Un’impresa da raccontare - Alessandria

Il Museo della Gambarina diventa più inclusivo e racconta “i segni del tempo nel linguaggio dei segni”

ALESSANDRIA – Il Museo Etnografico “C’era una Volta” di Alessandria compie un passo importante verso l’inclusività grazie al progetto “I segni del tempo nel linguaggio dei segni”, realizzato con il sostegno della Fondazione Social.

Il Museo ha promosso una sinergia con l’associazione LiSten aps per realizzare un video tradotto nella LIS – la lingua italiana dei segni – che racconta al pubblico sordo la ricchezza delle collezioni custodite nella Gambarina Vecchia. Il video sarà anche fruibile tramite due tablet messi a disposizione dei visitatori sordi e potrà inoltre essere  proiettato su un grande televisore posizionato all’interno delle sale del Museo.

Il progetto nasce con l’obiettivo di rendere accessibile a un pubblico più ampio un patrimonio culturale prezioso, oggi ospitato in una caserma settecentesca in piazza della Gambarina, nel cuore di Alessandria. Su una superficie di circa 1600 metri quadrati distribuiti su due piani, il museo propone un viaggio nella vita quotidiana della società contadina tra Ottocento e Novecento: dal momento della nascita alle nozze, dalla scuola ai giochi, passando per la cucina, la camera da letto e la stanza del corredo.

Al piano terra, le ex scuderie accolgono ambientazioni d’epoca e sezioni tematiche dedicate alle due guerre mondiali, ai mestieri artigianali e alla vita agricola. Il piano superiore ospita invece un’aula scolastica risalente agli anni Trenta, una biblioteca con volumi ottocenteschi, una collezione di bambole e giocattoli e vetrine che raccontano un secolo di storia produttiva della città.

Con questo nuovo progetto, il Museo della Gambarina rafforza la propria vocazione di Museo “vivo”, capace di parlare a tutti e di continuare a raccontare storie senza barriere.

 

 

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