15 Gennaio 2025
15:02
L’addio del Conservatorio di Alessandria al compositore Alberto Colla: “Uno dei migliori figli del Vivaldi”
ALESSANDRIA – “Uno dei migliori “figli” del Vivaldi”. Così il Direttore del Conservatorio di Alessandria, Marco Santi, descrive Alberto Colla, compositore alessandrino mancato domenica a 56 anni.
L’ultimo incontro tra i due fu “fortuito”, su un treno della tratta Alessandria -Torino. “Per tutto il tempo parlammo di musica: del suo Trattato di Armonia Contemporanea, in fase di pubblicazione; del mio ben più modesto manuale di Teoria musicale, che proprio grazie a lui venne poi pubblicato da Carisch; dei nostri ricordi di quando, nella classe di Carlo Mosso, studiavamo composizione. Quella fu l’ultima volta che vidi Alberto Colla” ricorda ancora il Direttore del Conservatorio Vivaldi, Marco Santi.
Dopo il Diploma in Pianoforte, in Composizione e in Musica Corale, Colla terminò gli studi all’Accademia Santa Cecilia di Roma: “Al carattere introverso, persino timido, univa una preparazione solidissima e una inconsueta capacità di lettura e penetrazione delle complessità proprie all’arte contemporanea, fino a maturare una poetica personale caratterizzata dalla raffinatezza, dal senso delle proporzioni formali, dalla ricerca timbrica. Nel suo rapporto con la musica, aveva fatto proprio il motto che il nostro maestro Carlo Mosso spesso rimarcava: “un musicista deve essere, prima di tutto, uomo di cultura; la musica viene dopo”. Nella serietà che caratterizzava il suo lavoro compositivo, ho sempre riscontrato – invece – lo spirito brahmsiano, ovvero quel senso di appartenenza ad una storia – quella della musica – e, conseguentemente, l’accettazione del fardello insito alla responsabilità rispetto alla propria attività artistica, nel cui ambito nessun dettaglio poteva essere trascurato, e nessuna scelta poteva essere orfana di solide motivazioni. Alberto raccolse i suoi primi successi fin dal 1996, non ancora trentenne, vincendo importanti concorsi internazionali di composizione (F. Margola, Brescia; 2 Agosto, Bologna; E. Grieg Memorial, Oslo; Musica Viva, Monaco di Baviera; D. Mitropoulos, Atene, A. Ghazaleh, Parigi; G. Verdi, Parma; L. Sumera, Tallin – Estonia; Garth Newel Piano Quartet, Virginia – USA. In particolare, vince nel 2001 il concorso internazionale indetto dal Comitato per le Celebrazioni Verdiane con l’opera lirica Il processo, che l’anno successivo sarà rappresentata al Teatro la Scala di Milano. Nello stesso anno, il grande compositore Luciano Berio commissiona ad Alberto un lavoro per coro e grande orchestra, che sarà eseguito per l’inaugurazione dell’Auditorium Parco della Musica (progettato da Renzo Piano) a Roma.
Le commissioni di prestigiose istituzioni internazionali si susseguono, i suoi brani orchestrali vengono eseguiti da alcune fra le più prestigiose formazioni (Los Angeles Philharmonic, Chicago Symphony Orchestra, Orchestra del Mozarteum di Salisburgo, Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia, Bayerischer Rundfunk Symphony Orchestra, Juilliard Symphony, Albany Symphony Orchestra, Orchestre National de l’Île de France); la sua musica viene trasmessa da radio e televisioni di mezzo mondo (Europa, Scandinavia, Israele, USA, Russia e Canada)”.
Sergio Marchegiani, docente di pianoforte del Conservatorio Vivaldi, si sofferma su uno dei tanti momenti condivisi con Alberto Colla: “Ecco, adesso mi viene in mente quando andammo insieme a New York; era il maggio del 2001. La Albany Symphony doveva eseguire una sua composizione per grande orchestra e io dovevo tenere un recital al Palazzo di vetro dell’ONU che includeva due suoi brani per pianoforte, scritti appositamente per me. Alberto, però, aveva altro per la testa in quel periodo. Aveva superato le selezioni del Concorso Internazionale bandito in occasione del centenario dalla morte di Giuseppe Verdi e doveva completare l’opera che poco dopo avrebbe vinto il primo premio. Un lavoro enorme per il quale c’era pochissimo tempo. Io ero curioso di sapere come lavorasse, con quale metodo e soprattutto come fosse possibile completare un simile lavoro – una partitura per soli, coro e orchestra della durata di più di due ore – in così poco tempo. Lui, con semplicità, mi disse: “Sai, l’opera è già tutta nella mia testa, fino
all’ultima nota. Il problema è trovare il tempo per metterla sulla carta, nota dopo nota”. Una frase pronunciata senza alcuna supponenza, da amico ad amico. Una piccola frase che sintetizza non solo un talento musicale eccezionale ma anche la sua essenza di compositore, capace di concepire le forme e gli organici più ampi come un tutt’uno, come un unico grande respiro”.
La presidente del Conservatorio, Maria Teresa Pasero, commenta così la prematura scomparsa di Alberto Colla: “La morte di Alberto, che del Vivaldi è stato allievo e, per un breve periodo, anche docente, lascia nella comunità del Conservatorio un profondo senso di tristezza: la perdita di un amico, collega, compagno di studi mite e profondo, magari complesso ma in ogni circostanza sincero“.