6 Agosto 2025
05:26
Nocciole in crisi, Coldiretti lancia l’allarme: “Produzione allo stremo, serve lo stato di emergenza”
PROVINCIA DI ALESSANDRIA – Il comparto corilicolo piemontese e alessandrino è in affanno. Negli ultimi anni si è assistito ad una progressiva riduzione dei volumi che ha portato nel 2024 a raggiungere l’apice con un calo generalizzato su tutto il territorio regionale con gravi ripercussioni a livello provinciale e in tutto il Monferrato. A poche settimane dalla raccolta, Coldiretti lancia un grido d’allarme: servono subito misure di emergenza e un piano di rilancio basato su ricerca scientifica, innovazione e sostegno alle imprese.
“Non siamo di fronte a una semplice annata negativa, ma a una crisi strutturale – ha dichiarato Mauro Bianco, presidente di Coldiretti Alessandria e delegato regionale al comparto – Il calo della produzione non è più legato alla naturale alternanza delle stagioni, ma è diventato un trend preoccupante, che coinvolge l’intero territorio regionale e colpisce duramente il Monferrato e la provincia alessandrina”.
Il settore, in dieci anni, è cresciuto in modo significativo: da 15.000 a quasi 28.000 ettari coltivati a nocciole in Piemonte, coinvolgendo circa 3.000 aziende. La produzione media è di 240.000 quintali, di cui oltre 100.000 a marchio IGP. Solo la provincia di Alessandria conta 3.800 ettari tra nuovi impianti e colture in fase adulta, distribuiti nelle aree collinari, con 500 aziende attive nella filiera.
Alla base della crisi – spiega Coldiretti – c’è una combinazione di cambiamenti climatici estremi (siccità prolungate alternate a piogge persistenti in primavera) e la necessità di affinare le tecniche colturali. “È urgente attivare un programma di ricerca scientifica mirato – prosegue Mauro Bianco – coinvolgendo la Fondazione Agrion per analizzare il fenomeno della cascola del nocciolo e testare soluzioni in campo, in collaborazione con le aziende agricole locali”.
La situazione è così critica da aver spinto Coldiretti a chiedere alla Regione Piemonte l’attivazione dello stato di emergenza. “Le imprese sono allo stremo – ha aggiunto il direttore Roberto Bianco – e hanno bisogno di un sostegno concreto, non solo per affrontare le perdite attuali, ma per continuare a investire nella qualità e nella tutela del territorio”.
Coldiretti chiede che vengano attivate tutte le misure straordinarie per sostenere il comparto: ristori per la mancata produzione, investimenti in ricerca agronomica e sostegno agli imprenditori che scelgono produzioni certificate e sostenibili. “Preservare la corilicoltura – concludono – significa anche proteggere il paesaggio, il lavoro e l’identità agricola delle nostre colline”.