Autore Redazione
lunedì
28 Aprile 2025
17:25
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Cronaca - Casale Monferrato

Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto: i vincitori del Premio Vivaio Eternot

Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto: i vincitori del Premio Vivaio Eternot

CASALE MONFERATO – In occasione della Giornata Mondiale delle Vittime dell’Amianto 2025, a Casale Monferrato si è tenuta la cerimonia di consegna del Premio Vivaio Eternot. Il riconoscimento è stato conferito a Simona Martinotti, biologa e ricercatrice sul mesotelioma; Carolina Mensi, epidemiologa della Clinica del Lavoro di Milano; e alla memoria di Dario Mirabelli, epidemiologo fondamentale nei processi Eternit. Premiati anche Claudio Saletta, ex sindaco di Sala Monferrato e ispettore del lavoro; Benedetto Terracini, pioniere dell’epidemiologia oncologica in Italia; e Greta Tomaello, autrice di una tesi giuridica sul caso Eternit. Riconoscimenti a Giuseppe Valesio, giornalista impegnato nella memoria dell’amianto, e alla memoria di Maria Wojtowicz ed Emanuele Lauria, pionieri del monitoraggio ambientale sull’amianto in Piemonte. Il Sindaco Emanuele Capra, l’Assessore all’Ambiente Gigliola Fracchia, la Direttrice del Centro Studi Patologie Ambientali AUO di Alessandria Marinella Bertolotti e la Presidente di AFeVA Giuliana Busto hanno consegnato ai vincitori le piante di Davidia Involucrata che sono parte integrante del monumento vivente e diffuso del Parco Eternot dove è stata, inoltre, deposta una corona in ricordo di tutte le Vittime dell’amianto.

Di seguito le schede dei vincitori del Premio Vivaio Eternot:

SIMONA MARTINOTTIRicercatrice presso il Dipartimento di Scienze e Innovazione Tecnologica dell’Università del Piemonte Orientale.
“Nasce a Casale Monferrato, quando l’Eternit era ancora attiva. Scuole a Casale e poi Università del Piemonte Orientale ad Alessandria. Corso di laurea in Scienze Biologiche, dove si studia la vita in tutte le sue forme, ma anche come la vita viene a mancare. Studia il mesotelioma, cosa lo causa e quanto siamo lontani dal vincerlo come malattia.
Ecco poi il dottorato di ricerca in scienze ambientali dedicato proprio alla malattia, la malattia della sua città. Come affrontare il mesotelioma? Il suo spirito combattivo, la sua forza di volontà e la sua passione per gli studi le permettono di pubblicare numerosi articoli scientifici sul mesotelioma. Premi e riconoscimenti (come la borsa di studio post dottorato dedicata alla memoria di Pier Giacomo Betta – ideatore e fondatore della banca biologica dei mesoteliomi e consulente della procura di Torino nei processi Eternit), qualche battaglia vinta in laboratorio contro il mesotelioma, comprendendo meglio come funziona e come si comporta. Ma soprattutto la decisione di continuare qui, sul territorio, la propria vita e il proprio lavoro, presso l’Università del Piemonte Orientale. Poi, se è vero che la vita è una sfida continua che va affrontata, la strada per Simona si fa ancora più dura. Il mesotelioma infatti colpisce duro molto vicino. La mamma si ammala e manca proprio per “la malattia”. Siamo qualche giorno prima dell’epidemia da Covid-19. La voglia di buttare tutto all’aria è forte. Ma una promessa va mantenuta! […] Occorre di nuovo, ma ora con più forza e coraggio, studiare da vicino il mesotelioma e cercare i suoi talloni di Achille, come la capacità di attivare meccanismi di recupero e resistenza alla terapia. Ma occorrono anche nuovi stimoli per continuare a fare ricerca. Ed ecco allora l’opportunità di condividere il dolore e la speranza con altre persone, ammalati, caregivers e operatori sanitari. Il Fuck Cancer Choir è il modo giusto per far emergere la “grinta” che la vita, e le battaglie contro il mesotelioma, richiedono.
Una guerra ancora in corso. Una guerra per vincere “la malattia”. Assieme, condividendo gioie e dolori, speranze e delusioni, c’è la si può fare! Anzi si deve!
[…]”

