Autore Redazione
lunedì
28 Aprile 2025
05:05
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Cronaca - Casale Monferrato

Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto: a Casale la memoria conferma l’impegno per salute e giustizia

Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto: a Casale la memoria conferma l’impegno per salute e giustizia

CASALE MONFERRATO – A Casale Monferrato la Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto non è solo memoria, è la conferma di un impegno civile e di lotta per salute e giustizia.  Ogni vittima ha un nome e una storia che la città non dimentica ma l’impegno guarda sempre avanti. La città è diventata il simbolo della lotta all’amianto. Già nel 1987, infatti, il sindaco Riccardo Coppo emanò un’ordinanza di divieto di utilizzo di lastre e manufatti in cemento-amianto e di qualsiasi residuo della produzione sul territorio comunale. Fu la prima ordinanza di questo tipo in Italia che anticipò la legge nazionale del 1992. E nella prima città che ha messo al bando l’amianto è nata una associazione che è diventata un fondamentale supporto per chi si ammala di amianto, per i famigliari delle vittime e per chi lotta per ottenere giustizia, bonifiche e ricerca sul mesotelioma.

Non a caso alla vigilia di questo lunedì 28 aprile a Cavagnolo sono stati premiati quattro protagonisti della battaglia civile e giudiziaria contro l’amianto. Il sindaco del comune torinese, Andrea Gavazza, ha conferito la cittadinanza onoraria al Pm del primo processo Eternit, Raffaele Guariniello, e a Bruno Pesce, Nicola Pondrano e, alla memoria, a Romana Blasotti Pavesi dell’Afeva di Casale Monferrato.
Nicola Pondrano, storico sindacalista della Cgil sa bene quanto sia stato sottovalutato inizialmente il rischio dell’amianto:Si pensava che causasse solo l’asbestosi e con quella malattia si pensava di poter convivere. Si beneficiava anche di una rendita dell’Inail e si sottovalutava”. Il dramma divenne evidente con la morte della magazziniera Giannina Vitale, nel 1978: “Morì a 48 anni di mesotelioma e quel punto fu chiaro che l’amianto non causava solo l’asbestosi”. Pondrano ricorda il lavoro in fabbrica con il prete operaio Bernardino Zanella per raccogliere testimonianze, avanzare richieste per risolvere il problema della polvere, reparto per reparto. A Cavagnolo, domenica, Pondrano ha incontrato un altro operaio che lavorava nello stabilimento torinese:Mi ha chiesto chi c’era ancora a Casale dei nostri tempi. Quando io lasciai la fabbrica, nel 1979, eravamo 1068 operai. Oggi siamo rimasti una ventina, mal contati”.  Pondrano è stato uno dei testimoni chiave dell’accusa durante i processi Eternit e ha sempre denunciato con forza la procedura della frantumazione a cielo aperto dell’amianto che ha disperso la fibra per tutto il Ronzone: “Oggi il 90% delle diagnosi di mesotelioma deriva da esposizioni ambientali, non più lavorative” ha ricordato, sottolineando l’eredità drammatica che coinvolge anche chi non ha mai lavorato all’Eternit.

Pier Carlo Busto non era un dipendente della fabbrica ma si ammalò e morì, a 33 anni. La sua morte “segnò una svolta” ha raccontato la sorella Giuliana, oggi presidente dell’Afeva di Casale. La famiglia volle scrivere sui manifesti funebri che Pier Carlo era morto per colpa dell’amianto: “Facemmo scrivere: L’amianto ha tolto all’affetto di chi lo ha amato Pier Carlo, di 33 anni. In quel manifesto di addio e denuncia, Giuliana e la sua famiglia misero nero su bianco anche l’impegno per creare un mondo migliore per la figlia di Pier Carlo, che all’epoca aveva solo 2 anni. Pier Carlo Busto amava correre e proprio domenica si è tenuta la corsa in memoria di “Pica, la prima vittima civile del mesotelioma”: “Come mio fratello sono morte e muoiono ancora tantissime persone per colpa dell’amianto. Solo nell’ultima settimana a Casale ci sono state altre due vittime. Le avevo viste poche settimane prima in associazione per fare alcune pratiche”, ha raccontato la presidente Afeva.

A Casale la memoria è una promessa: non lasciare che il dramma si ripeta: “La vicenda dell’Eternit ha aperto una breccia ma oggi ci sono altri importanti fattori di rischio che non vanno sottovalutati”, ha esortato Nicola Pondrano. Lo storico sindacalista della Cgil, Pondrano pensa alle più moderne produzioni industriali e chimiche: Amianto docet o, almeno, dovrebbe”. Per questo Pondrano vorrebbe allargare il premio “Vivaio Eternot” a chiunque si impegni a denunciare rischi e migliorare la qualità di vita dei lavoratori e delle comunità dove hanno sede industrie e attività produttive.

Il premio di 2025, intanto, sarà consegnato proprio questo lunedì in Comune a Casale. Per la Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto mercoledì, in piazza Mazzini a Casale, dalle 9 alle 13 si terrà poi la performance “Il mare di Casale” a cura della Rete ScuoleInsieme. A 20 anni dall’istituzione della Giornata Mondiale delle vittime dell’amianto, il 2025 porta anche una novità importante: il progetto nazionale “Sintesi”.  Finanziato attraverso il Programma “Salute, Ambiente, Biodiversità e Clima” del Piano Nazionale per gli Investimenti Complementari (PNC) al PNRR, il progetto nazionale, coordinato per la Regione Piemonte dal DAIRI, il Dipartimento Attività Integrate Ricerca e Innovazione, mira a costruire un sistema di sorveglianza ambientale e sanitaria permanente in siti contaminati, dove gli elementi di conoscenza disponibili consentono di strutturare interventi mirati per la prevenzione primaria e secondaria. Particolare attenzione sarà dedicata ai Siti di Interesse Nazionale (SIN) e, nel caso piemontese, al centro del progetto ci sarà proprio il SIN di Casale Monferrato, che comprende 48 Comuni e si estende per oltre 700 km².

“Sintesi” sarà presentato lunedì 5 maggio, a partire dalle 9.30 nella Sala Marescalchi del Castello di Casale Monferrato. Nel corso della mattinata saranno illustrati alcuni risultati preliminari, oltre agli elaborati delle scuole superiori della Rete ScuoleInsieme sulla tematica amianto. Il programma prevede anche uno spazio dedicato all’illustrazione degli indicatori ambientali e sanitari individuati per descrivere il SIN di Casale Monferrato, nonché allo studio caso-controllo attualmente in fase di avvio. Verranno anche presentate le evidenze di efficacia degli interventi di prevenzione e promozione della salute nei SIN insieme ai modelli epidemiologici per proiettare l’incidenza del mesotelioma in Piemonte nei prossimi 20 anni.

(nell’articolo foto tratte dalla pagina Facebook Afeva Odv Casale Monferrato)

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