Autore Redazione
venerdì
1 Agosto 2025
08:24
Condividi
Cronaca - Alessandria

“Docce guaste da un mese”: protesta dei detenuti che non rientrano in cella

“Docce guaste da un mese”: protesta dei detenuti che non rientrano in cella

ALESSANDRIA – Ieri sera, 31 luglio 2025, la Casa Circondariale “Canttiello e Gaeta” di Alessandria è stata teatro dell’ennesimo episodio di tensione all’interno del sistema penitenziario italiano. I detenuti della terza sezione hanno dato vita a una protesta e hanno rifiutato il rientro nelle celle al termine del consueto momento destinato alla socialità. Questa azione sarebbe maturata per contestare il malfunzionamento delle docce, guaste, come sembrerebbe, da oltre un mese.

Nonostante la gravissima e cronica carenza di personale, la protesta è stata prontamente arginata e circoscritta esclusivamente alla terza sezione interessata, “grazie alla professionalità, pazienza e senso del dovere del personale di Polizia Penitenziaria in servizio. Un comportamento encomiabile, che ha evitato il degenerare della situazione“.

Quello che accade ad Alessandria non è un caso isolato – dichiara Pino Cataldo, Vice Segretario Regionale dell’OSAPP (Organizzazione Sindacale Autonoma Polizia Penitenziaria) – ma l’ennesima dimostrazione di un sistema penitenziario ormai totalmente fuori controllo. Da troppo tempo assistiamo a un’inerzia e a un immobilismo dell’amministrazione centrale e della politica come mai si erano visti nella storia della Repubblica italiana”.

L’Osapp ha più volte denunciato lo stato di abbandono e degrado strutturale in cui versa la sezione circondariale dell’istituto di Alessandria, senza ottenere alcuna risposta concreta. Il personale è costretto a lavorare in condizioni al limite della sicurezza e della dignità, tra aree infestate da piccioni e rischi igienico-sanitari evidenti“. Il sindacato dunque è tornato a chiedere con urgenza interventi immediati e strutturali: “Non si può più tollerare che il personale di Polizia Penitenziaria venga lasciato solo ad affrontare situazioni esplosive in contesti ormai al collasso”.

Condividi