Autore Redazione
lunedì
19 Maggio 2025
05:05
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Cronaca - Acqui Terme

Mercurio oltre i limiti in sei comuni dell’Acquese e in 13 paesi ancora non si può usare l’acqua per scopi potabili

Mercurio oltre i limiti in sei comuni dell’Acquese e in 13 paesi ancora non si può usare l’acqua per scopi potabili

PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Sono sei i comuni dell’Acquese serviti dalla rete dell‘ex acquedotto Valle Bormida Gaini in cui è stata riscontrata una concentrazione di mercurio superiore ai limiti di legge. I campionamenti effettuati il 16 maggio dal Sian, il Servizio Igiene Alimenti e Nutrizione dell’Asl, hanno rilevato valori “non conformi” di mercurio a Ponti, Montechiaro d’Acqui, Spigno Monferrato, Castelletto d’Erro, Malvicino e Pareto. Dopo la comunicazione dell’Asl, in via precauzionale è stata disposta l’ordinanza di divieto di uso dell’acqua per scopo potabile anche negli ulteriori sette comuni serviti dalla stessa rete in cui il valore di mercurio è risultato “conforme” ai parametri. Da sabato anche i cittadini di Terzo, Bistagno, Denice, Merana, Cavatore, Melazzo e Cartosio non possono quindi usare l’acqua dell’acquedotto per scopi potabili.

Per far fronte all’emergenza, Amag Reti Idriche, supportata dalla Protezione Civile ha attivato un servizio di autobotti e cisterne e nei comuni è stata avviata la distribuzione di sacchetti. L’acqua è stata assicurata anche ad alcuni allevamenti di animali, in particolare a Montechiaro d’Acqui e a Pareto. Il divieto, scattato nel fine settimana, ha generato disagi e qualche malcontento, soprattutto nei comuni dove i livelli di mercurio erano risultati conformi. I sindaci, rispettando le direttive, hanno adottato l’ordinanza ma non senza difficoltà. In alcuni centri, infatti, la popolazione ha faticato ad accettare il divieto, soprattutto a fronte di analisi che certificavano la potabilità dell’acqua. Tra i primi cittadini c’è chi non ha celato un certo disappunto per la gestione delle cisterne: non tutti i comuni, infatti, hanno potuto usufruire del servizio nel weekend, nonostante l’ordinanza obbligasse comunque anche i loro concittadini a non usare l’acqua del rubinetto per scopi potabili.

L’emergenza idrica, intanto,  resta ancora senza una spiegazione. I sindaci confermano un dialogo costante con le Autorità, compreso l’assessorato regionale alla Sanità, e con gli Enti preposti. Gli accertamenti per individuare le cause dell’aumento della concentrazione di mercurio sono tuttora in corso e, al momento, non c’è una indicazione su una possibile data di revoca delle ordinanze. Domenica, intanto,  sono stati effettuati nuovi campionamenti e la speranza, soprattutto nei comuni con parametri conformi, è di poter revocare il prima possibile l’ordinanza.

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