Autore Redazione
sabato
15 Marzo 2025
06:26
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Cronaca - Novi Ligure

A Novi 100 voci per ricordare 1000 esempi: tanti cittadini contro la mafia

A Novi 100 voci per ricordare 1000 esempi: tanti cittadini contro la mafia

NOVI LIGURE – Leggere i nomi di chi è morto per mano della mafia per non dimenticarli, per mantenere alta la dignità di chi l’ha combattuta in qualunque modo l’abbia fatto. Oggi, sabato 15 marzo a Novi, in collaborazione con l’amministrazione comunale della città, si terrà la manifestazione di Libera per celebrare la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.

Oltre un centinaio di persone ha già dato la propria disponibilità. Rappresentanti delle istituzioni, del mondo delle associazioni, della cultura, dello sport, della politica, ma anche tanti semplici cittadini, hanno confermato la loro presenza all’evento che, in modo semplice e significativo, consisterà nella lettura di tutti i nomi delle oltre 1000 vittime innocenti delle mafie dall’Unità d’Italia a oggi.

«L’alto numero di cittadini che hanno aderito alla lettura è la prova della grande sensibilità di Novi Ligure su questo tema – ha detto Andrea Vignoli, del presidio novese di Libera. Il nostro stesso presidio di Novi è intitolato al piccolo Domenico Petruzzelli, ucciso a soli 30 mesi in un agguato di mafia mentre era in braccio a sua mamma».

L’evento è organizzato in accompagnamento alla Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie, istituita nel 1996 dall’associazione Libera, che si celebra ogni anno il 21 marzo, primo giorno di primavera, simbolo di rinascita e speranza. Nel 2017 questa ricorrenza è stata riconosciuta ufficialmente dallo Stato italiano con la legge 8 marzo 2017, n. 20.

Il tema di questa edizione, “Il vento della memoria semina giustizia“, assume un significato ancora più profondo nel trentesimo anniversario della nascita di Libera, ribadendo l’impegno collettivo nel mantenere vivo il ricordo delle vittime e nella continua ricerca di verità e giustizia. Un impegno che ha sempre trovato nell’amministrazione di Novi Ligure un interlocutore sensibile. Si ricorda che il nostro comune è stato il primo della provincia di Alessandria ad associarsi ad Avviso Pubblico, l’associazione italiana fondata nel 1996 che riunisce enti locali e regioni impegnati nella promozione della cultura della legalità democratica e nella formazione civile contro le mafie. L’obiettivo principale dell’associazione è supportare gli amministratori pubblici nel prevenire e contrastare fenomeni di corruzione e infiltrazioni mafiose nelle istituzioni locali.

Una giornata che nasce dal dolore di una madre

La Giornata della Memoria delle vittime innocenti delle mafie ha origine in un’estate siciliana, con il sole che splende sull’autostrada tra Punta Raisi e Palermo. Magistrati, rappresentanti delle istituzioni e delle forze di polizia, cittadini e studenti commemorano il primo anniversario della strage di Capaci. C’è anche Don Luigi Ciotti sul luogo del dolore. Prega, in silenzio. Quando, all’improvviso, si avvicina una donna minuta: si chiama Carmela, è vestita di nero e piange. La donna prende le mani di don Luigi e gli dice: «Sono la mamma di Antonino Montinaro, il caposcorta di Giovanni Falcone. Perché il nome di mio figlio non lo dicono mai? È morto come gli altri».

Soffre, Carmela: in quel primo anniversario della strage la memoria di suo figlio Antonio e dei suoi colleghi Rocco e Vito veniva liquidata sotto l’espressione “i ragazzi della scorta”. Da questo grido di identità negata nasce, il 21 marzo, primo giorno di primavera, la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Nasce dal dolore di una madre che ha perso il figlio nella strage di Capaci e non sente pronunciare da nessuno il suo nome. Un dolore che diventa insopportabile se alla vittima viene negato anche il diritto di essere ricordata con il proprio nome.

Ogni anno una città diversa, ogni anno un lungo elenco di nomi scandisce la memoria che si fa impegno quotidiano. Recitare i nomi e i cognomi come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai. Per farli esistere nella loro dignità.

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