Cronaca - Provincia Alessandria

Primavera di cauta ripresa per le imprese alessandrine. Dazi e rincari, però, rendono l’ottimismo “fragile”

PROVINCIA ALESSANDRIA – Dopo tre trimestri “critici”, le imprese alessandrine guardano ai mesi primaverili del 2025 con più “ottimismo”, nonostante il clima di grande incertezza. Lo raccontano i dati della 202esima indagine congiunturale trimestrale di Confindustria Alessandria. Anche sulle imprese della provincia pesa il costante aumento dei costi, in particolare quelli  di energia e materie prime, e non aiuta l’imprevedibilità dell’effetto dei dazi americani. La raccolta dei dati di Confindustria, in effetti, si è conclusa prima del 2 aprile, il “Liberation Day” in cui il Presidente Trump ha annunciato la strategia della “battaglia commerciale americana”, poi congelata per 90 giorni. È possibile, quindi, che i dati in rialzo siano frutto della spinta impressa sui nuovi ordini da molte imprese, proprio per anticipare i possibili effetti creati a livello internazionale dai dazi statunitensi. La presidente di Confindustria Alessandria, Laura Coppo, insieme al Direttore, Renzo Gatti, legge quindi con “cautela” i segnali positivi relativi al trimestre aprile-giugno 2025. “Tutto è ancora da capire”, come sottolinea il titolo scelto per sintetizzare i risultati dell’ultima indagine congiunturale.

In attesa di leggere i risultati del trimestre con uno sguardo più a lungo termine, la primavera 2025 segna intanto un rialzo degli indici su occupazione, produzione, ordini totali ed export, che tornano positivi e sostanzialmente in linea con quelli dello scorso anno, come ha evidenziato Giuseppe Monighini dell’Ufficio Studi di Confindustria Alessandria.

Dopo tre trimestri segnati da criticità, gli indici SOP – che misurano lo sbilancio tra previsioni positive e negative – salgono a +6 per l’occupazione (era 0), +4 per la produzione (era -8), +9 per gli ordini totali (era -12), e +3 per quelli export (era -15). Migliora anche la redditività, pur restando negativa a -6. Stabile e bassa la previsione di ricorso alla cassa integrazione, prevista solo dal 5% delle aziende.

L’indagine, condotta su 113 aziende associate tra manifattura e servizi, segnala anche un’elevata propensione all’investimento (71%) e un buon utilizzo degli impianti produttivi (77%). Inoltre, otto imprese su dieci dichiarano di avere lavoro per oltre un mese, a conferma di un quadro in miglioramento.

I settori più ottimisti restano il metalmeccanico, la chimica-gomma-plastica e l’alimentare. Per i servizi alle imprese, l’occupazione si mantiene stabile (+11) e gli ordini interni migliorano, mentre calano quelli esteri. Rispetto al contesto regionale, i dati alessandrini risultano in linea o addirittura migliori, specie sul fronte export e cassa integrazione.

Permangono tuttavia forti timori legati all’aumento dei costi, a partire da quelli dell’energia. Il 56% delle imprese prevede rincari energetici (contro il 30% del trimestre precedente), il 47% si attende aumenti per le materie prime (era il 31%), e il 40% per la logistica (era 35%). Tensioni internazionali e dazi statunitensi aggiungono ulteriori elementi di incertezza, con effetti potenzialmente destabilizzanti per le imprese fortemente orientate all’export.

“La situazione migliora, ma rimane fragile – ha commentato la presidente Laura Coppo – I dati riflettono una fase in cui le imprese hanno cercato di anticipare l’impatto dei dazi. Tuttavia, lo scenario è in continuo mutamento e servono risposte coordinate a livello europeo, insieme a piani di incentivi mirati a sostenere investimenti e innovazione”. In un contesto globale che resta complesso e imprevedibile, le imprese alessandrine sembrano dunque pronte a ripartire ma chiedono “regole certe” e, soprattutto, “stabilità” per affrontare la sfida.

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