numero di medici specialisti (59esima) e di emigrazione ospedaliera (79esima). Buone notizie invece per l’ambito “Cultura e tempo libero” con un discreto 65esimo posto ma undici piazzamenti guadagnati rispetto al 2023. In particolare l’Alessandrino è 29esimo per offerta culturale e possiede un indice di lettura che lo colloca al 18esimo posto.
LA CLASSIFICA GENERALE SULLA QUALITA’ DELLA VITA DEL SOLE 24ORE
La trentacinquesima edizione della Qualità della Vita del Sole 24 Ore, indagine lanciata nel 1990 per misurare i livelli di benessere nei territori italiani ed i cui risultati della 35ma edizione sono presentati oggi 16 dicembre sulle pagine del quotidiano, segna la vittoria della provincia di Bergamo: mai premiata prima d’ora nella classifica generale, ma già incoronata regina dell’Indice di Sportività 2024, la provincia orobica aveva già scalato diverse posizioni nel 2023 e quest’anno ha scalzato habitué del podio come Trento, al secondo posto, e Bolzano, al terzo. All’ultimo posto troviamo Reggio Calabria, maglia nera di una classifica che vede le ultime 25 posizioni tutte occupate da province del Mezzogiorno.
L’indagine fotografa il benessere nelle province italiane con 90 indicatori divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, società e salute; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero.
La top 10 della classifica è lo specchio di un Paese in cui le grandi città cominciano a manifestare diverse fragilità: l’unica presente è Bologna, al nono posto, in calo di sei posizioni rispetto all’edizione 2023. Per il resto, trionfano le medie province: Monza e Brianza (4° posto), seguita da Cremona e Udine, vincitrice lo scorso anno, Verona e Vicenza. A chiudere, dopo Bologna, è Ascoli Piceno.
Vince il versante nord orientale, con tre province lombarde, le due province autonome del Trentino Alto Adige, due venete, una emiliana e una marchigiana.
Le città metropolitane registrano un crollo diffuso: Bologna scende di 7 posizioni, Milano di 4 passando al 12° posto, Firenze (36° posto) segna un -30 dopo essere stata in zona top 10 per tre anni consecutivi e Roma scende di -24 posizioni piombando al 59° posto. Torino perde 22 posizioni, arrivando al 58° posto subito davanti alla Capitale. Napoli è penultima, mentre Bari è tra le poche a salire: un aumento di 4 posizioni la porta al 65° posto.
Le grandi aree metropolitane scontano, a confronto con l’anno scorso, sia la presenza di alcuni indicatori di nuova introduzione come la disuguaglianza nel reddito e le mensilità di stipendio necessarie ad acquistare casa, entrambi inseriti nella categoria Ricchezza e consumi. Ma anche alcuni dati che testimoniano, per esempio, la fine della corsa del Pil pro capite: il dato, rapportato al 2023, sale di più al Sud.
Le classifiche di tappa si confermano sei: Biella vince in Ricchezza e consumi; Milano mantiene la sua leadership in Affari e Lavoro; Brescia è prima in Ambiente e servizi; Bolzano è leader in Demografia, salute e società; Ascoli Piceno guida la classifica di Giustizia e sicurezza; Trieste è la migliore per Cultura e tempo libero.
Una menzione a parte va a Firenze che vince la quarta edizione della Qualità della vita delle donne, un indice sintetico basato su 12 parametri (Tasso di occupazione, Imprese femminili, amministratrici donne di imprese e di entri locali, quota di laureate, tra gli altri) che va poi a confluire nella classifica generale, nella categoria Demografia, salute e società.
Gli indicatori
La classifica è una media delle medie calcolata su 90 indicatori da fonti certificate (Istat, Banca d’Italia, Istituto Tagliacarne, Infocamere e molti altri), su base provinciale e rapportati alla popolazione residente, divisi in sei categorie: ricchezza e consumi; affari e lavoro; ambiente e servizi; demografia, salute e società; giustizia e sicurezza; cultura e tempo libero. L’obiettivo è rappresentare un concetto multisfaccettato come quello della Qualità della vita indagandone i vari aspetti. Dei 90 indicatori fanno parte anche dieci indici sintetici che nel corso dell’anno sono stati pubblicati sul Sole 24 Ore: l’Indice del Clima, i tre Indici Generazionali (Qualità della vita di Anziani, Giovani, Bambini); l’Indice di Sportività, l’Indice della Criminalità; Ecosistema Urbano; l’Indice di Fragilità del Territorio; Icity Rank e l’Indice della Qualità della vita delle donne.
Alcuni indicatori sono rimasti uguali a quelli delle precedenti edizioni: dai depositi bancari alla raccolta differenziata, passando per gli iscritti all’Aire e il numero di librerie. Altri, in totale 27, sono di nuova introduzione: i rischi di frane e alluvioni, le mensilità di stipendio necessarie per acquistare casa, gli omicidi. L’indagine, che ha debuttato nel 1990, ogni anno si rinnova dando spazio a indicatori che possono raccontare al meglio l’evoluzione della società e dei territori.