21 Dicembre 2024
17:03
10 anni di Cascina Saetta: dalla confisca a simbolo della rinascita antimafia di un territorio
BOSCO MARENGO – Cascina Saetta, il primo bene confiscato alla mafia della provincia di Alessandria, festeggia 10 anni e questo sabato ne è stata ricostruita la storia nell’ostello del complesso monumentale di Santa Croce a Bosco da Valentina Avvento e Andrea Vignoli, rispettivamente presidente e vice presidente dell’Associazione Parcival e da Carlo Piccini, referente di Libera per i beni confiscati in provincia di Alessandria.
La confisca dell’immobile che poi diventerà Cascina Saetta risale a 20 anni fa. Il 28 settembre 2004 la Corte d’Appello di Caltanissetta dispose la confisca dei beni di Concetta Caci, moglie di Rosario Caci, affiliato a cosa nostra. Tra questi beni vi era un immobile in frazione Donna, a Bosco Marengo: fu il primo bene confiscato alla criminalità organizzata nella provincia di Alessandria. Sono invece 10 gli anni che sono passati dalla convenzione tra il Comune di Bosco Marengo e l’associazione Parcival ETS (associazione che fa parte di Libera) per la gestione del bene, che allora prese il nome di Cascina Saetta.
“In questi 10 anni – ha detto Piccini – Bosco Marengo è passata dall’essere un paese con una presenza mafiosa conclamata a una realtà antimafia a livello nazionale, grazie alle centinaia di ragazzi che da anni decidono di passare la loro estate qui, a Cascina Saetta e all’ostello di Santa Croce, nel contesto dei campi nazionali di impegno e formazione di Libera”.
“Oltre alla presenza della mafia, provata dalla confisca di 20 anni fa, a Bosco Marengo una decina di anni fa è stato arrestato Bruno Pronestì, riconosciuto referente della “locale” del basso Piemonte della ‘ndrangheta.
Oggi le particella catastali confiscate in provincia di Alessandria sono ben 87, e Cascina Saetta, nata dalla prima confisca, è stata anche il primo bene restituito all’uso sociale” ha detto Andrea Vignoli.
La struttura è stata intitolata al giudice Antonino Saetta e al figlio Stefano, assassinati da cosa nostra nel 1988. Proprio ad Acqui Terme, dove il giudice Saetta iniziò la sua carriera, nacque il figlio Stefano, vittima insieme al padre.
“Il campo di Estate Liberi di quest’anno ha raccolto a livello nazionale il maggior numero di partecipanti, al pari di quello svolto a Sessa Aurunca, in provincia di Caserta. È bellissimo riuscire a portare qui centinaia di giovani da tutta Italia, impegnati nello studio e nella formazione sui temi della legalità. Siamo già al lavoro in vista della prossima edizione” ha detto Piccini.
Nel 2022, un altro importante traguardo è stato raggiunto: l’associazione Parcival ha preso in gestione l’ostello di Santa Croce, rimasto inutilizzato e in stato di abbandono per anni. I giovani volontari, provenienti da tutta Italia, hanno riportato vita e voce ai chiostri del complesso monumentale, contribuendo alla sua manutenzione e valorizzazione.
Nel corso di questi anni, centinaia di ragazzi da tutta Italia grazie a Cascina Saetta sono venuti a Bosco Marengo. Un importante valore aggiunto per il piccolo comune, che da luogo di mafia è diventato luogo di promozione della legalità.
“La confisca del 2004 ha piantato un seme che, anno dopo anno, continua a dare frutti preziosi – ha detto Valentina Avvento – Cascina Saetta rappresenta un esempio concreto di come, attraverso l’impegno collettivo, i beni confiscati possano trasformarsi in luoghi di legalità, cultura e speranza.Parcival ETS sta investendo molte risorse umane e non solo sul rinato ostello di Santa Croce, dando un significativo contributo al rilancio del complesso monumentale di Bosco Marengo, un bene che rappresenta un unicum non solo per la provincia ma per tutta la nazione e che deve essere valorizzato ancor più, attraverso la sinergia tra tutti gli attori del territorio”.