CAROLINA MENSI – Biologa epidemiologa
“Dal 2001 è dirigente biologo epidemiologo presso la Clinica del Lavoro di Milano, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano, con la nomina da parte della Giunta regionale a Responsabile del COR (Centro Operativo Regionale) Lombardia per i mesoteliomi, i tumori naso-sinusali e i tumori a più bassa frazione eziologica professionale.
L’attività di ricerca inizia nel 1993, prima focalizzandosi su studi di eziologia, prevenzione e sorveglianza epidemiologica di virus, poi specializzandosi nella sorveglianza epidemiologica dei tumori professionali, in particolare del mesotelioma (oltre 9600 casi raccolti e valutati) e dei tumori naso-sinusali (oltre 1000 casi)”.

DARIO MIRABELLI (in memoria) – Medico già responsabile del Registro dei Mesoteliomi del Piemonte
“Epidemiologo di fama internazionale, è scomparso il 9 febbraio 2025 a 71 anni. È stato una figura centrale nella lotta contro l’amianto in Italia, contribuendo con studi fondamentali sulla pericolosità del crisotilo (amianto bianco), in particolare analizzando i casi della miniera di Balangero e dell’IPCA di Cirié. Ha collaborato con diverse istituzioni sanitarie piemontesi per documentare l’impatto sanitario dell’esposizione industriale a sostanze nocive.
Mirabelli ha avuto un ruolo decisivo nei processi Eternit, fornendo dati epidemiologici cruciali per sostenere l’accusa contro i dirigenti responsabili di migliaia di morti per mesotelioma. È stato anche protagonista nel processo per i 392 morti di Casale Monferrato, il più grande mai affrontato sul tema dell’amianto. Ricordato per il suo rigore scientifico e il suo profondo impegno civile, lascia un’eredità importante nelle battaglie per la salute pubblica e la giustizia ambientale”.

CLAUDIO SALETTA – ex Sindaco di Sala Monferrato
“Per il suo impegno pluridecennale profuso sia sul fronte professionale, in qualità di ispettore del lavoro dell’Ispettorato Provinciale del Lavoro (Alessandria), sia sul piano istituzionale, in quanto sindaco di Sala Monferrato. Come ispettore del lavoro fu relatore, insieme al collega Candido, del Rapporto Giudiziario del 1987 consegnato al termine di un’inchiesta durata circa diciotto mesi sulla valutazione del livello d’inquinamento all’interno dello stabilimento Eternit e sul territorio urbano; la suddetta inchiesta fu attivata in base ad una specifica richiesta della Procura della Repubblica di Casale Monferrato ed il rapporto fu poi utilizzato come base per le indagini necessarie all’accusa durante il processo Eternit. In definitiva, il rapporto redatto da Saletta si trova ora integralmente trascritto all’interno del testo della sentenza del 13/02/2012. Purtroppo, per un mero errore di trascrizione, il rapporto nel testo della sentenza è stato attribuito a “Saietta” (pag. 253 del testo). La richiesta di correzione formulata da Saletta fu respinta perché il testo purtroppo, una volta emessa la sentenza, non fu più modificabile. Durante gli anni spesi al servizio dei cittadini salesi e del territorio monferrino in qualità di sindaco, Claudio Saletta ha contribuito alla divulgazione dell’informazione organizzando serate e incontri con professionisti per sensibilizzare il pubblico sul tema della ricerca scientifica e della bonifica, un esempio fra tutti l’invito alla giornalista Silvana Mossano per presentare il volume “Malapolvere” e alla dott.ssa Degiovanni per esporre la propria esperienza. Saletta ha incentivato un capillare controllo, da parte del personale degli uffici comunali, della quantità di amianto ancora presente nel Comune di Sala Monferrato, invitando poi i cittadini a collaborare in occasione del primo censimento di manufatti in amianto promosso dal Comune di Casale Monferrato; ha attivato una vera e propria opera di convincimento perché i cittadini salesi rimuovessero l’amianto, soprattutto la copertura delle cappelle al cimitero. Come membro del Comitato Strategico Amianto e come rappresentante dell’Associazione Comuni del Monferrato ha partecipato a commissioni e tavole rotonde per mantenere alto il livello di attenzione sull’inquinamento da amianto e sulle patologie asbesto correlate, per incentivare la ricerca e dimostrare il supporto da parte delle istituzioni, stimolando i colleghi sindaci a non dimenticare il problema e guadagnandosi la stima, fra gli altri, del dott. Piccolini che lo ricorda tuttora come “l’unico sindaco a informarsi personalmente e contattarmi per avere aggiornamenti”. Ha manifestato con l’Afeva per le vie di Parigi nell’aprile 2012, partecipato a numerose udienze, in particolare l’ultima, del processo Eternit per esprimere ai famigliari delle vittime la vicinanza a nome di tutti i sindaci del territorio. Ha lottato dall’esterno, come sindaco e ispettore, in collaborazione con la dott.ssa Paola Costanzo, allora Direttore Sanitario del Santo Spirito che lottava dall’interno, perché non si spostasse il centro di preparazione dei farmaci antiblastici dall’Ospedale di Casale, consentendo il mantenimento di un servizio ai pazienti affetti da mesotelioma e da altre patologie”.

