“Giustizia per Jordan” e preghiere cantate in diretta per l’Africa: da Tortona il saluto affettuoso
TOROTNA – Ange Jordan Tchombiap voleva prendere a pugni le vita ingiusta alle spalle e che lo aveva portato a lasciare il Camerun per arrivare in Italia. Il suo desiderio era fare il pugile, integrarsi e finalmente conquistare una vita normale. Il 30 gennaio però un colpo al petto lo ha ucciso e tutti i sogni si sono spenti. In 300 hanno voluto ricordarlo a Tortona, partendo proprio dal punto in cui lui è morto, davanti alla stazione. Arrivati da diverse regioni, molti cittadini camerunensi hanno intonato canti di preghiera e chiesto giustizia per il loro amico. Giustizia non solo rispetto ai fatti avvenuti ma anche sociale, per ottenere migliori e più sicure condizioni di lavoro, pace tra i popoli e tra gli stessi cittadini.
Il silenzio della domenica tortonese, questo 16 febbraio, è stato scosso da un coro di affetto e dolore, mandato in diretta in Africa attraverso decine di telefonini e per ricordare la storia di Ange, un ragazzo che, come tanti altri, era partito per sempre da casa con un semplice sogno in tasca e che invece è finito a terra ingiustamente, proprio lui che sperava di mandare a tappeto il suo passato.