BENEDETTO TERRACINI – Epidemiologo
“Ha fondato nella seconda metà degli anni 70 la Cattedra di Epidemiologia dei Tumori dell’Università degli Studi di Torino. E’ stata la prima cattedra di Epidemiologia in Italia e si è sempre caratterizzata per l’attenzione rivolta ai rischi di cancro per i lavoratori. Una delle prime rilevanti esperienze è stato lo studio dell’epidemia di tumori vescicali all’IPCA di Ciriè, una fabbrica di coloranti dove si faceva largo uso di amine aromatiche cancerogene. A questa sono seguite altre importanti ricerche, come quella sui tumori della laringe, ed attività di informazione di divulgazione e informazione al fine di prevenire l’esposizione ad agenti cancerogeni. Una delle attività promosse è stato il Registro Tumori, attivo in particolare per la Città di Torino, e per il Piemonte con la raccolta di dati sulla mortalità tumorale.
Nel 1982 – 83 sono giunti alla Cattedra di Epidemiologia dei Tumori alcuni segnali sull’importanza delle patologie amianto correlate a Casale Monferrato. L’analisi dei dati di mortalità a Casale aveva identificato un numero elevato di morti per tumore maligno della pleura, molto superiore alla media regionale. Nel 1982 – 83 un procedimento giudiziario intentato da alcuni lavoratori e dal sindacato per il riconoscimento della cosiddetta ‘rendita di passaggio’ aveva portato in evidenza le pessime condizioni di lavoro presenti nello stabilimento Eternit. Nel 1983 era stata conclusa una rilevazione epidemiologica dei casi di mesotelioma della pleura tra i residenti a Casale che identificava un incremento di oltre 10 volte e soprattutto evidenziava come l’eccesso interessasse anche i residenti e non soltanto i lavoratori; i risultati erano stati riferiti con un convegno organizzato a Casale dal Professor Capra Marzani, primario di medicina dell’Ospedale di Casale.
Il Professor Terracini ha colto questi segnali informandone i diversi livelli delle amministrazioni interessate e contribuendo a sensibilizzare l’amministrazione regionale, in particolare nella persona dell’allora Assessore alla Sanità Sante Baiardi. Si è così creato il percorso di informazione e di azione da cui è scaturito negli anni immediatamente seguenti il ‘Progetto Cemento Amianto’ della Regione Piemonte, che ha collegato le diverse forze che intendevano mettere in luce cosa era accaduto a Casale e promuoverne la risoluzione. Essenziale è stato poi costruire un modello di indagine epidemiologica insieme a chi agiva localmente: medici dell’ospedale, in particolare erano attivi Mario Botta, Daniela Degiovanni e Bruno Castagneto, sindacati, forze sociali e amministrazione comunale. Il Professor Terracini ha messo a disposizione di questa ricerca le sue competenze e le risorse scientifiche della Cattedra di Epidemiologia dei Tumori.
Questo circuito virtuoso si è svolto negli anni con una rilevante produzione scientifica che è partita dall’indagine dei soggetti maggiormente esposti, i lavoratori della Eternit, e si è estesa dapprima ai loro congiunti e poi alla intera popolazione residente a Casale e nei comuni della ASL. Queste indagini hanno messo in evidenza su un piano non più soltanto locale ma nazionale ed internazionale il dramma vissuto da una comunità dove l’esposizione ad amianto era parte della vita quotidiana. Il rigore scientifico delle indagini ha consentito di portare questa evidenza ai massimi livelli e di contribuire alle iniziative nazionali ed internazionali per sancire la messa al bando dell’amianto, in particolare per l’Italia la legge 257 del 1992. Prima di questa però ricordiamo un’iniziativa esemplare ispirata dal principio di precauzione e fondata sull’evidenza dei primi studi epidemiologici: il decreto sindacale emesso dal sindaco Riccardo Coppo nel 1987 con cui vietava – a Casale ! – l’uso dei materiali in amianto. I risultati degli studi epidemiologici sono anche il pilastro fondante della documentazione sul disastro e sulle morti da amianto presentata in giudizio per i diversi processi svolti negli anni”.

GRETA TOMAELLO
“Laureata con 110 e lode al Dipartimento di Giurisprudenza di Rovigo dell’Università di Ferrara, discutendo una tesi in Diritto penale dal titolo “La responsabilità penale da esposizione all’amianto: la svolta del caso Eternit e le prospettive future”. Relatore: prof. Ciro Grandi, correlatore: prof. Marco Venturoli, correlatrice: prof. Costanza Bernasconi. Si tratta di un lavoro approfondito e ampiamente documentato che merita di essere analizzato e letto come un romanzo, come un saggio e come uno testo giuridico. Greta Tomaello è originaria di Padova, la città del dottor Enzo Merler, l’epidemiologo che, nei primi anni Duemila, segnalò al team dei pm guidato da Raffaele Guariniello, in procura a Torino, il caso di un lavoratore morto di mesotelioma, da cui partì l’inchiesta per disastro doloso sfociata nel Maxiprocesso Eternit 1.
Nell’esergo che precede la trattazione della tesi di laurea, Greta Tomaello propone una citazione di John Fitzgerald Kennedy che riassume le doti di determinazione, coraggio e senso del dovere che hanno caratterizzato la collettività casalese nella battaglia contro l’amianto: ‘Un uomo fa quello che è suo dovere fare, quali che siano le conseguenze personali, quali che siano gli ostacoli, i pericoli o le pressioni. Questa è la base di tutta la moralità umana’ “.

GIUSEPPE VALESIO – Giornalista
“Giornalista del giornale ” LA VOCE” settimanale di informazione dell’Epodierese, del Chivassese e del Vercellese, ha seguito tutte le vicende legate all’amianto dandone puntuale divulgazione alla pubblica opinione mantenendo viva la memoria. Ha seguito, come giornalista, tutte le iniziative messe in campo dalle amministrazioni locali, comprese quelle del Casalese, nel campo delle bonifiche, contribuendo a incentivare i cittadini a realizzare bonifiche su aree private. Ha seguito, come cronista, tutte le vicissitudini processuali fino alla sentenza della Corte di Cassazione, partecipando, personalmente con i cittadini di Casale e Cavagnolo, alle varie fasi del Maxi processo presso il Tribunale di Torino e in Cassazione a Roma. Come giornalista/scrittore ha pubblicato il libro “la nuvola di polvere” frutto di una accurata ricerca sul territorio, tra gli ex dipendenti della SACA/ETERNIT di Cavagnolo sulle condizioni di lavoro nello stabilimento. Il libro contiene interviste con famigliari dei lavoratori Eternit e con semplici cittadini che abitavano nelle vicinanze dello stabilimento sulla loro convivenza con le polveri contenenti fibre di amianto. Particolare attenzione è stata dedicata al metodo con cui veniva gestito lo smaltimento degli scarti delle lavorazioni. Ha partecipato, attivamente, con scritti, a rappresentazioni di lavori teatrali sul tema dell’amianto”.

MARIA WOJTOWICZ e EMANUELE LAURIA (in memoria) – Responsabile Laboratorio Analisi e Responsabile del Centro regionale “Settore Amianto, fibre minerali ed organiche, naturali ed artificiali” di Grugliasco
“L’ing. Maria Wojtowicz ed il dr. Emanuele Lauria sono stati i precursori della lotta all’amianto in Piemonte, insieme impiegati nel Laboratorio di Sanità Pubblica dell’USSL 24 di Grugliasco.
Maria Wojtowicz ha contribuito con le sue elevate conoscenze delle tecniche di microscopia e dei diversi minerali fibrosi, studiando e sviluppando i metodi di analisi per il riconoscimento e la quantificazione dell’amianto, nelle diverse matrici ambientali, in collaborazione con il Politecnico di Torino; Emanuele Lauria si è occupato a lungo e approfonditamente di vigilanza a tutela della salute e di prevenzione dell’esposizione all’amianto: prima da Ispettore del Lavoro, poi al Servizio Sanitario, da ultimo in Arpa Piemonte, come dirigente responsabile del Centro Regionale Amianto. Nel 1992 la Circolare 5888/48/768 dell’Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte riconosceva il Settore Amianto del Laboratorio di Sanità Pubblica dell’USSL 24 di Grugliasco come il Centro di riferimento regionale per tutte le problematiche attinenti alla presenza di amianto in ambienti di vita e di lavoro, “in considerazione delle capacità professionali e tecniche non altrove presenti”. Nelle motivazioni veniva anche specificato che lo stesso era l’unico, nella Regione, in grado di effettuare attività analitica e di supporto tecnico. L’anno successivo la Giunta Regionale del Piemonte, con DGR 161-29751, istituiva il Centro Regionale “settore Amianto, fibre minerali ed organiche, naturali ed artificiali” presso la sede di Grugliasco, di cui Emanuele Lauria ne diventava il responsabile e Maria Wojtowicz la responsabile del laboratorio di analisi.
Il binomio Lauria – Wojtowicz, a partire dagli anni Novanta, ha permesso di creare un metodo di gestione del rischio amianto che fondava le basi su competenze tecnico analitiche e gestionali riconosciute anche a livello nazionale. Alcuni esempi di tale riconoscimento sono le importanti collaborazioni avute con gli enti centrali come ISPRA, CNR e con diverse Procure della Repubblica. Altri ancora sono gli interventi svolti presso i Siti d’Interesse Nazionale di Balangero e Biancavilla, l’intervento presso l’ex stabilimento Eternit di Siracusa e presso l’ex stabilimento Fibronit di Broni. A Casale Monferrato, inoltre, Maria Wojtowicz ed Emanuele Lauria, con la collaborazione del Dr. Angelo Mancini, Dirigente Medico dell’ASL di Casale M.to, effettuarono i primi accessi all’interno dello stabilimento Eternit, allo scopo di eseguire i rilievi necessari alla predisposizione del capitolato d’appalto, finalizzato all’individuazione della ditta da incaricare per la bonifica dello stabilimento. Gli stessi hanno anche messo a punto una procedura di bonifica innovativa, per le aree contaminate a causa degli usi impropri dell’amianto (polverino), successivamente approvata dal Ministero dell’Ambiente e adottata come prassi su tutto il territorio del Sito di Interesse Nazionale”.

 

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